Mps
ANSA/FABIO DI PIETRO
Economia

Mps: ecco quanto vale oggi

L'azione della banca senese, dopo l'attacco speculativo e il sorprendente recupero, ha un prezzo di 0,75 centesimi, meno di un caffè

Mps è "risanata e investire è un affare” ha detto il premier Renzi per fermare la speculazione sul titolo e tranquillizzare gli italiani.

Ma quanto vale? Poco meno di 1,9 miliardi di euro.

Una singola azione dell’istituto toscano a chiusura della giornata, ultima seduta della settimana, ha il prezzo di 0,75 centesimi: meno di un caffè, di una merendina al distributore automatico o circa la metà di quello che ci vuole per comprare un litro di latte intero al supermercato.

Restando a Piazza Affari, valgono di più le Tod’s di Della Valle, il patron della Fiorentina (la squadra del cuore di Renzi), con una capitalizzazione di oltre 2 miliardi, mentre i piumini Moncler hanno un valore di Borsa quasi doppio: 3,2 miliardi di euro.

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Dopo la carneficina di inizio settimana sui titoli bancari, l'uscita pubblica di Renzi sulla banca senese, finita sotto attacco della speculazione internazionale, sembra comunque aver avuto un discreto successo.

Il titolo oggi ha chiuso con un rialzo di +2,74%. Giovedì il balzo è stato addirittura del 43% dopo tre cali consecutivi che hanno portato il valore del titolo a 0,51 centesimi di euro.

Forse, però, più delle parole del premier pronunciate giovedì, sono servite quelle di David Serra, numero uno dell’hedge fund londinese Algebris e sostenitore del premier italiano.

Mercoledì sera, dopo la peggiore seduta per il titolo della banca (-22%), che ha fatto scendere la capitalizzazione a poco più di 1,5 miliardi di euro, Serra non ci ha pensato due volte e ha dichiarato pubblicamente che avrebbe investito massicciamente con in suoi fondi nell'istituto senese.

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O forse, come ha ricostruito la Stampa stamane, a contare è stato il Tesoro che mercoledì ha detto di esser pronto a mettere sul piatto 40 miliardi di euro come garanzia delle sofferenze dell’istituto al posto della Cdp, facendo fallire l’attacco speculativo messo in atto da tre fondi speculativi americani.

A scatenare la bufera sulle banche sarebbero stati, secondo il quotidiano torinese, tre hedge fund vicini alle società specializzate nel recupero di crediti deteriorati, che, basandosi sulle garanzie ipotizzate a carico della Cdp (5 miliardi) comunque non sufficienti a coprire i 24 miliardi di sofferenze in pancia alla banca senese, avrebbero scommesso pesantemente sul ribasso del titolo.

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L'obiettivo era guadagnare su un possibile rialzo dello spread italiano alimentato dalle preoccupazioni su un possibile dissesto o una risoluzione di Rocca Salimbeni e comprare a prezzi stracciati un bel pacchetto di sofferenze di Mps.

"Su Mps si è abbattuta la speculazione ma è un bell'affare, ha attraversato vicissitudini pazzesche ma oggi è risanata, è un bel brand" ha detto il premier.

Sarà, ma da più di un anno l’istituto fatica a trovare un acquirente.

E l’unica soluzione possibile all’orizzonte, stando ai rumors, è quella di un accorpamento con UBI, il cui numero uno Victor Messiah, lo scorso autunno, ha detto chiaramente di non accettare che lo Stato obblighi il suo istituto ad accollarsi la responsabilità di Mps. Staremo a vedere.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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