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(Ansa)
Economia

Contro il «caro bollette» dalla Romagna ecco la «comunità» tra comuni

Energia green di proprietà della PA. L'idea di una azienda sta diventando realtà

Nel sud degli Stati Uniti, ormai le Solar Community rappresentano una realtà pressoché quotidiana che può contare sul pieno appoggio della pubblica amministrazione. In Italia si è in attesa della pubblicazione dei decreti attuativi che rendano possibile applicare la Legge 199/21 varata dal Governo Draghi ormai un anno fa.

Nel frattempo, però l’Italia è stata travolta dalla crisi energetica e da un’impennata dei prezzi che rischiano di mettere in ginocchio non solo aziende e privati, ma anche i bilanci della Pubblica Amministrazione. Una soluzione, sostenibile anche dal punto di vista ambientale oltre che finanziario, arriva però proprio dalle comunità energetiche, modelli virtuosi che si fondano sul principio della condivisione di grandi impianti fotovoltaici che possono servire l’intero territorio di pertinenza di piccoli comuni.

“Ad oggi - spiega Andrea Prato CEO di Albatros, studio capofila di una associazione che riunisce un centinaio di professionisti come avvocati, commercialisti, ingegneri, agronomi e architetti e che si occupa di fornitura servizi alla PA, con particolare riferimento al settore delle rinnovabili – siamo assistenti al R.U.P. di 250 comuni di dimensioni medio piccole, interessati a creare comunità energetiche sui loro territori per sostenere anche i cittadini in un momento storico così complesso”. Di questi 250 comuni, 60 hanno già dato l’incarico a questa società di mettere a terra i progetti di comunità energetiche che, non appena verranno pubblicati in Gazzetta Ufficiale i decreti attuativi, potranno finalmente vedere la luce con oltre 150 MW complessivi di produzione energetica rinnovabile installata, fotovoltaica, idroelettrica e da bio masse.

“Il modello di Solar Community che proponiamo - continua Prato - è diverso da quello che abbiamo visto in Italia fino ad oggi perché consente alla Pubblica Amministrazione di ottenere un utile ragguardevole poiché diviene proprietaria al 40% degli impianti che si vanno a creare in aree pubbliche. In questo modo si consente ai Comuni di evitare il rischio d’impresa, di anticipare denaro e il possibile dissesto finanziario derivante da questa impennata di prezzi, nel quale incappano molti di quelli che hanno bilanci che non gli consentirebbero di assicurare ai cittadini i servizi necessari”.

Le stime fatte da Albatros per le 60 pubbliche amministrazioni da cui hanno ricevuto l’incarico per la realizzazione di altrettante comunità energetiche sono per numerosi impianti da massimo 1 MW: “Non ha alcun senso fare progetti per piccoli impianti che non consentirebbero ai Comuni di corrispondere ai fabbisogni delle comunità. Allo stesso modo non ha molto senso nemmeno creare comunità energetiche intercomunali, poiché la ripartizione degli incentivi si rivelerebbe molto complessa e di certo poco soddisfacente per le parti coinvolte”.

Tra le realtà che hanno colto l’opportunità del nuovo modello di Comunità Energetica proposto da Albatros c’è Civitella di Romagna, piccolo comune di 3625 abitanti che si trova sulle colline del Forlivese.del prezzo dell’energia stanno destabilizzando famiglie e imprese anche sul nostro territorio - spiega Claudio Milandri, sindaco di Civitella - per questo abbiamo pensato alla comunità energetica come soluzione al problema. Sapevamo anche che molti nostri cittadini e piccoli imprenditori si stavano informando per montare piccoli impianti privati e dunque siamo fiduciosi che, nel corso dell’assemblea pubblica che terremo tra qualche giorno in cui presenteremo i progetto sviluppato da Albatros, lo accoglieranno positivamente. Ma anche per quanto ci riguarda, come Comune, dopo le bollette di luglio e agosto scorsi siamo consapevoli che occorra un’alternativa che ci consenta di risparmiare, altrimenti corriamo il rischio di sforare il bilancio, e che al contempo sia sostenibile anche dal punto di vista ambientale. Confidiamo in una accelerazione della pubblicazione dei decreti attuativi per poi essere subito pronti a partire”.

Il progetto di comunità energetica così per come verrà realizzato in Romagna rientra in un nuovo sistema, denominato Local Hub, capace di integrare in un’unica piattaforma E-commerce di prossimità, welfare aziendale, servizi della Pubblica Amministrazione e consumo energetico consapevole. “L'integrazione con Local Hub - conclude Luigi Angelini, CEO di MediaTip, società che ha curato la nascita e lo sviluppo dell’hub virtuale - permette di cogliere due obiettivi nello stesso tempo: da un lato si produce e si consuma energia a km zero, con grandi risparmi economici per la comunità, dall'altro si immettono risorse nel tessuto del commercio e dell'artigianato locale. I contributi che ogni famiglia riceve ogni anno dal Gse, 4 centesimi a kw consumato, vengono infatti caricati in un wallet digitale che può essere speso unicamente sul territorio o utilizzato come mezzo di pagamento nelle colonne di ricarica Comunali. Un sistema vincente per tutti: per i Comuni che hanno entrate certe per diversi anni, per i cittadini che pagano meno l'energia e ricevono contributi e per il commercio locale”.

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Redazione