Case: tutti i numeri delle occupazioni abusive in Italia
Il giro di vite voluto dal ministro Salvini porta alla ribalta un fenomeno nel quale si intrecciano emergenza abitativa, ma anche criminalità
Al netto delle polemiche politiche che si sono scatenate dopo la decisione del ministro Matteo Salvini di imporre un passo diverso agli sgomberi delle case occupate abusivamente, risulta senz’altro utile qualche dato in più per comprendere un fenomeno forse a volte sottovalutato.
E allora cominciamo subito con il dire che non esistono numeri uficiali su quanti siano gli immobili in Italia occupati abusivamente. Alcune stime, le più attendibili, parlano di circa 50mila abitazioni, concentrate soprattutto nei grandi centri urbani.
Non è un caso allora che proprio lo stesso ministro Salvini abbia chiesto ai prefetti di avviare dai prossimi giorni un censimento accurato di tutte le case che risultino a vario titolo occupate in maniera illegale.
La svolta: due sentenze del Tribunale di Roma
Ma quale potrebbe essere stato l’elemento che ha spinto il ministro Salvini a dare il via a un vero e proprio giro di vite sul fenomeno degli immobili occupati abusivamente?
La spiegazione potrebbe trovarsi in due sentenze del Tribunale civile di Roma, emesse negli scorsi mesi, che in sostanza hanno condannato lo Stato, e in particolare proprio il ministero dell’Interno guidato dal leader leghista, a risarcire in maniera cospicua, quei proprietari di immobili, che seppur forti di una sentenza esecutiva, non erano stati messi in condizioni, dalle forze dell’ordine, di rientrare legittimante in possesso delle proprie abitazioni.
Due sentenze che hanno stabilito un risarcimento valutato nell’ordine di circa 13 euro al mese per metro quadrato occupato abusivamente e non restituito ai legittimi proprietari. Due sentenze ancora, che hanno previsto dunque risarcimenti milionari,visto che si trattava di intere palazzine occupate: il primo di 3 milioni e il secondo addirittura di 28 milioni.
Da qui, probabilmente, la decisione del ministro Salvini, di porre la questione all’ordine del giorno, nel timore di vedersi sommerso da ricorsi, che potrebbero costare decine e decine di milioni di euro.
Famiglie, ma anche delinquenti
Ma i primi sgomberi messi in atto in particolare a Roma e a Milano, hanno subito acceso il fuoco delle polemiche, rendendo evidente il fatto che ciascun caso andrebbe preso in esame in maniera singola e specifica.
Se è vero infatti che spesso dietro alle occupazioni ci sono fenomeni di vera e propria criminalità, che in alcune zone di periferia delle grandi città esercita anche in questo modo il proprio controllo del territorio, d’altro canto è altrettanto evidente che spesso le occupazioni sono esercitate da nuclei familiari o da migranti senza fissa dimora, che sembrano non avere altra alternativa per darsi un tetto.
Una questione che richiama in maniera diretta e immediata il problema dell'emergenza abitativa nei grandi centri urbani, nei quali da anni si costruiscono sempre meno immobili popolari, e i pochi che vengono edificati spesso vengono assegnati con criteri molto discutibili.
Un problema che si è posto ad esempio in maniera drammatica con l’ultimo sgombero, in ordine di tempo, eseguito a Sesto San Giovanni, nel quale sono state coinvolte famiglie con bambini.
È chiaro che in questi casi, come ha riconosciuto lo stesso Salvini, bisognerà trovare subito soluzioni alternative, coinvolgendo attorno a uno stesso tavolo tutte le istituzioni territoriali, a cominciare dai sindaci.