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Sean MacEntee, Flickr
Economia

Carte di credito e insolvenza: anche l'Italia è a rischio?

Massimali troppo alti e crediti subprime in Usa hanno messo in ginocchio il sistema finanziario, potrebbe succedere anche qui?

Promuovere l'utilizzo delle carte di credito per sconfiggere il sommerso e rendere trasparente ogni transazione finanziaria.

Perché le carte di credito non risolvono i problemi dei sommerso

Secondo il governo giallo-rosso è questo l'uovo di Colombo per risolvere i guai del sistema Italia e tornare a veleggiare sereni tra i timonieri dell'Europa. Ma è davvero così? Il sillogismo che ipotizza il credito come soluzione al debito è, se non altro, ingenuo o frutto "d'ignoranza" come sostiene il Professor Giulio Sapelli, ordinario di Storia dell'Economia, che dice: "Coloro che hanno firmato questa manovra economica dimostrano una grande ignoranza e una scarsa conoscenza del sistema sociale su cui è fondata l'Italia"

E poi continua: "Gli italiani storicamente e culturalmente sono dei grandi risparmiatori e i soldi che hanno o li tengono in banca o li investono nell'immobile. Il problema, semmai, è capire come muovere quel denaro che resta fermo nelle banche, come fare circolare il contante, ma lo strumento delle carte di credito non è certo il più idoneo a sconfiggere il sommerso e a rimettere in moto l'economia".

USA: la crisi dei subprime

Negli Stati Uniti, all'alba della grande crisi del sistema finanziario basato sul credito subprime (2008)- ovvero a favore di clienti a grande rischio debitorio - è stata proprio la facilità di poter strisciare carte di credito dal massimale altissimo a mettere prima in ginocchio le banche e ora le famiglie perché l'unico modo per mantenere standard di vita di un certo tipo era indebitarsi utilizzando carte di credito il cui debito era impossibile da saldare.

Dopo gli anni bui dei mutui subprime di recente l'America è tornata a fare i conti con l'eccesso di credito al consumo che penalizza il consumatore al centro del vortice debito-credito in particolare per i prestiti universitari, per i piccoli acquisti (macchine, elettrodomestici, vacanze) e soprattutto per le carte di credito.

I numeri globali del debito creditizio

Dal fondo monetario internazionale avvertono che a livello globale il debito ha raggiunto la quota record di 164.000 miliardi di dollari e solo negli States i prestiti contratti strisciando la carta ammontano a quasi 800 miliardi di dollari

Le insolvenze sono in continua crescita e in particolare le prime 4 banche USA (Citigroup, Jp Morgan, Bank of America e Wells Fargo) hanno accumulato - i dati sono del 2017 - perdite su carte di credito per 12,5 miliardi di dollari, due miliardi in più rispetto all’anno prima.

L'Italia rischia di fare la fine degli USA?

Secondo il Professor Sapelli l'Italia non rischia una crisi subprime come come degli USA, soprattutto perché gli italiani hanno mediamente redditi più bassi ed è maggiore il livello di povertà e questo ostacola l'accesso al credito.

Certo, c'è la piaga delle carte revolving che, secondo l'economista "semplicemente non dovrebbero esistere". 

Eppure sono sempre di più le famiglie che, per onorare impegni finanziari gravosi, approfittano di questa sorta di salvadanaio senza fondo che, in pratica, permette di avere in prestito denaro a ciclo continuo però anche a tassi d'interesse altissimi e con lunga dilazione.

In Italia si stimano in circolazione oltre 3,5 mln di carte revolving a tassi d'interesse che sfiorano il 24% (l'usura scatta oltre il 25%) che non fanno che ingrassare le tasche di chi vive sulle necessità di coloro che non hanno accesso al credito.

Europa a rischio insolvenza

Il rischio insolvenza creditizia, comunque, sostiene Sapelli in Italia è meno elevato che altrove anche se i dati europei sono preoccupanti. Un recente rapporto del Fondo Monetario internazionale ripreso anche dal Financial Times sottolinea come le banche del vecchio continente si stiano  preparando ad affrontare il rischio di una bolla nel mercato del credito al consumo.

Secondo l'FMI in Europa si sta ingrossando un'onda di defoult che parte dai consumatori con perdite che potrebbero arrivare a miliardi di euro. I maggiori "azionisti" del debito, però, sarebbero gli inglesi della Brexit, i maggiori fruitori dello strumento finanziario della carta di credito.

I vantaggi del "cash"

Ancora il Professor Sapelli ricorda che persino gli Usa, ancora scottati dalla bolla subprime, oggi ricorrono sempre meno agli acquisti con carta a favore del "cash" e in Germania, addirittura, in molti ristoranti le carte non sono accettate.

"Il sommerso - dichiara l'economista - non si sconfigge indebitando i cittadini, ma lottando contro l'evasione fiscale in maniera efficace. E non è neppure così difficile - continua - basterebbe già ora incrociare i dati telematici e informatici che circolano a livello nazionale e internazionale per trovare i focolai evasivi, quelli che minano la stabilità del Paese"

"Invece, in Italia, - prosegue - i sistemi informativi (parlo di banche, catasto, anagrafe..etc) non si parlano e gli evasori marciano sulla difficoltà a incrociare dati e numeri".

Il problema, dunque, non è il contante, ma la mancanza di cultura della legalitàche fornisce alibi e scappatoie a chi non vuole rispettare le regole.


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Barbara Massaro