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TIMOTHY A. CLARY/AFP/Getty Images
Economia

Perché Amazon ha scelto di puntare sull'alimentare

L'obiettivo è creare una piattaforma di scambio che interagisca contemporaneamente con consumatori e produttori

Il colosso del retail onlineAmazon ha acquistato Whole Foods, una delle principali catene di distribuzione alimentare degli Stati Uniti. Un'operazione da quattordici miliardi di dollari, che in Italia non ha avuto particolare risonanza semplicemente perché il bacino d'utenza di Whole Foods è concentrato in America. In realtà, l'operazione ha una grande rilevanza anche per noi, perché promette di rivoluzionare il modo in cui il cittadino comune fa la spesa – del resto, Amazon ha di fatto trasformato completamente il modo con cui acquistiamo non solamente i libri da leggere, ma moltissimi altri oggetti.

Come fare la spesa su Amazon

Ora la società di Jeff Bezos ha sviluppato le tecnologie e, almeno negli Stai Uniti, la rete commerciale necessarie a smistare e a consegnare gli ordini in tempi rapidissimi. Se fino a poco tempo fa ipotizzare di ricevere sotto casa cibi freschi ordinati online poco tempo prima sembrava un obiettivo difficilmente realizzabile su larga scala, ora non è più così.

L'idea di base non è nuova: nel nostro Paese, ad esempio, ci sono servizi come FruttaWeb che già operano efficacemente nel settore. Secondo gli analisti, però, il vero obiettivo di Amazon non è quello di inserirsi in un mercato in crescita come quello degli alimentari freschi di qualità. Piuttosto, Bezos avrebbe in mente di sfruttare il modello costruito negli anni attorno ad Amazon in un nuovo ambito.

Il progetto integrato di Amazon

In altre parole, presto Amazon potrebbe dare vita a una rete integrata di fornitori alimentari e diventare una piattaforma di scambio che interagisca tanto con i consumatori quanto con i produttori, così come avviene già per tanti prodotti non deperibili. Gli strumenti per riorganizzare una catena distributiva che da secoli si basa sul concetto di andare al negozio preferito per scegliere le primizie ci sono: basti pensare al sistema di consegne tramite droni che Amazon ha avviato alla fine dell'anno scorso, o al nuovissimo "Dash Wand", un piccolo aggeggio che consente di fare acquisti semplicemente attraverso il codice a barre di un prodotto che si ha già in casa, o anche tramite comandi vocali.

Con un simile arsenale tecnologico e con le scorte di Whole Foods, non è difficile immaginare che Amazon possa imporsi rapidamente come intermediario principale nel commercio dei cibi freschi, generando profitti enormi anche per una società che già fattura quasi 140 miliardi di dollari e che in poco più di vent'anni di attività ha reso il suo fondatore il quarto uomo più ricco del mondo.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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