retinger bilderberg
retinger bilderberg
Economia

Bilderberg: il gruppo dei "poteri forti" e le teorie del complotto mondiale

Il meeting di Torino del maggio 2018 richiama la storia del gruppo di potenti nato nel 1954 tra ricostruzione e Guerra Fredda, fino all'Europa unita e alla globalizzazione

Nato come gruppo neoliberista con l'intento di discutere i grandi temi dell'economia e della politica tra i più influenti think-tank del mondo occidentale, il gruppo Bilderberg si è riunito quest'anno a Torino, generando non poche polemiche e proteste sulla opportunità della sua presenza e sull'impatto della visita sulla città. Ripercorriamo le tappe principali della sua storia, dei principali membri e delle teorie cospirazioniste che si sono sviluppate negli anni di attività del gruppo.

Il Bilderberg è nato ufficialmente nel 1954, nel pieno della Guerra Fredda e della ricostruzione europea finanziata dal piano Marshall. Muove i primi passi proprio negli anni cruciali della nascita delle istituzioni europee e dell'Alleanza atlantica. Il nome Bilderberg fu preso dall'hotel olandese che ospitò la prima riunione ad Oosterbeck dal 29 al 31 maggio 1954.

I promotori del gruppo furono il consigliere politico di nazionalità polacca Jòzef Retinger, esiliato dal governo comunista nel dopoguerra. Assieme a lui il Principe Bernhard d'Olanda, di nascita e formazione tedesca. A rappresentare la grande industria multinazionale tra i fondatori del Bilderberg l'olandese Paul Rijikens a capo della Unilever. Tra i grandi banchieri invitati al primo meeting spicca il nome dell'americano David Rockefeller. I lavori furono organizzati dalla struttura ancor oggi in atto, un Comitato direttivo in rappresentanza di 18 nazioni coordinato da un Presidente e da un Segretario Generale onorario.

I membri su invito possono variare da un minimo di 120 ad un massimo di 200 ed includono figure di primissimo piano del settore finanziario e bancario, industriale, politico e diplomatico e dei media. Le riunioni del Bilderberg si svolgono rigorosamente a porte chiuse, secondo un programma che include grandi temi di respiro internazionale decisi dal Consiglio e divulgati preventivamente. La sicurezza attorno agli ospiti è massima, in particolar modo in seguito alle crescenti proteste di piazza che si sono intensificate negli ultimi anni nei confronti della riunione segreta dei grandi potenti. Una caratteristica che ha contribuito ad alimentare decisamente la tensione attorno alla riunione annuale del Bilderberg è il fatto che i giornalisti non siano invitati e che nessuna notizia possa trapelare in merito ai contenuti del convegno.

Proprio la natura pseudo-massonica degli incontri ha generato in oltre mezzo secolo di esistenza del gruppo Bilderberg una diffusa e convinta serie di teorie complottiste secondo le quali i potentissimi membri del consesso perseguirebbero l'obiettivo finale di plasmare e comandare il mondo globalizzato secondo un "nuovo ordine mondiale" disegnato da un'élite di oligarchi.

Già dai primi passi del Bilderberg si sono susseguite le ipotesi che la lobby politico-economica si fosse formata allo scopo di influenzare gli equilibri globali secondo una scansione parallela allo sviluppo del mondo occidentale postbellico dominato dagli Usa e diviso dalla Guerra Fredda.

Gli anni 50 e 60: il Gruppo Bilderberg e l' "Atlanticismo"

Proprio il rapporto con l'Urss e i suoi satelliti aprì l'ordine dei lavori della prima sessione del maggio 1954. Tra gli organizzatori era stato incluso un personaggio di spicco, il capo della CIA Walter Bedell Smith (che fu presente all'Armistizio di Cassibile il 3 settembre 1943 oltre che  consigliere militare di Eisenhower, che nel frattempo era stato eletto Presidente degli Usa). L'obiettivo principale del primo e dei seguenti meeting degli anni seguenti fu la creazione del consenso internazionale alle teorie americane del libero mercato, stimolato dagli effetti e dai finanziamenti inclusi nel piano Marshall. I critici della prima frazione della vita del gruppo lessero negli intenti la volontà di influenzare le scelte economiche dei Paesi europei e di blindare il modello capitalista. Tra gli ospiti della prima riunione figurava il Presidente della Fiat Vittorio Valletta.

Le origini naziste del fondatore

Il Principe Bernhard, nato e cresciuto in Germania, avrebbe aderito secondo gli archivi del NSDAP al partito di Hitler fin dalla prima ora almeno fino al 1934. In seguito fu organico alla IG Farben, il colosso della chimica tedesca che produsse lo  Zyklon-B usato nelle camere a gas. Nel 1976 il fondatore del gruppo Bilderberg fu coinvolto nell'affare delle tangenti noto come scandalo Lockheed.

Il fondatore Jòzef Retinger spia del Vaticano e della CIA?

