Crisi, anche la Germania ora è dalla parte di Draghi
Economia

Crisi, anche la Germania ora è dalla parte di Draghi

La Corte costutuzionale tedesca ha dato il suo sì (condizionato) al fondo salva-stati. È una vittoria per Mario Draghi e la Bce. E il segno che la Merkel ha capito che la posta in gioco era troppo alta per tirarsi indietro

La Germania alla fine ha appoggiato la politica di Mario Draghi. E ha deciso di fare la sua parte per agevolare il cammino verso la ripresa e la ricerca di un nuovo equilibrio in Europa. Il piano della Banca centrale europea per acquistare titoli di Stato dei Paesi in difficoltà non è più tabù. Può contare sul placet di Angela Merkel. E poco importa se è scattato il fuoco delle polemiche in Germania tra la Banca centrale tedesca (principale azionista della Bce) e l'istituto centrale guidato da Mario Draghi.

Quello di Frau Merkel è un atteggiamento motivato dalla presa di coscienza della posta in gioco, troppo alta, per tirarsi indietro. Per far sopravvivere l’euro adesso è più che mai necessario fare gioco di squadra. Altrimenti il sogno di un’unione monetaria va in frantumi.

La Corte costituzionale di Karlsruhe, riunitasi oggi per esprimersi sulla congruità o meno del fondo salva-Stati con i salvataggi previsti dai Trattati europei, ha dato il suo via libera (seppur condizionato).

Un successo.Per l'Europa, ma soprattutto per Mario Draghi che ha giocato d’anticipo. Giovedì 6 settembre ha lanciato il suo piano di acquisto illimitato di bond dei Paesi in crisi. Così facendo ha voluto “guadagnare tempo”, sussurrano gli analisti di Moody’s.

Come ribadisce Carmela Pace, economista di Mps Finance, l’apertura della Germania e di Angela Merkel è maturata nel corso dell’Eurogruppo di giugno. “Lì si è trovata messa all’angolo da Mariano Rajoy, Francois Hollande e Mario Monti e ha deciso di fare un passo indietro, cedendo qualcosa ai paesi in difficoltà”. Il rischio era evidente: quello di rimanere isolata.

I vantaggi, invece, sono ben altri.

Innanzitutto significa salvare l’euro, quindi fare pagare in futuro alla Germania un po’ meno in termini di costo di eventuali salvataggi del Sud Europa. “Le banche tedesche sono fortemente esposte sui titoli di stato ellenici, la Germania è il paese con le più forti esportazioni nell’eurozona e un crollo della moneta unica o una sua spaccatura avrebbe avuto un effetto boomerang per la Germania".

Inoltre, con la decisione di oggi la Germania ha rafforzato ulteriormente anche il suo peso politico nella Ue. In particolare, la concessione di un ruolo più potente alla Banca Centrale può aver avuto come contropartita che per i salvataggi vengano imposte condizioni più rigorose che in passato o comunque molto rigide.

In altre parole solo cercando di rinsaldare il progetto dell’euro Berlino può mantenere i suoi primati e proporsi come l’ago della bilancia nella fase di uscita della crisi. Con un vantaggio, in primis, per Angela Merkel, che potrà ripresentarsi come favorita nella corsa alla Bundestag nel 2013.

Battere le orme della Bce ha dunque un tornaconto molto prezioso. Per la Germania e anche per lei.

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Micaela Osella