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DANIEL ROLAND/AFP/Getty Images
Economia

Scandalo Volkswagen: tutti i numeri della truffa sul diesel

Dalle perdite in Borsa alle vetture coinvolte, fino all’entità di una multa che potrebbe essere record

Non accenna a smorzarsi la vicenda delle falsificazioni dei test sulle emissioni che vede pesantemente coinvolta la Volkswagen e alcuni suoi motori diesel. Lo scandalo, partito dagli Stati Uniti, si sta infatti allargando all’Europa dove più di una voce si è alzata in queste ultime ore per chiedere che l’Unione apra un’inchiesta per verificare se anche nel Vecchio Continente la casa di Wolfsburg abbia potuto falsificare i controlli. In attesa dunque che il board del colosso tedesco decida il destino, praticamente già segnato, del proprio amministratore delegato Martin Winterkorn, che tra l’altro ha ammesso pubblicamente le responsabilità dell’azienda, vale la pena scorrere i numeri di questa vicenda che diventano giorno dopo giorno sempre più significativi e per taluni aspetti incredibili.

-35 per cento

È il valore delle perdite accumulate finora dal titolo Volkswagen in Borsa. Dopo due giorni in cui si sono registrati due veri e propri crolli dell’ordine del 16-18%, stamane in apertura le azioni Vw sembrano riuscire a contenere in maniera più decisa le perdite. Ma gli azionisti in ogni caso dovranno leccarsi per lungo tempo le ferite, visto che solo in termini di capitalizzazione la casa di Wolfsburg in questi giorni ha perso qualcosa come 15 miliardi di euro.

Da 10 a 40

È la proporzione che più sta facendo scandalizzare il mondo. Le emissioni reali dei motori diesel 2 litri della Volkswagen messi sotto inchiesta negli Usa, sarebbero state infatti appunto da 10 a 40 volte maggiori di quelle registrate in maniera artefatta durante i test di controllo. Il tutto grazie a un particolare software che applicato sui motori sapeva riconoscere le condizioni di test, e faceva in modo che per quell’occasione le emissioni tossiche fossero appunto nettamente inferiori.

480mila

È il numero totale di vetture che solo negli Stati Uniti sarebbero state vendute dopo la falsificazione dei test. Si tratta dei modelli Golf, Jetta, Passat, Maggiolino e Audi A3, la cui commercializzazione al momento è stata del tutto sospesa. L’Epa, l’agenzia ambientale americana che ha aperto l’inchiesta su Volkswagen, ha anche imposto che i veicoli in questione venduti a partire dal 2008 vengano del tutto ritirati dal mercato.

11 milioni

Tanti sarebbero invece i modelli equipaggiati con motori diesel EA 189, che sono appunto i propulsori 2 litri della Volkswagen finiti nello scandalo. Una buona metà di essi tra l’altro circolerebbe in Europa, ed è dunque anche per questo che da più parti si chiede che l’Unione attivi subito una commissione ad hoc che possa fare piena chiarezza sulla vicenda. Quello che dovrà in pratica essere appurato è se anche nel Vecchio Continente la Volkswagen abbia truccato i test e se magari, e questo allargherebbe ancora di più lo scandalo, altri grandi marchi, sulla falsariga della casa di Wolfsburg, abbiano illecitamente aggirato le regole.

18 miliardi di euro

È la vera spada di Damocle che pende sulla testa di Volkswagen e che tra l’altro in queste ore ha fatto fibrillare in maniera vistosa le Borse: stiamo parlando della multa che l’Epa potrebbe infliggere al colosso tedesco. La cifra in questione rappresenta il tetto massimo a cui potrebbe arrivare una sanzione, e in molti già prevedono che probabilmente alla fine ci si attesterà su numeri più bassi. In ogni caso parliamo di somme enormi, che potranno avere effetti molto destabilizzanti sul bilancio dell’azienda. C’è inoltre da aggiungere che, oltre alle sanzioni pecuniarie, i vertici di Vw negli Stati Uniti saranno chiamati a rispondere anche penalmente dell’accaduto.

6,5 miliardi di euro

È la quota che il board di Volkswagen ha deciso per il momento di accantonare per far fronte alle conseguenze dello scandalo. Si tratta di una somma del tutto provvisoria che probabilmente è destinata alla fine ad aumentare. Ovviamente, è facile immaginare che si tratta di una voce di spesa del tutto straordinaria che alla fine dell’anno avrà effetti molto depressivi sul bilancio complessivo. Una circostanza che quindi sta allarmando non poco i tanti azionisti della casa di Wolfsburg.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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