Angela Merkel ad Atene fa l'europeista
Economia

Angela Merkel ad Atene fa l'europeista

Apre a nuovi aiuti. Si dice ottimista e fiduciosa sul futuro della Grecia. Dov'è finita la dura cancelliera tedesca?

"In Germania tutto il governo ed il Parlamento hanno fiducia in quello che la Grecia puo' fare''. Con queste parole il cancelliere tedesco Angela Merkel in visita ad Atene, ha aperto nel segno della distensione il suo colloquio con il capo del Governo, Antonis Samaras. La Merkel, accolta da 40 mila protestanti, sassaiole, manifesti che la comparano ad Hitler, ha usato una strategia rivolta al consenso e alla massima disponibilità nei confronti di Atene. Una strategia adottata dalla fine di agosto e che ancora sorprende.

Leggiamo cosa ha detto la Merkel. "La Grecia ha fatto molti passi avanti ma molto resta ancora da fare. Siamo partner, siamo amici... Siamo insieme nell'euro e nella Nato. È nostro interesse comune recuperare la fiducia nella eurozona".

E poi la frase forte: " Io mi auguro che la Grecia rimanga nell'euro.... Vorrei aumentare gli aiuti destinati alla Grecia, i requisiti ci sono, ma dobbiamo aspettare la relazione della Troika" (Bce, Fmi e Unione Europea).

"Non sono una maestra di scuola e non sono qui per dare voti ma per sostenere un programma molto difficile''. Lo ha detto Angela Merkel ad Atene, spiegando di essere in Grecia per ''conoscere personalmente cosa sta facendo il governo e quale sia la situazione attuale: finora abbiamo parlato attraverso intermediari politici ma è meglio farlo direttamente, la comprensione è più semplice. Per la Germania - ha aggiunto la cancelliera - è molto importante conoscere bene come stanno i fatti. Sono stata informata su molte cose circa i negoziati con la Troika ma aspettiamo il loro rapporto perchè non facciamo il loro lavoro".

E dopo aver chiesto misure "per lo sviluppo" (l'austerità non basta) ha riconosciuto come ai cittadini greci sia stato chiesto "molto", ma è "un momento difficile, i risultati si vedono e la Germania è un'alleata, un'amica del Paese".

Eccola a voi la nuova Angela Merkel. Prima temeva per la solidità dell'Eurozona fino a considerare anche l'eventualità dell'uscita della Grecia dall'euro, ora che i problemi di tenuta della moneta unica sembrano superati (grazie anche al decollo del Fondo salva-stati e alla creazione di una Bce con poteri maggiorati su tutto il sistema bancario), ha cambiato strategia.

Agisce in prima persona. Vuole trasmettere il messaggio che lei (e il suo Paese) tengono sotto controllo quanto accade. Personalmente. "Usa un doppio linguaggio" dice Stefano Caselli economista dell'Università Bocconi di Milano. Uno verso gli elettori tedeschi (i sacrifici che il Paese fa per salvare le potenze europee più deboli avranno giustizia) e uno verso i cittadini greci ("siamo amici... vorrei aumentare gli aiuti.."). Ma guarda più all'Europa rispetto al passato".

Anche, probabilmente, per prendersi dei meriti in campo politico se, alla fine di questo grande caos economico, la situazione dovesse sistemarsi come dovuto. Mette le mani avanti, Angela Merkel, come per dire: "Io ho fatto la mia parte fino in fondo".

Quello che bisogna considerare ora, però, è se la popolazione greca ce la farà a sostenere la crisi in corso. "Abbiamo quasi esaurito la nostra capacità di resistenza" ha dichiarato il capo di Stato ellenico, Karolos Papoulias, rivolgendosi alla cancelliera. "Dobbiamo pensare a misure che portino speranza, in particolare a misure che favoriscano la crescita. Dobbiamo combattere contro la disoccupazione dei giovani e la sottoccupazione delle donne".

E una crisi galoppante. "È vero, il Paese e la classe politica, ha tutte le colpe del mondo per la crisi che lo riguarda, ma è indubbio che la nazione è ridotta in ginocchio" dice Caselli. "Quello che lascia perplessi è che non ci sia nessun tipo di considerazione sulla popolazione. Un vero leader dovrebbe pensare anche a questo".

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Ilaria Molinari

Sono nata a Roma, ma Milano mi ha adottata ormai da tempo. Sono web content manager di Panorama.it e di Iconmagazine.it. Ma niente mi rilassa di più che cantare, leggere e viaggiare. Dunque canto, leggo, viaggio. "Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi" (Marcel Proust)

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