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Economia

Borse in rosso: pesa l'effetto yuan

L'indice Stoxx600, che contiene i principali titoli quotati nel Vecchio continente, ha bruciato 227 miliardi. Piazza Affari ha perso il 2,95%.

Piazza Affari, come le altre Borse europee, ha chiuso in deciso ribasso una una seduta dominata ancora dalle notizie in arrivo dalla Cina.

Per il secondo giorno consecutivo la Banca centrale cinese ha svalutato lo yuan di un altro 1,6% fissando il tasso di riferimento odierno intorno al quale la valuta può oscillare (di un più o meno 2%) a 6,3306 contro il dollaro.

Così, l'indice Stoxx600, che contiene i principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto il 2,74%, che equivale a 227 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati nella seduta.

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Nonostante l'apprezzamento di Fmi e Standard & Poor's, i mercati continuano a leggere questa mossa come un tentativo di Pechino di arginare il rallentamento dell'economia, in modo particolare dopo i deludenti dati sull'import/export di luglio. I settori maggiormente colpiti sono stati il lusso e l'automotive, le cui vendite sono molto esposte al mercato cinese, senza dimenticare le valute degli emergenti asiatici. Acquisti invece sul Bund, con il rendimento del biennale sui minimi dalla riunificazione tedesca. In questo quadro a Piazza Affari l'indice Ftse Mib ha chiuso con un tonfo del 2,95% a 22.997 punti.

Pioggia di vendite su Fca (-6,45% a 13,76 euro) più sensibile alla nuova svalutazione del renminbi che potrebbe rendere più difficili le esportazioni verso il Paese asiatico, che sta già scontando una flessione dei consumi interni. I timori innescati dalla Cina hanno fatto scivolare le maison italiane del lusso: Salvatore Ferragamo ha ceduto il 4,90% a 27,13 euro, Luxottica il 4,95% a 62,35 euro, Moncler il 3,93% a 16,83 euro. In casa del Lingotto è stata affossata dalle vendite anche Cnh Industrial (-3,96% a 7,995 euro), mentre Exor (-2,92% a 44,16 euro) ha messo a segno un altro colpo dopo l'acquisto di PartnerRe.

Con un'operazione da 287 milioni di sterline (405 milioni di euro), la holding della famiglia Agnelli è salita dal 4,3% al 43,4% in The Economist, il gruppo della celebre rivista di attualità finanziaria. (QUI I DETTAGLI)

L'ondata ribassista non ha escluso le banche: Montepaschi ha perso il 4,78% a 1,91 euro, Intesa SanPaolo il 3,11% a 3,358 euro, Unicredit il 2,92% a 6,135 euro, Banco Popolare il 2,34% a 15,41 euro. Capitombolo per Finmeccanica (-4,54% a 12,40 euro) dopo aver sofferto ieri in scia al downgrade in cassato dagli analisti di Goldman Sachs.

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Redazione Economia