Gli effetti sullo spread delle parole di Schauble
EPA/SIMELA PANTZARTZI
Economia

Gli effetti sullo spread delle parole di Schauble

Il ministro tedesco è "scettico" su un'intesa con Atene per la concessione di nuovi aiuti. E il differenziale Btp-Bund torna a crescere

L’automatismo è scattato inesorabile. Basta una parola del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble sulla crisi greca che subito lo spread tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani e tedeschi si allarga. A metà pomeriggio il differenziale è schizzato sopra quota 120, esattamente a 127: un record dagli ultimi tre mesi. Ieri lo spread aveva chiuso a quota 109. Il rendimento del Btp decennale è cresciuto dall'1,54% di ieri all’1,66% di oggi.

La causa principale è da ricercare proprio nelle parole di Schauble che si è detto "piuttosto scettico" sulla possibilità che nei prossimi giorni si possa trovare un’intesa tra Atene e le istituzioni finanziarie internazionali con le quali sta trattando (la ex Troika) per la concessione degli indispensabili aiuti economici. Se questo dovesse avvenire, cioè se un accordo non venisse trovato, il fallimento del Paese sarebbe praticamente scontato. La data cruciale è lunedì 11 maggio quando al tavolo, l’ennesimo, delle trattative si presenteranno il premier greco Tsipras, il ministro dell’Economia Varoufakis e Giorgios Houliarakis, presidente del consiglio economico greco e, in qualche modo, "commissario" del molto contestato (dai creditori) Varoufakis.

Il punto è sempre lo stesso: i creditori legano la concessione di nuovi aiuti al varo di riforme economiche che Atene ha dimostrato di non voler fare. E questo per un motivo abbastanza semplice: quelle realizzate finora non hanno affatto portato ad un aumento del Pil, dell’occupazione o dell’export, ma hanno ridotto la Grecia in uno stato peggiore rispetto a quando è entrata sotto le "cure" delle istituzioni internazionali.

Nonostante si sia dichiarato "piuttosto scettico", Schauble ha anche detto che "l’atmosfera è diventata più costruttiva" e che la Germania "è pronta a fare di tutto per aiutare la Grecia nel quadro di ciò che è stato deciso". Ovvero: le riforme alle quali Atene resiste. "Non facciamo speculazioni sull’uscita della Grecia dall’euro perché non la vogliamo, ma ciò non vuol dire che siamo disposti a tutto", ha concluso minaccioso.

A queste parole del ministro tedesco si deve aggiungere anche la decisione della Corte Costituzionale che, imponendo all’Italia di risarcire milioni di pensionati che ricevono un trattamento triplo rispetto al minimo, si sono visti bloccare la rivalutazione dell’assegno per il 2012 e il 2013. Una sentenza i cui effetti sui conti pubblici sono ancora da calcolare ma che potrebbero arrivare a 10 miliardi. Soldi che dovranno essere reperiti prima della fine dell’anno e che potrebbero rendere la legge di stabilità di questo autunno un massacro per i cittadini. Ieri l’ex ministro del Lavoro Tiziano Treu ha detto che i soldi dovrebbero essere trovati «all’interno del sistema pensionistico» attraverso, magari, un intervento sulle pensioni più alte. Intervento che, però, è già stato bocciato, sempre dalla Consulta, per ben due volte. Oltre a questo il governo, sempre nella legge di Stabilità, dovrà reperire altri 10 miliardi per evitare che scattino le clausole di salvaguardia che consistono, brutalmente, nell'aumento delle tasse attraverso un insaprimento di accise e Iva.

 

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Redazione