Jean-Claude Juncker e Giuseppe Conte
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Economia

Deficit, cosa significa portarlo al 2%

Abbassare il disavanzo dello 0,4% richiede tagli per ben 7 miliardi. Per questo la manovra potrebbe cambiare ancora

A prima vista è una questione di pochi decimali di punto. A ben guardare, però, in ballo c’è un tesoretto di circa 7 miliardi di euro. Sono quelli che il governo deve pescare nelle maglie del bilancio statale se vuole trovare un accordo con l’Europa e abbassare al 2% il rapporto tra il deficit pubblico e il prodotto interno lordo (pil). 

Poiché nella manovra economica l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte ha preventivato un deficit al 2,4% del pil, un’ eventuale intesa con le autorità di Bruxelles comporta tagli  pari allo 0,4% del prodotto in terno lordo. Il  pil italiano vale infatti nel complesso oltre 1.700 miliardi di euro e ogni sforbiciata alla spesa pubblica di un suo decimo di punto corrisponde a un valore oltre 1,7 miliardi. Moltiplicandolo per 4, si arriva appunto alla cifra di quasi 7 miliardi di cui il governo ha bisogno. 

Niente sconto a Bruxelles

Dove troverà i soldi? Negli ultimi giorni sono circolate diverse ipotesi, tra cui quella di un rinvio di qualche mese dei due maggiori provvedimenti di spesa voluti dalla maggioranza Lega-5Stelle. Il primo è l’istituzione del Reddito di Cittadinanza, che costa nel complesso almeno 9 miliardi di euro all’anno. L’altro è la riforma delle pensioni con l’arrivo della quota 100, un sistema che abbassa l’età di uscita dal lavoro e comporta una maggior spesa per lo stato di circa 7 miliardi ogni 12 mesi. Totale: 16 miliardi in tutto, tra Reddito di Cittadinanza e quota 100. 

Facendo slittare in avanti l’entrata in vigore di queste due misure, in teoria l’esecutivo potrebbe risparmiare un bel po’ di miliardi sul bilancio del 2019. Ma, com’è ovvio, entrambe i partiti della maggioranza Lega-5Stelle non vogliono indietreggiare troppo,  per non tradire gli impegni presi in campagna elettorale. “Se non ci sono modifiche alla manovra economica siamo pronti a procedere ai prossimi passi della procedura d’infrazione per deficit eccessivo", ha detto oggi il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, in un'intervista a Bloomberg Tv . Se il disavanzo non scenderà al 2%, insomma, Bruxelles farà partire le sue multe. Sarà pure questione di decimali,  ma l’Europa non sembra intenzionata a fare sconti. 


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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