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Economia

Enti locali: ecco perché comunicare online diventa più facile

Secondo l’Istat nel 50% dei Comuni il wi-fi è gratis e sale la quota di quelli che offrono la possibilità di concludere sul web iter burocratici

Il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione procede con risultati di anno in anno sempre più soddisfacenti. A certificarlo ci sono i dati aggiornati dell’Istat riferiti al 2015 che restituiscono l’immagine di un Paese che, fortunatamente diciamo noi, sembra non poter più fare a meno delle nuove tecnologie, nonostante un approccio iniziale alquanto freddo. Sfogliando il bollettino sul digitale nella pubblica amministrazione, si scopre ad esempio che oltre il 50% dei Comuni italiani offre wi-fi gratuito per e smartphone.

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Un passo in avanti non da poco, visto che la percentuale in questione rappresenta il doppio di quella registrata solo tre anni fa. Ma ancora più interessanti sono le evidenze numeriche che riguardano l’informatizzazione delle procedure burocratiche, che gettano una luce nuova sui rapporti tra cittadini e imprese da una parte, e pubblica amministrazione dall’altra. In particolare, l’Istat rileva che nel 2015 è salita al 33,8% la percentuale di enti locali che offrono la possibilità di avviare e concludere online l'intero iter burocratico relativo a un servizio richiesto, una quota che si fermava al 19,1% nel 2012. Un risultato significativo se si pensa alle ricadute positive in termini di risparmio di tempo e di denaro, legate all’espletamento via internet di tutta una serie di procedure amministrative.

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Un guadagno certamente tanto per i cittadini privati che per le imprese. Entrando nel dettaglio di questi iter online agevolati, si rileva che il 93,5% degli enti locali dichiara ad esempio di consentire l'accesso a servizi ad un livello base di visualizzazione e/o acquisizione di informazioni, mentre l'85% dà la possibilità di scaricare modulistica, il 58,3% di inoltrarla online e il 33,8%, come già accennato, di avviarla e concluderla per via telematica. Tra i servizi osservati, l'Istat evidenzia che "quelli offerti online a qualsiasi livello di interazione" sono soprattutto relativi all'imposta comunale sugli immobili (80,3%), ai bandi di gara (79,5%), allo Sportello unico per le attività produttive (74,6%) e alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (72,3%). Risultati positivi che però fanno il paio ancora con forti lacune da colmare. Ad esempio tra i servizi meno presenti sul web ci sono la scelta del medico di base (4,0%) e il pagamento dei parcheggi (6,5%).

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Condizione essenziale affinché questi servizi vengano offerti con sempre maggiore ampiezza è sicuramente una diffusione più capillare della banda larga, che già risulterebbe presente nel 98% delle amministrazioni locali. Un dato però puramente teorico e formale visto che non tutti gli enti hanno una connessione davvero veloce (la quota di quelle che possono contare su almeno 2 Mbps è pari all’86,7%) e pressoché ogni amministrazione si avvale, oltre che di personale proprio, anche di fornitori esterni, nella gestione dell’organizzazione informatica. Insomma, la strada da percorrere dall’amministrazione pubblica per stare al passo con altri Paesi europei, ormai già pienamente digitalizzati, e per offrire agli utenti servizi a distanza sempre più efficaci, è certamente tracciata, ma resta ancora decisamente lunga.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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