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Economia

Def e manovra, le sfide per il nuovo governo

Il Documento di Economia e Finanza dovrà essere approvato con il disco verde di Lega e M5s. Ma occorre trovare 12 miliardi di risorse

Una data ufficiale sul calendario c’è già ed fissata al 10 aprile. Ma l’Unione Europea potrebbe concedere uno slittamento al governo italiano per la presentazione del Def, il Documento di Economia e Finanza che definisce il perimetro in cui si muoverà la politica economica del nostro Paese nei prossimi anni.

Fino a che ci sarà in carica il governo uscente, quello guidato dal premier Paolo Gentiloni, spetterà a lui in teoria il compito di presentare il Def entro le scadenze prestabilite. Tuttavia, poiché la geografia della politica italiana è completamente mutata dopo le elezioni del 4 marzo scorso, sarebbe meglio che a presentare il Documento di Economia e Finanza fosse un esecutivo diverso, che gode della la fiducia del Parlamento entrante. Per questo le autorità Ue non escludono di concedere una proroga.

O Lega o 5Stelle

Poiché nelle nuove Camere la Lega e il Movimento 5 Stelle hanno assieme la maggioranza dei seggi, il prossimo Def dovrà per forze di cose avere il benestare di almeno una di queste due forze politiche. Ma cosa ci sarà scritto, presumibilmente, nel Documento di Economia e Finanza? L’interrogativo resta al momento senza risposta.

Il Def, va ricordato, non è una vera e propria manovra economica come quella che viene approvata in autunno. Tuttavia, si tratta di un documento importantissimo, in cui vengono stabiliti a priori gli obiettivi del paese sull’ammontare del deficit, del debito, della cresscita del pil e degli altri principali indicatori di finanza pubblica.

Durante la campagna elettorale, la Lega e i 5 Stelle hanno puntato su alcuni temi forti come il Reddito di Cittadinanza (nel caso del movimento guidato da Luigi Di Maio) e l’abbassamento dell’età pensionabile con l’abolizione della Legge Fornero (nel caso della Lega). Si tratta di misure che costano miliardi di euro alle casse dello Stato e che si scontrano con le maglie molto strette del bilancio pubblico e con i rigidi paletti imposti all’Italia dall’Europa sul deficit.

Caccia a 12 miliardi

Già a partire dal prossimo anno, infatti, il governo di Roma (chiunque sia a guidarlo) dovrà trovare la belelzza di 12,5 miliardi di euro di risorse per disinnescare le clausole di salvaguardia, cioè gli aumenti automatici dal 22 al 24,2% dell’iva. Si tratta di impegni presi in passato dal nostro paese con l’Ue, in cambio di una certa dose di flessibilità sui conti pubblici.

Per disinnescare le clausole di salvaguardia c’è in teoria tempo fino alla prossima manovra economica autunnale. Intanto, però, c’è il rischio che già nei mesi a venire il governo sia impegnato a mettere in cantiere anche una manovra correttiva di 3,5 miliardi di euro, per aggiustare qualche piccolo sforamento di bilancio rispetto agli obiettivi dell’ultima legge finanziaria, quella scritta nel 2017 per l’anno 2018.

Il Piano delle riforme

Inoltre, assieme al Def ,il governo italiano dovrà presentare in primavera il consueto Programma nazionale di riforme. Si tratta di un documento in cui viene illustrato lo stato dell’arte delle riforme approvate in passato e in cui viene definito il perimetro della politica economica dei prossimi anni.

Quale piano di riforme vorrà mettere in cantiere un governo guidato dalla Lega o dal Movimento 5 Stelle? Che si tratti del Reddito di Cittadinanza o della rottamazione della Legge Fornero, non sarà facile confrontarsi su questi punti con le autorità di Bruxelles e con i rigidi parametri di bilancio imposti dall’Europa.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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