Il ponte Morandi dopo il crollo
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Economia

Disastri in autostrada: dal Ponte Morandi a oggi, tutti i crolli

Era il 14 agosto del 2018 quando 43 persone morivano sotto il ponte di Genova, ma quel dramma non è stato l'ultimo

Mancava giusto l'incendio nel cantiere di costruzione del nuovo viadotto Polcevera a Genova, sulle ceneri del Ponte Morandi, per chiudere l'ennesimo annus horribilis delle autostrade.

La mattina del 31 dicembre 2019, intorno alle 5.30, ha preso, infatti, fuoco del materiale all'interno della pila 13 del cantiere di costruzione del nuovo Morandi e i vigili del fuoco non escludono l'errore umano. Nessun ferito, nessuna vittima, ma ancora una volta la gestione della questione autostrade torna a far parlare di sé.

E del resto sfogliando a ritroso le cronache dell'anno tremendo delle autostrade italiane non serve andare molto lontano.

A26: galleria Berté

Il 30 dicembre, infatti, intorno alle 18.30 è avvenuta la caduta di grossi calcinacci dal soffitto della galleria Berté sull'A26 all'altezza di Masone (km 13) in direzione Genova. La caduta di calcinacci non ha coinvolto nessun veicolo, non ci sono stati feriti e subito è stato convocato un vertice d'emergenza. Come sempre. Come ogni volta che qualcuno rischia la vita (o la perde) a causa dell'incuria delle autostrade italiane.

Specie il Liguria, dove il 91% del territorio è a rischio frane e smottamenti, viaggiare è un terno al lotto. A volte si è fortunati (come nel caso del crollo del Viadotto Madonna del Montequando una guardia giurata ha salvato la vita a decine di persone sbracciandosi affinché i veicoli in arrivo capissero che era venuto giù il viadotto) a volte meno (come nel disastro della vigilia di Ferragosto 2018 sul Ponte Morandi), ma la gravità del quadro non cambia.

Quel che succede è che ogni volta che cadono due gocce di pioggia viaggiare in Italia sulla rete autostradale è un rischio.

A21: una voragine di 10 metri

Nessuna vittima alla vigilia di Capodanno, come nessuna vittima il 25 novembre quando sulla A21 Torino-Piacenza nel tratto tra Asti e Villanova si è aperta una voragine di 10 metri nel cemento. Anche in quel caso la prontezza degli automobilisti ha evitato una strage, ma guidare in Italia non può e non dove essere una sfida al prossimo quadro di un videogame dove però si muore davvero. 

Guidare come fosse un percorso a ostacoli senza sapere se da un momento all'altro può crollare un pezzo di autostrada non può essere ammissibile oggi in Italia, tutti lo sanno, ma allo stato dei fatti nessuno fa niente per cambiare le cose.

A6: crolla il viadotto Madonna del Monte

Il 24 novembre 2019, ad esempio, una guardia giurata viaggiava tranquilla sull'A6 Torino Savona quando all'altezza del km.122 ha dovuto frenare di colpo. Davanti a lui la strada non c'era più. Il Viadotto Madonna del Monte era crollato trascinandosi dietro 30 metri di autostrada. I piloni erano stati falciati da una frana dovuta alle abbondanti piogge dei giorni precedenti e l'asfalto non c'era più.

L'uomo, 56 anni, ha però avuto la prontezza di riflessi di girarsi e vedere che dietro di lui arrivava un pullman carico di persone. La guardia giurata ha iniziato a sbracciarsi e per fortuna l'autista dell'autobus lo ha notato e ha frenato pensando a un malore. I due uomini hanno salvato decine di vite e altre di persone su vetture arrivate nei minuti seguenti. 

A10: smottamenti tra Albissola e Savona

Sempre a novembre sull'A10 tra Genova e Ventimiglia, tra Albissola e Savona in direzione di Ventimiglia per settimane è stato chiuso un tratto dell'autostrada a causa di uno smottamento del muro di contro ripa all'altezza del chilometro 39,7 a causa delle forti piogge.

Tragedie sfiorate, disagi, autostrade chiuse e solito triste balletto d'accuse tra Governo, società concessionarie ed enti locali in un calderone di incuria, cattiva gestione e denaro pubblico buttato alle ortiche per mancate verifiche e problemi sttovalutati.

Il Ponte Morandi

Intanto sulle ceneri del Ponte Morandi ancora si piangono le 43 vittime e i 566 sfollati che, dalla sera alla mattina, hanno dovuto lasciare le proprie case perché improvvisamente divenute pericolose se non sventrate dal crollo. E mentre la concessione a Autostrade per l'Italia non è ancora stata ritirata solo nell'agosto del 2019 gli ultimi brandelli del Morandi sono stati eliminati per costruire un nuovo ponte più sicuro e affidabile con la speranza che la fiducia di chi affida la propria vita e quella dei propri cari ai chilometri di asfalto delle autostrade italiane sia ben riposta.

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Barbara Massaro