Energia: l'Europa batta un colpo
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Economia

Energia: l'Europa batta un colpo

Al terzo forum Engie (Gaz de France-Suez) la necessità di concretizzare il pacchetto Energy Union per portare maggiore competitività sul mercato

L’Europa batta un colpo: non solo sui migranti, sulla crisi russa, su Internet, sulla difesa comune. Batta un colpo anche sul tema dell’energia, il tema-chiave sul quale in fondo nacque – con la Ceca, la Comunità economica del carbone e dell’acciaio, nucleo storico dell’Unione – e sul quale dovrebbe rilanciarsi. È il senso strategico del Terzo Forum Engie (il nuovo nome di Gaz de France-Suez) che il colosso francese, presente stabilimente e ambiziosamente in Italia da molti anni, ha riunito a Milano, dando spazio non a caso a tre europarlamentari molto attive sul tema come Lara Comi, Simona Bonafè e Patrizia Toia.

"L’Europa potrebbe ripartire proprio integrando il fattore energia, che rappresenta il principale motore della crescita", ha detto Aldo Chiarini, numero uno di Engie in Italia: "Anche perché oggi l’Unione europea importa il 53% della sua energia ad un costo di circa 400 miliardi di euro, ma al tempo stesso è leader nell’innovazione energetica, con il 40% di tutti i brevetti internazionali nelle fonti rinnovabili”. Per Chiarini, il pacchetto "Energy Union è positivo ma va concretizzato; il gas deve rimanere centrale nel mix europeo perché complementare alle rinnovabili e sicuro grazie alla diversificazione; i mercati elettrici vanno riformati per adeguarli alla crescita delle rinnovabili e il prezzo della Co2 deve essere la bussola comune per tutti, per guidare la sostenibilità dell’energia in Europa e nel mondo nella maniera più efficiente”.

Già, perché la liberalizzazione del mercato dell’energia ha generato vantaggi, ma anche svantaggi, come accertato dall’Osservatorio permanente che Engie ha, in quest’edizione, gestito con il contributo scientifico di Bocconi e di Ambrosetti. “A vent’anni dal proprio avvio, nel 1996, il processo di liberalizzazione nell’elettricità e nel gas in Europa ha riportato molti progressi a favore dei consumatori”, rileva lo studio, “ma ancora ulteriori passi avanti dovranno essere fatti per raggiungere l’obiettivo finale di un mercato dell’energia unico e competitivo”.

In particolare l’Italia si colloca oggi sopra la media dell’Unione europea a 28 su tutti i parametri chiavi del mercato energetico, cioè i prezzi finali dell’elettricità e del gas sia alle famiglie che alle imprese. E questo nonostante il costo del gas come “materia prima” abbia vissuto una fase di riduzione drastica sui mercati, che si è però trasferita poco e tardi al mercato del consumo, anche per colpa del fatto che la componente “materia prima” è minoritaria nella composizione del prezzo finale.

Certo, grazie alla liberalizzazione i consumatori sono liberi di scegliere il loro fornitore in termini di prezzo, fonti di approvvigionamento, varietà e confrontabilità di offerte. Sono sempre più garantite trasparenza e vigilanza sulle pratiche commerciali. Ma la componente fissa delle bollette, non legata all’energia, è eccessivamente elevata, rendendo difficile per i produttori più efficienti la differenziazione dei prezzi; e comunque i consumatori, che pur avrebbero la possibilità di cambiare fornitore, non sempre hanno consapevolezza delle opportunità del mercato, manifestando inerzia al cambiamento.

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Sergio Luciano