Debiti dello Stato verso le imprese: il mistero del sito fantasma
Economia

Debiti dello Stato verso le imprese: il mistero del sito fantasma

La piattaforma elettronica per la certificazione è "in manutenzione". Le aziende ancora a bocca asciutta: dei 100 miliardi ne sono stati stanziati finora solo 23,5

Articolo 27 del decreto legge 66 del 2014. Forse, per raccontare l'assurdità dei debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese private, è utile trascriverlo per intero:

"Allo scopo di assicurare la trasparenza al processo di formazione ed estinzione dei debiti, i titolari di crediti per somministrazioni, forniture e appalti e per obbligazioni relative a prestazioni professionali nei confronti delle amministrazioni pubbliche (...) possono comunicare, mediante la piattaforma elettronica (...) i dati riferiti alle fatture o richieste equivalenti di pagamento emesse a partire dal 1° luglio 2014, riportando, ove previsto, il relativo Codice identificativo Gara (CIG)".

Significa che da questa mattina le imprese che vantano crediti che la pubblica amministrazione non ha ancora pagato, possono segnalarlo su un apposito sito. E' desolante, ma nonostante il ministero del Tesoro sapesse dal 24 aprile che questa mattina la piattaforma sarebbe dovuta entrare in funzione, il sito è ancora inagibile.

Complessivamente su un totale stimato di circa 100 miliardi di euro di debiti verso le aziende, i soldi effettivamente andati a saldare le fatture sono solo 23,5 miliardi su un totale di 25 stanziati. Ma, attenzione, questi soldi sono stati messi a disposizione dal governo Letta mentre il governo Renzi, nel decreto di aprile, ha previsto la possibilità di accedere al factoring bancario (con garanzia pubblica) per le Spa che attendono di essere pagate.

I più letti

avatar-icon

Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

Read More