Retinger fu attivo tra le due guerre come consigliere durante le rivolte messicane. Durante la Seconda guerra mondiale fu a capo del Governo polacco in esilio a Londra, dove venne in contatto con i Servizi inglesi e americani. Alla fine del conflitto fu paracadutato in Polonia  con armi e fondi per la resistenza. Esiliato dai governi comunisti, sarà vicino all'ambiente dei Gesuiti e sospettato di essere un agente del Vaticano. I teorici del complotto collegano il fondatore del Bilderberg alla sua opera di costruzione del Consiglio d'Europa e del Movimento Europeo. Tra i contatti italiani principali oltre a Vittorio Valletta, Retinger incluse il diplomatico italiano Pietro Quaroni ed Alcide De Gasperi, che fu il primo membro italiano del gruppo.

Il Bilderberg alimenta i conflitti nel mondo?

L'attività del gruppo è stata spesso correlata alla storia dei conflitti seguiti al 1945. Ad esempio l'incidente del Tonchino che scatenò la guerra in Vietnam fino al conflitto tra Europa e Serbia contro Slobodan Miloseviç fino ad arrivare alle "armi di distruzione di massa" di Saddam Hussein che fecero scoppiare la guerra in Iraq. I motivi delle pressioni del gruppo , secondo i complottisti avrebbero un duplice obiettivo: mantenere la popolazione in continua tensione e generare affari di grande valore alle lobby delle armi che farebbero parte del gruppo di potere.

Riduzione progressiva della sovranità nazionale tramite la globalizzazione

Il gruppo Bilderberg, che si riunisce prevalentemente in Europa e ogni 4 anni in Nordamerica, avrebbe seguito e plasmato direttamente le istituzioni europee che progressivamente avrebbero tolto la Sovranità agli stati membri tramite un azione di spersonalizzazione burocratica (gli accusatori indicano che l'80% delle leggi della UE siano state decise da funzionari non eletti) e tramite l'istituzione della moneta unica controllata dalla Banca Centrale Europea. L'azione di controllo sulla sovranità monetaria avrebbe un lungo passato, inaugurata negli anni del New Deal dal banchiere membro del Bilderberg David Rockefeller con l'Istituzione di un gruppo simile a quello del 1954, il Council On Foreign Relations.

Il potere del presunto "nuovo ordine" avrebbe ottenuto la propria forza politico-finanziaria con il sistema del debito sovrano degli Stati dell'UE, usato come strumento coercitivo nei confronti delle economie nazionali a vantaggio del sistema sovranazionale.

Gli accusatori del Bilderberg citano una situazione simile a quella europea tentata anche nel continente americano: i teorici del complotto tracciano la storia delle relazioni tra Usa, Canada e Messico, cercando di delineare le trame del disegno eversivo passando dall'idea di unificazione tra Canada e Usa, dalla quale avrebbero escluso il francofono Quèbec. Nel 1995 fu indetto nella Provincia canadese il referendum per l'indipendenza, che fu perso per un soffio dai separatisti. L'anno precedente la macchina economica dei poteri forti si era poi mossa con la firma degli accordi commerciali noti come NAFTA (North American Free Trade Agreement) che generarono la migrazione delle grandi aziende nordamericane verso il Messico causando la profonda crisi del comparto industriale americano ancora attuale. Nel 2005 i teorici del complotto avrebbero indicato nel meeting tra George W. Bush, Vicente Fox e Paul Martin la ratifica di un accordo segreto di unificazione politica e monetaria dei tre stati con adozione della moneta unica, l'"Amero".

Poveri, sottomessi e invasi

Una delle accuse ricorrenti nelle frequenti proteste in occasione delle riunioni annuali del Bilderberg sarebbe stata quella di avere favorito un flusso migratorio dai Paesi africani allo scopo di indebolire e spersonalizzare ulteriormente le identità nazionali d'Europa, oltre a quello di garantire un serbatoio di futuri consumatori in contrasto con una popolazione del vecchio continente in netto declino. Molte di queste tesi sono state fatte proprie dai movimenti politici anti-europeisti e nazionalisti emersi nell'ultimo decennio. Le condizioni di disagio socio-economico creerebbero le condizioni per realizzare il progetto di un nuovo "ordine mondiale".

I membri del Bilderberg sono figli dei "rettiliani"?

La tesi più curiosa dei complottisti si colloca nella più pura tradizione della letteratura fantastica del XX secolo: ben costruita e divulgata, l'idea della natura rettile del gruppo del Bilderberg si è divulgata dalle idee di David Icke, un cronista sportivo secondo il quale dietro alle figure dei potenti del gruppo si nasconderebbe una razza di gigantesche lucertole mutanti decise a conquistare il potere mondiale.

Tra gli invitati italiani alle riunioni del Bilderberg vi sono stati: Alberto Pirelli, Alcide de Gasperi, Ugo La Malfa, Guido Carli, Alberto Ronchey, Ugo Stille, Francesco Cossiga, Vittorio Valletta, Romano Prodi, Mario Draghi, Umberto Agnelli, Mario Monti, Tommaso Padoa-Schioppa e molti altri influenti politici, banchieri, imprenditori e diplomatici.

bilderberg
Keystone/Hulton Archive/Getty Images
Il Principe olandese Bernhard, tra i fondatori del gruppo Bilderberg. Nel 1976 sarà coinvolto nello scandalo Lockheed.

I più letti