borse coronavirus
Ansa
Economia

Affondano le Borse. Cosa fare con gli investimenti

Coronavirus e guerra del petrolio stanno dilaniando i mercati, ma non è questo il momento di vendere. Anzi - Tutto sul Coronavirus

Abbiamo assistito al lunedì nero delle Borse mondiali, travolte dall'emergenza coronavirus e dal calo del petrolio dopo lo scontro tra l'Arabia Saudita che, sfidando la Russia, ha deciso di aumentare la produzione del greggio tagliando i prezzi. È stata la peggior chiusura in ribasso in una sola seduta dal 1998, secondo solo a quella del referendum per la Brexit nel 2016.

L'indice Vix, che misura la volatilità dei mercati, anche considerato l'indicatore della paura, dai 18 punti al momento della notizia del primo contagio, ha raggiunto i 58. Le Borse temono l'incertezza e l'emotività è il peggior consigliere degli investimenti. Nel dubbio si vende e mentre tutti fuggono dai mercati gli investitori più accorti fanno affari acquistando a basso prezzo. Invece, non si deve dimenticare che le perdite rimangono sulla carta finché non si vende e uscire dai mercati oggi può costare molto. Non per altro la parola crisi deriva dal greco krino e significa occasione per chi investe sul pessimismo altrui. Il risparmiatore è sicuramente disorientato e si chiede giustamente cosa fare.

Lo Speciale di Panorama.it sul Coronavirus

«Il coronavirus si è abbattuto sulle borse mondiali come la tempesta perfetta proprio nel momento in cui i listini erano ai massimi storici spinti dal continuo sostegno delle banche centrali». Il professor Francesco Rattalino, direttore ESCP Businness School, consiglia prudenza.

«Come in tutte le decisioni della vita farsi prendere dall'emotività non giova. Uscire dai mercati adesso, cioè a valori bassi per poi rientrare quando il mare si sarà calmato, cioè a valori alti, può essere molto costoso. Al contrario comprare adesso che tutti stanno fuggendo dalle borse potrebbe essere un'opportunità». Insomma, se ci si può permettere di aspettare, i soldi investiti non devono essere toccati. Il duplice effetto della guerra del petrolio e dell'epidemia hanno creato una miscela esplosiva. Eni è crollata del 20% ai suoi minimi e per il momento soffrono anche i titoli solitamente più tranquilli».

Allora che fare?

«In generale – spiega il professor Rattalino – non ci sono buone prospettive per i titoli petroliferi e sicuramente le azioni legate al ciclo economico saranno sotto pressione (servizi finanziari, commodities, etc) così come quelle dei settori più esposti ai danni conseguenti all'epidemia (viaggi, lusso e turismo). Generalmente i settori alimentari e le utilities di gas ed energia offrono maggior garanzia di tenuta, mentre i farmaceutici potranno avere performance interessanti. Per quel che riguarda i beni rifugio l'oro sarà in ascesa anche se siamo ai massimi mentre il dollaro deprezzerà verso l'euro a causa dei tagli da parte della Fed. Sul lato titoli di stato forse il miglior compromesso tra rischio e rendimento lo danno proprio i titoli italiani dato che i tedeschi e gli statunitensi in questo momento sono molto richiesti quindi ai loro massimi».

Possiamo fare una previsione su quanto durerà la crisi?

«Se confrontiamo l'andamento degli ultimi giorni delle borse asiatiche notiamo come le prime stiano iniziando a metabolizzare lo shock mentre Europa e Stati Uniti sono nel pieno della tempesta».

Ciò significa che, sostenuti dalle azioni delle banche centrali, i mercati potrebbero iniziare a riprendersi a breve?

«Fondamentale sarà la posizione presa a livello europeo e a livello nazionale».

Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha dichiarato che verrà dato "un sostegno adeguato alle difficili circostanze", mentre in Europa l'europarlamentare Isabella Tovaglieri, membro titolare della commissione industria ITRE, conferma che ci si prepara a discutere sulle azioni possibili per gli aiuti agli Stati membri in situazioni eccezionali per mitigare l'impatto del virus sull'imprenditoria, sul commercio e sul turismo del nostro Paese.

«La prossima settimana – conferma Tovaglieri - in occasione della riunione dell'Ecofin, ci attendiamo coralmente che la UE si muova su entrambe le direttrici della maggior flessibilità sulle regole di bilancio contenute nel Patto di Stabilità e degli aiuti economici. La Commissione Europea sta oggi valutando di rivedere le norme sulla concessione degli aiuti di Stato in situazioni eccezionali e di affiancare anche l'offerta di aiuti economici diretti a chi ne avrà maggiormente bisogno, dopo aver vagliato le istanze dei governi e delle categorie produttive».

I più letti

avatar-icon

Elena Fontanella