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Economia

Debito e deficit, perché l'Europa ci chiede 3,4 miliardi

Bruxelles pretende che l'Italia faccia un'altra manovrina dello 0,2% del pil. Colpa del nostro indebitamento troppo alto, più che del disavanzo

Alla fine, come previsto già in autunno, a Bruxelles hanno iniziato a chiederci il conto. Secondo quanto trapelato finora sui giornali, l'Unione Europea sarebbe in procinto di chiedere all'Italia di aggiustare i conti pubblici con alcune correzioni di bilancio. Repubblica parla della richiesta di una manovrina attorno a 3,4 miliardi di euro, corrispondente allo 0,2% del prodotto interno lordo, mentre Il Sole 24Ore riporta la notizia di una lettera che le autorità Ue stanno per inviare a Roma, per chiedere qualche chiarimento sulla nostra politica economica.

Come vadano le cose, si riapre così un capitolo che sembrava archiviato nei mesi scorsi, dopo la presentazione della Legge di Stabilità 2017, quando l'Europa aveva storto il naso sulla manovra economica del governo Renzi, sospendendo però il giudizio e rinviandolo a dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre.


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Ora che il referendum è cosa fatta e Renzi ha preso armi e bagagli per lasciare Palazzo Chigi, a sbrogliare il bandolo della matassa dovrà essere il suo successore, Paolo Gentiloni, affiancato ovviamente dal ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan che oggi ha già risposto per le rime a Bruxelles: "Vedremo se sarà il caso di prendere misure ulteriori per rispettare gli obiettivi" ha dichiarato al Tg3, "Bruxelles ci ricorda che l'Italia ha un debito troppo alto e questo lo sappiamo tutti, che avrebbe cominciato a scendere da quest'anno,
che non lo ha fatto perchè purtroppo siamo stati in deflazione nel 2016 e le condizioni di mercato non ci hanno permesso di completare il programma di privatizzazioni". In ogni caso, ha sottolineato, "la via maestra per abbattere il debito è la crescita che è la priorità del governo".


La zavorra del debito
A dire il vero, non si ancora bene se le richieste dell'Ue si tradurranno in una vera e propria manovra correttiva o se si aprirà una fase di confronto tra Roma e Bruxelles per trovare qualche soluzione intermedia. Sta di fatto, però, che le autorità comunitarie sembrano non voler andare tanto per il sottile e potrebbero avviare una procedura di infrazione contro il nostro paese (in parole povere potrebbero multarci), per gli scarsi progressi fatti nella riduzione del debito.


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È proprio il nostro gigantesco debito pubblico l'argomento che Bruxelles utilizza a suo favore per tirarci le orecchie. Per quel che riguarda il deficit, infatti, l'Italia avrebbe in teoria le carte abbastanza in regola. Con la Legge di Stabilità del 2017 il disavanzo programmato dal governo Renzi è pari al 2,4% del pil, ben al di sotto di quello di molti altri paesi e inferiore anche al tetto del 3%, imposto dal Trattato di Maastricht.


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Per Bruxelles, tuttavia, i numeri sul deficit non bastano. Ci vuole un impegno per ridurre il debito pubblico che negli ultimi anni, complice la crisi economica ma anche le politiche “espansive” del governo Renzi, ha continuato a salire senza sosta. Nel 2013, il rapporto tra debito e pil era sotto il 133%, poi è salito sopra questa soglia. Adesso, visto che lo Stato deve anche stanziare dei soldi per salvare le banche in crisi come Mps, l'indebitamento sembra destinato a crescere ancora di qualche decimale. Appaiono dunque ben difficili da raggiungere gli obiettivi esposti negli anni scorsi dal ministro Padoan, che sperava di riportare il debito al 120% del pil entro il 2019. È proprio per questa ragione che oggi il governo italiano può presentarsi a Bruxelles con ben poco potere contrattuale.



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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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