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Economia

Scandalo Volkswagen: 8 cose da sapere sul dieselgate

Continuano le conseguenze negative per la casa di Wolfsburg dopo la truffa sui controlli: in arrivo anche una causa da 40 miliardi

Continuano a farsi sentire le conseguenze dello scandalo dieselgate che, partito dagli Stati Uniti, sta coinvolgendo circa 11 milioni di veicoli Volkswagen a livello mondiale. E per il momento a nulla sembra essere servito, a livello di umori generali, l'addio dell'ex amministratore delegato Martin Winterkorn, che pubblicamente ammise la truffa, sostituito alla guida del colosso tedesco dall'ex numero uno di Porsche  Matthias Müller.

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Ogni giorno infatti arrivano notizie di nuove iniziative, alcune anche clamorose, che vengono intraprese nei confronti della casa di Wolfsburg. Ultima in ordine di tempo l'idea di promuovere una causa da 40 miliardi di euro da parte degli azionisti della società. Ma vediamo allora nel dettaglio di ripercorrere tutti i momenti più salienti della vicenda, dal suo principio americano, ai suoi, per il momento imponderabili, sviluppi europei e mondiali.

1 - Il software incriminato

Tutto lo scandalo nasce dalle falsificazioni dei test con cui negli Stati Uniti sono state misurate le emissioni dei motori diesel 2 litri della Volkswagen. Sui motori in questione infatti era montato un software che in pratica riconosceva la situazione di test e imponeva al motore uno scarico di gas tossici inferiore al normale. In situazioni ordinarie di guida su strada infatti, sono state rilevate emissioni da 10 a 40 volte maggiori. Da qui, l’accusa, riconosciuta dalla stessa Volkswagen, di aver praticamente truccato i controlli.

2 - I modelli coinvolti

Secondo le stime ammesse dalla stessa Volkswagen sarebbero "circa 11 milioni" i veicoli che in tutto il mondo mostrano "discrepanze" nel motore diesel EA 189. Tra le vetture finite sotto accusa ci sono alcuni dei modelli storici della Volkswagen. Stiamo parlando infatti di Golf, Jetta, Passat, Maggiolino e Audi A3, la cui vendita negli Usa ora è stata del tutto sospesa in attesa dei risultati dell’indagine. Stiamo parlando tra l’altro di una fetta di mercato che per la casa di Wolfsburg vale solo in America circa il 23%, dunque una quota molto sostanziosa.

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3 - Multa e processo penale

Il dato più clamoroso, e che tra l’altro ha determinato le conseguenze più gravi, riguarda le sanzioni a cui Volkswagen potrebbe andare incontro negli Usa una volta accertate le proprie responsabilità. L’Epa, l’agenzia ambientale americana che sta gestendo la vicenda ha, come accennato, innanzitutto bloccato del tutto la vendita dei modelli incriminati sul territorio nazionale e ha inoltre ordinato il ritiro dal mercato di tutte le vetture dello stesso tipo vendute dal 2008. Come se non bastasse è pronta ad infliggere una pesantissima multa ai vertici di Wolfsburg: le previsioni più pessimistiche parlano di un importo che potrebbe addirittura raggiungere i 18 miliardi di euro. Infine, la Volkswagen sarà anche chiamata a rispondere penalmente della truffa messa in atto

4 - Borsa

E i primi danni di carattere finanziario si sono subito in Borsa. Nei primi due giorni dopo lo scandalo infatti il titolo Volkswagen ha perso mediamente dal 16 al 18%, con punte in fase di contrattazioni anche vicine al 22%. Tanto per dare un’idea più chiara di quello che è avvenuto, basti dire che i soci del’azienda ci hanno rimesso quasi 15 miliardi, con la capitalizzazione che è crollata a 63,33 miliardi dai precedenti 76,24. Tra l’altro il management Vw ha già deciso di accantonare 6,5 miliardi di euro per far fronte allo scandalo, ma potrebbero anche non bastare.

