Emmanuel Macron
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Economia

Effetto Macron su start-up e imprese

Il presidente francese punta sulle riforme e sull'innovazione per far crescere il paese

In un paese come la Francia noto per le leggi che tutelano i lavoratori e per una ricchezza individuale frutto soprattutto di eredità o di attività economiche nel settore del lusso, Emmanuel Macron ha deciso di cambiare le coseLo ha raccontato in una lunga intervista a Forbes, in cui ha spiegato di voler intercettare le opportunità del mercato semplificando le cose per gli imprenditori. 

Le prime novità introdotte

Nel primo anno del suo mandato, dunque, Macron ha spinto per una serie di riforme che hanno reso più facile assumere e licenziare le persone, ma ha anche messo in bilancio un investimento da 18 miliardi di dollari destinato alla formazione professionale per i prossimi cinque anni e ha previsto un sostegno per la disoccupazione per il numero crescente di piccoli imprenditori e freelance. Con il 2018, Macron punta a eliminare la “exit tax” del 30% che grava sugli imprenditori che vogliono lanciare un business all’estero.

Crescono gli investimenti 

Gli effetti di queste riforme si sono già fatti sentire. Non solo perché aziende come Carrefour e Group Psa hanno annunciato oltre 4500 licenziamenti, ma anche perché investitori stranieri hanno fatto sapere di volere investire 12,2 miliardi di dollari in Francia. Walt Disney, per esempio, spenderà 2,4 miliardi per far crescere il parco dei divertimenti Disneyland Parigi, la tedesca Sap destinerà 2,4 miliardi di dollari a centri di ricerca e per l'accelerazione di start-up, mentre Facebook Google sono a caccia di 150 specialisti dell'intelligenza artificiale.

Variabili socio-demografiche

Per la Francia, le riforme arrivano al momento giusto: il paese, infatti, si avvia a diventare il più popoloso d’Europa, sottraendo il primato alla Germania. Le nuove generazioni, inoltre, sono fra le più preparate dell'Unione Europea, complici scuole e facoltà che formano professionalità nei settori scientifici. Parigi intende anche capitalizzare le conseguenze che la Brexit avrà sui venture capitalist di Oltremanica. Per la prima volta nella storia, fa sapere la società di intelligence di mercato Dealroom, i fondi di investitori francesi nel 2017 hanno superato quelli degli altri paesi europei e al Ces di Las Vegas le start-up francesi erano il gruppo straniero più numeroso, a sei posizioni di distanza dagli Stati Uniti. 

Il record di Station F

Considerato che la Francia conta solo tre start-up con una capitalizzazione superiore a un miliardo di dollari, contro 22 del Regno Unito e 105 degli Stati Uniti è chiaro che decenni di una cultura anti-imprenditoriale non possono essere cancellati in un colpo, ma nel settore c'è fermento. Lo dimostra per esempio Station F, il più grande incubatore di start-up del mondo. A un passo dalla Biblioteca Nazionale sulla Rive Gauche, i 34mila metri quadrati di una ex-stazione merci sono stati trasformati, grazie al supporto filantropico di Xavier Niel, l’ottavo uomo più ricco del paese e l’unico che ha fatto fortuna grazie a internet. Al suo interno, sono al lavoro tremila giovani imprenditori. Trenta venture capitalist pagano seimila dollari l’anno per il privilegio di fare investimenti all’interno di Station F dove Facebook e Microsoft sperimentano le attività di società che potrebbero compare e Amazon e Google vanno a caccia di talenti. Non a caso, i francesi sono il gruppo di europei più numeroso che lavora nella Silicon Valley. 

Semplificare le cose per gli imprenditori

Station F, inoltre, ha anche un proprio programma a sostegno delle start-up e lo scorso anno ha ricevuto 4000 richieste di partecipazione da 50 paesi, ma solo il 5% delle candidature è stato ammesso. Attorno al complesso, intanto, sta crescendo una città residenziale e fornitorimettono a disposizione servizi accessori come le spedizioni e la stampa in 3D. Il governo francese dà il suo contributo con uno spazio ad hoc dove i giovani imprenditori possono gestire tutte le pratiche burocratiche e fiscali per il lancio della loro attività.

Per saperne di più:

- Chi è Emmanuel Macron, l’uomo che vuole cambiare la Francia

- Macron, l’uomo nuovo in mezzo al guado


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Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

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