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Economia

Se la Germania prende sul serio il nostro rating di legalità

Il "bollino blu" delle correttezza d'impresa è stato lanciato tre anni fa e il primo gruppo a riconoscerlo è stato il tedesco Dussmann Service

Fa piacere che in Italia – Paese delle revisioni d’auto farlocche, delle certificazioni energetiche accondiscendenti e dei certificati antimafia per modo di dire – ci sia almeno un istituto di garanzia, nuovo, che piace e convince una multinazionale tedesca, la Dussmann Service, leader in Italia nel campo del “facility management”: è il caso del “rating di legalità”, il “bollino blu delle correttezza d’impresa lanciato nel 2013 dall’Antitrust in tandem con l’Anac, l’Autorità anticorruzione poi passata sotto la guida del magistrato Raffaele Cantone, che, nel settore, è stato riconosciuto prima di tutte alla Dussman.

“Il rating di legalità è un distintivo prestigioso”, osserva Pietro Auletta, 58 anni, CEO di Dussman Service Italia e membro del CDA Dussmann Group con responsabilità nelle Operazioni nell'Europa dell'Est, nel Medio Oriente ed in Asia. “Per il momento”, prosegue, “nelle gare attualmente in corso, il rating di legalità non trova ancora applicazione, ma dovrebbe essere pienamente introdotto nell’ordinamento con l’attuazione del nuovo codice degli appalti”.

L’altro fronte di “spendibilità” del nuovo rating dovrà essere – stando al dettato della legge istitutiva – quello creditizio. Per ora, i fatti vanno nalla direzione opposta: nel nuovo codice degli appalti è sparita la norma che consentiva alle aziende certificate Iso (un’altra certificazione prestigiosa, in materia di qualità) “di dimezzare le garanzie fidejussorie da presentare per le gare pubbliche, con costi enormi”.

Comunque, Dussmann ci crede, e questo gratifica il nostro sistema-Paese. Che del resto aveva inquadrato il rating di legalità come una cosa seria e non strumentalizzabile. Su un totale di 583 casi chiusi nei primi quattro mesi del 2016, sono state 418 (pari al 71%) le attribuzioni del Rating di legalità, con un incremento rispettivamente del 124% e dell'111% rispetto al primo quadrimestre 2015.

A questi dati si aggiungono 17 rinnovi e altrettante conferme, più 16 aumenti di punteggio. I dinieghi, invece, risultano in totale 27 (pari al 5%), con 3 sospensioni, 4 revoche e infine 81 archiviazioni. Dal gennaio 2013 - quando il rating è andato in vigore - al 30 aprile di quest'anno, su un totale di 2.828 richieste pervenute all'Antitrust, sono stati chiusi 2.430 casi (86%) e altri 398 sono ancora in corso (14%). Le attribuzioni del Rating risultano complessivamente 1.789 (74%), con 69 conferme (3%) e 41 riconoscimenti di maggior punteggio (2%). Completano il quadro dell'attivita' svolta finora dalla competente Direzione dell'Autorita' 104 dinieghi (4%), con 10 sospensioni (0,5%), 12 revoche (0,5%), 52 rinnovi (2%) e 353 archiviazioni (14%).

Il rating è un vero e proprio punteggio a stelle, da una a tre, che può essere dato alle imprese virtuose che hanno un fatturato superiore ai due milioni di euro annui e corrispondono a una serie di requisiti giuridici: titolare e dirigenti dell’impresa non devono avere precedenti penali o tributari, la stessa impresa oltre a non essere stata condannata nel biennio precedente per illeciti antitrust, deve effettuare pagamenti e transazioni finanziarie oltre i mille euro esclusivamente con strumenti tracciabili. E tutto questo, quando la legge sarà regolamentata, dovrebbe servire per ottenere agevolazioni “in sede di accesso al credito bancario”, recita il testo.

Tornando alla Dussmann, l’azienda ha totalizzato l’anno scorso in Italia un consolidato di 402 milioni di euro, di cui  il 35% nella ristorazione, 55% nella sanificazione e il 10% nelle facility e servizi di governance. Tra i clienti più importanti si annoverano: Ospedale Molinette di Torino, Asl di Alessandria, Trenitalia, Polizia di Stato, Marina Militare e Aeronautica Militare, Ministero dell’Istruzione, Carslberg, Edison, Apple, Oracle, Pirelli, Canon, Volvo, YSL.

La società realizza il 92% del fatturato con clienti pubblici - ed ecco perché la rilevanza attribuita al rating di legalità - e il restante 8% con i privati rivolgendosi a tutti i diversi mercati di sbocco soprattutto nel settore della sanità pubblica e nel settore "trasporti", in particolare per la pulizia delle carrozze ferroviarie.

Nel mondo, il gruppo Dussmann impiega oltre 70.000 persone in 17 paesi con circa 2 miliardi di euro di fatturato.

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Sergio Luciano