5 - Una causa da 40 miliardi

E proprio in seguito alle pesanti perdite registrate in Borsa, è arrivata l'ultima delle novità meno incoraggionti per Volkswagen. I grandi azionisti della società infatti sono intenzionati a fare causa, chiedendo 40 miliardi di euro, alla casa automobilistica. La notizia è stata riportata dal Sunday Telegraph citando Quinn Emanuel, il legale famoso per le sue vittorie in importanti class action, chiamato a seguire il caso. Quinn Emanuel, che ha vinto cause per quasi 50 miliardi di euro per clienti e rappresentanti di importanti gruppi, come Google, Sony e Fifa, sarebbe stato contattato dal gruppo Bentham (fondo specializzato nel finanziamento delle grandi cause legali) per preparare appunto un'azione legale a favore degli azionisti di Volkswagen che hanno visto sfumare miliardi di euro in borsa a seguito dello scandalo. Quinn Emanuel e Bentham starebbero contattando i maggiori investitori di Vw, compresi i fondi sovrani del Qatar e della Norvegia, per chiedere loro di unirsi all'azione legale. L'iniziativa dovrebbe partire in Germania in base al Securities Trading Act, ha lasciato intendere Quinn Emanuel, che spera di presentare la prima tranche di azioni legali entro febbraio. Lo studio legale sosterrà, secondo quanto riporta sempre il Sunday Telegraph, che l'atteggiamento di Volkswagen nello scandalo dei motori diesel costituirebbe una grave responsabilità nella gestione da parte del management, visto che se gli investitori avessero saputo della vicenda non avrebbero tenuto o scambiato azioni Vw.

6 - In Europa in arrivo test più severi

E le conseguenze dello scandalo si sono fatte sentire ovviamente anche in Europa, dove ora si pensa, tra le altre cose, di rivedere i test con cui vengono controllate le vetture diesel. Alle viste nell'Unione ci sarebbe un inasprimento dei criteri di selezionbe, che potrebbero costringere molti marchi, non solo la Volkswagen, a ritirare dal mercato alcuni modelli. I vari Stati membri intanto stanno inviando proprio alla Commissione Ue la propria posizione sugli aspetti dei nuovi test su strada, che, come detto, indubbiamente dovranno essere più trasparenti e rigorosi. In questo senso tra l’altro, se i ministri si sono mostrati più in linea con Bruxelles durante il dibattito pubblico del Consiglio dei trasporti, a livello di esperti del comitato tecnico Ue per gli autoveicoli, invece, molti Paesi, tra cui Germania e Italia, hanno manifestato una posizione più attendista. L'obiettivo della commissaria Ue al Mercato interno Elzbieta Bienkowska sarebbe comunque quello di arrivare al voto sui nuovi test già il prossimo 28 ottobre.

7 - In Italia parte l'inchiesta

La vicenda delle falsificazioni sta avendo sviluppi specifici in ogni singolo Paese coinvolto. Per quanto riguarda l'Italia, la procura di Verona ha aperto un fascicolo sulla vicenda, in merito alla quale risultano ora indagati Luca De Meo e Massimo Nordio, rispettivamente presidente e amministratore delegato, nonché direttore generale di Volkswagen Italia, e con loro altri 4 manager. Il reato ipotizzato dai magistrati è frode in commercio, e tra l'altro, la Guardia di Finanza ha perquisito la sede di Verona del gruppo tedesco e anche quella della Lamborghini a Bologna.     
         

8 - Pagine di giornali per chiedere scusa

Intanto i vertici della Volkswagen provano a mettere in campo anche iniziative di comunicazione che possano in un qualche modo portare a una sorta di riconciliazione con la propria clientela che dovrà sopportare i fastidi del richiamo del proprio veicolo. In Italia, in particolare, la casa automobilistica tedesca ha chiesto scusa ai clienti acquistando degli spazi sulle pagine di alcuni dei maggiori quotidiani nazionali.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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