Grecia: quanto ci costerà il terzo piano di salvataggio
ANSA
Economia

Grecia: quanto ci costerà il terzo piano di salvataggio

Le istituzioni smentiscono ma le trattative sono in corso. Atene ha infatti bisogno di una somma fra i 60 e gli 80 miliardi di euro

Un terzo programma di salvataggio per la Grecia. È questo ciò di cui si sta discutendo secondo il ministro spagnolo delle Finanze Luis de Guindos. Secca è stata la smentita di Simone Boitelle, la portavoce dell’Eurogruppo, il consesso dei ministri finanziari dell’area euro, ma le voci rimbalzano di cancelleria in cancelleria. Facendo i conti della serva, se così si può dire, emerge che per i prossimi anni Atene avrà bisogno di una cifra compresa fra i 45 e gli 80 miliardi di euro. 

Le indiscrezioni

Di tutto e di più. Le indiscrezioni ormai viaggiano incontrollate. Chi pensava che il recente accordo avesse segnato la fine dell’agonia della Grecia si sbagliava. Atene torna al centro dei riflettori per via della sua economia fragile e vulnerabile. Infatti, si inizia a parlare di terzo piano di sostegno economico per il Paese guidato dal primo ministro Alexis Tsipras e dal suo ministro delle Finanze Yanis Varoufakis. Non è stato il titolare del Tesoro iberico a parlare apertamente di questa eventualità. Lo ha fatto anche il vice di Tsipras, Yannis Dragasakis, che ha spiegato alla stampa che nell’agenda del prossimo vertice dell’Eurogruppo, previsto per il prossimo lunedì 9 marzo, ci sarà solo il piano di riforme presentato dal governo ellenico. Eppure, come spiegano a Panorama fonti della Commissione europea, “è anche possibile che si inizi a intavolare una discussione su come sostenere la Grecia una volta terminata l’estensione del programma esistente”. Non è un caso che il portavoce di Valdis Dombrovskis, Commissario Ue per l’euro e il dialogo sociale, abbia spiegato che le negoziazioni sono “premature”, non escluse. È solo questione di tempo, si dice negli ambienti della Commissione, ma anche in quelli del Fondo monetario internazionale (Fmi) e della Banca centrale europea (Bce).

Sono iniziate le trattative per il terzo programma di salvataggio della Grecia

I calcoli

Ma quanto costerà questo nuovo piano? Come ha suggerito Zsolt Darvas, economista del think tank Bruegel, le esigenze di finanziamento della Grecia dipendono dall’avanzo primario richiesto per i prossimi anni. In pratica, più viene concesso ad Atene in termini di consolidamento fiscale, più c’è il rischio che debba esserci un ulteriore supporto finanziario per proteggere la Grecia. L’attuale scenario, quello basato sull’ultimo memorandum of understanding siglato (datato 1 marzo 2012), prevede che Atene ottenga un avanzo primario del 4,5% del Pil ogni anno fino al 2030.

Se così fosse, se quindi Tsipras e Varoufakis rispettassero questo impegno, allora la Grecia dovrebbe raccogliere dal mercato circa 45 miliardi di euro, secondo la simulazione di Darvas. Tuttavia, l’economista ungherese spiega anche che se viene concesso di registrare un surplus primario del 3%, allora le esigenze di finanziamento salgono a 66 miliardi di euro. Se invece si avalla la proposta di Varoufakis, ovvero ottenere un avanzo primario dell’1,5% da qui al 2030, il conto sale fino a quota 87 miliardi di euro. Il tutto a meno che non vi siano particolari fluttuazioni sui mercati finanziari e non ci sia un ritorno della volatilità intorno ad Atene e alle sue banche. 

Quanti soldi servono ancora ad Atene in base all'avanzo primario richiesto dalla UeBruegel

77,3 miliardi?

L’analisi di Société Générale non si discosta molto dalle proiezioni di Darvas. Secondo la banca transalpina occorrono fra 60 e 80 miliardi di euro, nei prossimi tre anni, per garantire un futuro libero da ombre al Paese. Il conto è presto fatto se si guardano nello specifico le esigenze di finanziamento della Grecia. Bisogna rimpiazzare con bond emessi dallo European stability mechanism (Esm) circa 27 miliardi di euro di debito pubblico detenuto dal Bce. Poi, ci sono 20 miliardi di euro da rimborsare al Fmi. Poi, c’è da colmare il gap da 8,5 miliardi di euro di mancati introiti derivanti dalle privatizzazioni. Inoltre, secondo SocGen, nell’attuale bilancio c’è una voragine da 12,6 miliardi di euro. Infine, sul fronte del surplus primario previsto per il biennio 2015-2017, bisogna conteggiare 9,2 miliardi di euro in meno rispetto alle previsioni del precedente governo, guidato da Antonis Samaras. A conti fatti, per mettere in sicurezza la Grecia servirebbero ulteriori 77,3 miliardi di euro. 

Alla Grecia servono fra i 60 e gli 80 miliardi di euro nei prossimi tre anni

L’unica certezza

Sebbene anche il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker abbia smentito l’esistenza di alcuna trattativa in merito a un terzo programma di salvataggio per la Grecia, è quasi lapalissiano che Atene da sola non possa farcela. E proprio Tsipras e Varoufakis, nel pieno delle negoziazioni per l’estensione dell’attuale piano di sostegno, hanno detto che avrebbero cercato di ottenere un terzo, e nuovo, programma. L’intenzione è quella di ottenere condizioni più favorevoli per il rientro del debito e per il consolidamento fiscale, ma non solo. Syriza è consapevole che senza l’assistenza finanziaria di Fmi, Bce e Ue sarà troppo difficile, e oneroso, rientrare sui mercati obbligazionari in maniera autonoma. A oggi, infatti, l’unica certezza è che la Grecia non è indipendente sotto il profilo finanziario. 

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Fabrizio Goria

Nato a Torino nel 1984, Fabrizio Goria è direttore editoriale del sito di East, la rivista di geopolitica. Scrive anche su Il Corriere della Sera e Panorama. In passato, è stato a Il Riformista e Linkiesta e ha scritto anche per Die Zeit, El Mundo, Il Sole 24 Ore e Rivista Studio. È stato nominato, unico italiano, nella Twitterati List dei migliori account Twitter 2012 da Foreign Policy.

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