Mps, cosa aspettarsi dopo l'aumento di capitale
Fabio Di Pietro/Ansa
Economia

Mps, cosa aspettarsi dopo l'aumento di capitale

Nozze con un'altra banca e sostituzione di Profumo al vertice. Ecco gli scenari che si aprono adesso dentro l'istituto toscano

Via libera all'aumento di capitale da tre miliardi di euro, con una maggioranza “bulgara” superiore al 97% degli azionisti presenti. Si è conclusa così l'assemblea straordinaria di ieri di Banca Monte dei Paschi di Siena, in cui sono stati riconfermati i vertici dell'istituto ed è stata appunto messa in cantiere la ricapitalizzazione preannunciata da tempo, che dovrebbe partire nella seconda metà di maggio ed essere sottoscritta a giugno.


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Si tratta di un'operazione necessaria dopo le pesanti perdite di oltre 5 miliardi di euro,  registratesi nel bilancio 2014 di Mps a causa di alcune svalutazioni imposte dai nuovi criteri di classificazione del patrimonio, secondo le regole fissate dalla Banca Centrale Europea (Bce).


Nozze in vista

A parte questi dettagli tecnici, però, il via libera di Siena all'aumento di capitale significa l'apertura di una fase nuova per il gruppo creditizio toscano, ben sintetizzata dalle frasi pronunciate dall'amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola. Davanti ai soci riuniti nell'assemblea, Viola ha parlato infatti di una banca che si presenta “con il vestito stirato e con le carte in regola”, in vista di una futura aggregazione. Il Monte dei Paschi, dunque, si prepara alle nozze con qualche altra banca, anche se non si sa bene ancora con chi e con quali modalità. Dopo il decreto del governo Renzi che costringe le banche popolari a trasformarsi in società per azioni, molti esponenti della comunità finanziaria hanno iniziato a scommettere su un'aggregazione tra Siena e il gruppo Ubi. Da quest'ultimo, che delle popolari italiane e l'istituto maggiore, è arrivata tuttavia da tempo una smentita, per bocca del consigliere delegato, Victor Massiah. Chi sarà, allora, il nuovo partner di Mps? Forse le frasi di Massiah sono solo di circostanza e Ubi sta valutando davvero se convolare a nozze con il Monte dei Paschi. Non mancano però gli scettici come gli analisti di Equita Sim, che intravedono ben poche sinergie operative tra Ubi ed Mps. Per questo, circolano da tempo alcune ipotesi alternative, che considerano più probabile un'alleanza del Monte dei Paschi con una banca straniera come la francese BnpParibas (che in Italia già controlla Bnl) oppure le spagnole Santander e Bbva.


La successione di Profumo

Chiunque sia il nuovo partner, una cosa sembra certa: a gestire il matrimonio non sarà l'attuale presidente di Mps, Alessandro Profumo. La sua missione è infatti ormai quasi conclusa: "non mi sono candidato al rinnovo del mandato ma mi è stato chiesto di accompagnare la banca nell'aumento di capitale”, ha detto ieri Profumo. Non a caso, c'è una società di cacciatori di teste, la Korn Ferry, che sta vagliando i nomi di un possibile successore alla presidenza. A conferirle l'incarico, ovviamente, è stato il nocciolo duro di azionisti che oggi hanno la maggioranza della banca: la Fondazione Mps, il fondo Fintech del messicano David Martínez Guzmán e i brasiliani di Btg Pactual.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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