La Cina è la nuova superpotenza economica mondiale
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Economia

La Cina è la nuova superpotenza economica mondiale

Ammesso che Pechino abbia superato Washington, ecco i rischi legati al presunto sorpasso

La Cina come superpotenza

La Cina è la prima potenza economica mondiale? La Cina sta acquistando valuta, terreni agricoli, attività commerciali, finanziarie e immobili in tutto il mondo e così facendo si è conquistata la promozione a superpotenza? E se tutto questo è vero, la crescita cinese è stabile o rischiosa? E' certa o ancora tutta da confermare? Rispondere a domande come queste è sempre molto difficile, da un lato perché non è così facile prevedere come si evolveranno gli equilibri politici ed economici del pianeta in un contesto di fortissima interdipendenza come quello attuale. Dall'altro perché per capire non solo le ambizioni cinesi ma anche la possibilità che questo paese ha di realizzarle non si può prescindere da una serie di variabili interne che ne influenzano profondamente le scelte.



Cosa comprano i cinesi all'estero

Solo in Italia, dopo aver rilevato piccole percentuali di colossi come Eni, Enel, Generali, Telecom, Fiat and Mediobanca, solo per citare alcuni degli acquisti più recenti, i cinesi hanno messo le mani anche su brand più di nicchia come Roberta di Camerino o Krizia. Anche Miss Sixty è cinese, e a seguoti di un'allenza con 10 Corso Como è stato aperto a Shanghai anche il primo "Corso Como" orientale. E chissà se, col tempo, la collaborazione non si trasformerà in qualcos'altro.

Ma i cinesi non comprano solo in Italia, dove, come nel resto dell'Europa, la maggior parte delle acquisizioni è finalizzata all'importazione indiretta di brand già consolidati e know how. Vogliono i terreni agricoli dell'Australia e dell'Europa dell'Est, le risorse dell'Africa e dell'America Latina. In Asia del Sud e del Sudest, invece, spendono moltissimo per costruire quelle infrastrutture che renderanno un giorno lo scambio di importazioni ed esportazioni più rapido ed economico. E nello stesso modo inizieranno presto a muoversi anche nei Balcani, dove a metà dicembre hanno firmato accordi per investimenti per un valore di circa 10 miliardi di dollari.

La Cina è la prima economia del mondo?

Dati alla mano, il Fondo Monetario Internazionale ha confermato il sorpasso della Cina sugli Stati Uniti in termini di Pil, considerando come base il valore aggiustato per la parità del potere d'acquisto. Grazie a uno scarto di 0,2 trilioni di dollari (17,6 contro 17,4; 10,3 senza considerare la parità del potere d’acquisto), Pechino guida oggi la classifica delle superpotenze economiche mondiali, strappando a Washington un primato che quest'ultima ha mantenuto per ben 142 anni. Lo scarto tra le prime due economie del pianeta sarebbe poi destinato ad ampliarsi ulteriormente: nel 2019 il Pil cinese sfiorerà i 27 trilioni di dollari, quello americano supererà di poco il tetto dei 23.

Eppure, sono tanti gli esperti che mettono in discussione queste stime. Per motivi così semplici da finire con l'essere facilmente condivisibili: la maggior parte delle statistiche si basa su proiezioni fornite da Pechino, e è difficile credere che, soprattutto a livello locale, i dati siano raccolti in maniera precisa e meticolosa. Infine, non va dimenticato che quello cinese non è un mercato libero, il che vuol dire che le manipolazioni effettuate dal Partito potrebbero nascondere problemi ben più profondi di quelli già gravi (bolla immobiliare, efficienza del sistema finanziario, eccetera) denunciati da chi conosce bene l'economia cinese. Solo per fare un esempio, è interessante ricordare come la capacità di spesa pro-capite della Cina (11.868 dollari) sia oggi nettamente inferiore non solo a quella degli Stati Uniti (53.001), ma anche a quella di Turkmenistan (12.863) e Suriname (16.080).

Il futuro economico della Cina

Il futuro economico della Cina dipende dalla capacità che il paese avrà di continuare a crescere e a svilupparsi. Gli acquisti che Pechino sta facendo in giro per il mondo certamente mettono la nazione nella condizione di poter disporre di tutto ciò che le serve, dalle risorse alle tecnologie, per riuscirci. Ma è ormai chiaro che per completare l'opera serviranno le riforme. Quindi rilanciare la competitività è essenziale, ma farlo puntando sugli stimoli monetari sarebbe controproducente, perché così facendo il paese potrebbe essere trascinato in una pericolosissima crisi finanziaria. Ecco perché la Cina deve trovare un modo per lasciare più spazio al mercato aumentandone contemporaneamente il livello di trasparenza. Le nuove regole che facilitano l'entrata di capitali stranieri vanno in questa direzione. Se poi per raggiungere il suo obiettivo Pechino dovrà pagare un prezzo relativamente alto dal punto di vista della stabilità sociale non importa: per il bene di tutto il paese, inclusa la fetta di chi potrà essere danneggiata dalla transizione, a crescita e sviluppo nel lungo periodo va data la precedenza. Ecco perché, ritornando alla domanda iniziale, è ragionevole sostenere che la partita per il primato economico mondiale si chiuderà nei prossimo cinque, massimo dieci anni. E che vinca il migliore!

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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