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Economia

Class action contro Volkswagen, ecco come fare

Un’azione di rivalsa può essere portata avanti solo a livello nazionale, anche se in Italia le norme sono ancora poco efficaci

“A questo punto noi chiediamo che vengano effettuate verifiche sulle emissioni tossiche sul territorio italiano, non solo per Volkswagen, ma per tutte le marche, e in caso di infrazioni noi saremo in prima linea nell’organizzare una class action dei consumatori”. Sono queste le parole con cui l’avvocato Barbara Puschiasis, responsabile consulta giuridica nazionale di Federconsumatori, commenta l’ipotesi dell’avvio di un’azione legale da parte di cittadini italiani nel caso anche nel nostro Paese dovessero emergere casi di falsificazione dei test sulle emissioni, come accaduto appunto per la Volkswagen negli Stati Uniti. Propositi battaglieri che però è bene chiarire fin dall’inizio, dovranno fare i conti con una legislazione che, non solo in Italia, ma anche a livello europeo, presenta su questo fronte ancora tutta una serie di limiti.

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“Innanzitutto – chiarisce la Puschiasis – è bene sgombrare il campo da notizie imprecise circolate in queste ore: non è possibile allo stato dell’arte condurre una class action di carattere europeo. A Bruxelles si sta lavorando ad una norma di questo tipo, ma al momento le azioni possono essere condotte solo a livello nazionale”. L’unico termine di paragone è quello che riguarda procedimenti contro una stessa azienda portati avanti da più associazioni di consumatori di Paesi europei. “Emblematico – ricorda la Puschiasis – è il caso riguardante alcune protesi sanitarie che rilasciavano nel corpo metalli pesanti. Contro l’azienda incriminata che fa capo alla multinazionale Johnson & Johnson è partita un’azione coordinata di varie associazioni, che però si stanno muovendo comunque tutte a livello nazionale”. Dunque, se non si può immaginare un’azione di carattere europeo, nel nostro Paese, nel caso, bisognerà optare per una class action tutta italiana.

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E però anche in questo caso non è che le cose vadano molto meglio. “In realtà in Italia – spiega la Puschiasis – questo istituto esiste, ma possiede un’efficacia decisamente minima. Sono infatti talmente tanti i vincoli e le pastoie burocratiche che bisogna superare, che in effetti le cause di class action andate a buon fine si contano sulle dita di una mano. E tra l’altro con risarcimenti che praticamente risultano irrisori”. Una situazione che però potrebbe presto cambiare. “In Parlamento infatti – sottolinea l’avvocato di Federconsumatori – è attualmente in discussione una nuova legge che se approvata darebbe rinnovato vigore all’istituto della class action, perché ne allenterebbe molti dei vincoli che al momento non permettono di portare avanti con efficacia delle azioni di gruppo”.

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Le associazioni dei consumatori spingono dunque a livello parlamentare per l’approvazione di tale nuove disciplina. “Nel frattempo in ogni caso – consiglia la Puschiasis – chiunque voglia intentare una class action è bene che si rivolga a noi o ad un’altra associazione dei consumatori. Anche perché, una tale azione si può condurre solo in gruppo, e dunque si tratta di raccogliere e vagliare i vari casi che si presentano per poter coordinare gli interventi. La speranza – conclude l’avvocato – è che nel frattempo venga approvata la nuova disciplina in discussione in Parlamento, così che se davvero dovessero partire delle azioni congiunte contro case automobilistiche, avremo finalmente a disposizione uno strumento decisamente più efficace”.   

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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