Con Smart&Start Invitalia ha finanziato 353 start-up
DANIELE SCUDIERI / Imagoeconomica
Economia

Con Smart&Start Invitalia ha finanziato 353 start-up

Al convegno Italia-Usa su start-up e innovazione, l'a.d. Domenico Arcuri ha annunciato: “Presto il nuovo incentivo esteso a tutte le regioni italiane”

Più di 1.100 business plan presentati, di cui 353 già finanziati, per oltre 63 milioni di investimenti attivati. Sono questi i numeri di Smart&Start, l’incentivo promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico e gestito da Invitalia con l’obiettivo di sostenere le start-up a carattere fortemente innovativo situate nel Mezzogiorno.

Lo ha reso noto Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, nel corso del convegno Italia-USA sull’innovazione svoltosi oggi a Roma, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Fernando Napolitano, CEO di Italian Business & Investment Initiative, Corrado Tirassa, cofondatore di NxT Innovation, e Sean Randolph, presidente e CEO del “Bay Area Council Economic Institute” di San Francisco.

A poco più di un anno dall’avvio di Smart&Start, nel settembre 2013, Invitalia ha ricevuto 1.114 progetti di investimento. Le richieste di incentivi sono state presentate per circa il 30% da donne e per il 51% da giovani con meno di 36 anni. Il tasso di ammissione è stato del 35% circa: tra le iniziative agevolate, primeggiano quelle dedicate al cloud computing, all’e-commerce, alle infrastrutture ICT e alla green economy. "Smart&Start – ha sottolineato Arcuri - è stata la prima agevolazione pubblica interamente paperless, cioè gestita esclusivamente on line. Adesso siamo pronti a partire con i nuovi incentivi Smart&Start, che speriamo saranno operativi a breve. L’agevolazione – ha preannunciato l’AD di Invitalia – verrà estesa a tutte le regioni italiane, finanzierà progetti fino a 1,5 milioni di euro e conterrà condizioni di maggior favore per donne, giovani e Sud".

Il convegno Italia-USA è stato inoltre l’occasione per descrivere agli imprenditori e agli esponenti delle istituzioni la "ricetta" con la quale la Silicon Valley e la California sono diventate il fulcro dell’innovazione globale, integrando l’intervento statale con i capitali privati e creando una piattaforma ideale per gli innovatori, fatta di infrastrutture, università e centri di ricerca.

Il funzionamento di questo “ecosistema tecnologico” è stato illustrato da Sean Randolph, figura chiave della rivoluzione digitale e tecnologica californiana, da 16 anni presidente e CEO del “Bay Area Council Economic Institute”, l’organizzazione pubblico-privata che sostiene la competitività delle imprese nella Silicon Valley e nella regione di San Francisco e opera nell’area in cui è concentrato il più alto tasso di innovazione del mondo. Randolph ha inoltre spiegato in che modo le imprese italiane ed europee possono entrare in contatto con questa realtà e con quali benefici.

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