Tesla Model 3
Economia

Effetto Tesla, perché la Model 3 può far bene a tutto il settore auto

Il successo del nuovo prototipo della Casa di Palo Alto potrebbe rilanciare la concorrenza nell’elettrico

In questi giorni, in tema di auto, non si parla d’altro: il successo a dir poco clamoroso che sta avendo il lancio, per ora ancora del tutto virtuale, della nuova Model 3 di casa Tesla. Le cifre d’altronde sono emblematiche: sono state infatti già raggiunte a livello mondiale circa 320mila prenotazioni per questa sorta di supercar elettrica che, se tutto andrà bene però, dovrebbe arrivare effettivamente su strada a fine 2017. Ed è proprio questo a sorprendere più di qualunque altra cosa, e cioè che centinaia di magliaia di consumatori abbiano deciso di acquistare a scatola chiusa, facendo in alcuni casi file di ore e ore davanti ai concessionari, una vettura la cui affidabilità commerciale è riposta tutta nella sfida che il suo patron, Elon Musk, ha deciso di lanciare da Palo Alto un po’ a tutto il mondo dell’auto. Una sfida che in questi anni ha avuto basi perlomeno traballanti.

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Basti pensare infatti che Tesla Motors finora ha sempre chiuso in rosso i propri bilanci e anche il 2015 è terminato con un disavanzo pari a circa 900 milioni di dollari. Ora il lancio della Model 3 sta drenando importanti liquidità verso Palo Alto, visto che la prenotazione della nuova vettura impone un anticipo, rimborsabile, di 1.000 dollari. Questo significa che nelle casse di Tesla sono arrivati per il momento più di 300 milioni di dollari. Ma saranno sufficienti a far fronte agli sforzi produttivi a cui è chiamata l’azienda di Elon Musk? Sarà solo il tempo a stabilirlo, un tempo come detto medio lungo, visto che bisognerà attendere comunque il 2017 per potersi materialmente mettere al volante di una vettura prenotata oggi. Intanto però, secondo molti osservatori, una serie di interessanti risultati per tutto il settore auto, la Model 3 sembra già averli ottenuti.

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Innanzitutto si è tornati a parlare con forza di auto elettrica. In questo senso infatti non bisogna dimenticare che si tratta di un fronte sul quale molti marchi hanno deciso apertamente di non impegnarsi. Primo fra tutti proprio Fca che, secondo le dichiarazioni rilasciate tempo fa dal suo numero uno Sergio Marchionne, ritiene lo sviluppo di auto elettriche uno sforzo troppo costoso e senza grandi prospettive economiche. Ora il lancio di una sorta di supercar tutto sommato “popolare” come la Model 3 il cui prezzo è fissato in 35mila dollari, tasse escluse, riapre la discussione intorno alla sostenibilità dell’elettrico. E non è un caso allora che proprio il numero uno del gruppo Renault-Nissan, Carlos Ghosn abbia salutato la nuova arrivata, parlando di “buona competizione”. Infatti, a tutt’oggi la vettura elettrica che vanta lo score migliore a livello commerciale è proprio una Nissan, la Leaf, con circa 200mila modelli venduti.

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Tra l’altro il riproporsi con forza sul mercato da parte di Tesla, secondo altri osservatori, potrebbe servire anche da sprone ai governi nazionali, per agevolare la costruzione delle colonnine di ricarica necessarie affinché lo sviluppo dell’auto elettrica sia davvero sostenibile. A questo proposito, Elon Musk ha promesso che presto proprio l’Italia sarà coperta in tutta la sua estensione dalle suo colonnine Supercharger: a oggi sono in tutto dodici, dunque si tratta di un’altra scommessa tutta da verificare.

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Infine, altro punto fondamentale, è quello della dotazione “elettronica” della nuova Model 3. In molti parlano apertamente di auto “smart”, che potrà dunque fare concorrenza alle altre non solo sul fronte della propulsione, ma anche su quella della guidabilità e dell’affidabilità. Un prodotto dunque completo ed efficiente a 360 gradi, che secondo alcuni esperti rischia davvero di sconvolgere le regole del mercato dell’auto così come le abbiamo conosciute finora. Qualcuno prova anche a fare un paragone azzardato: potrebbe succedere, con le dovute proporzioni, quello che nel mondo degli smartphone è accaduto con l’avvento dell’i-Phone marcato Steve Jobs. D’altronde, le file davanti ai concessionari Tesla, in parte, ricordano proprio quelle che puntualmente si presentano davanti ai negozi Apple ogni volta che viene sfornata una novità tecnologica. Chissà che non sia di buon auspicio per Elon Musk e per la sua azienda di Palo Alto.

Elon Musk
Eric Piermont/AFP/Getty Images
Elon Musk, amministratore delegato di Tesla

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