Ilva, Lucchini, Ast, Electrolux: le aziende salvate nel 2014
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Economia

Ilva, Lucchini, Ast, Electrolux: le aziende salvate nel 2014

Le principali vertenze concluse dal Governo Renzi che hanno permesso di rimettere in gioco importanti gruppi industriali italiani

Dall'inizio dell'anno il governo Renzi ha chiuso diverse vertenze con le quali "sono stati salvati oltre 20.000 posti di lavoro" ha rivendicato il premier nella conferenza stampa seguita al Cdm della vigilia di Natale. Ecco di seguito le più importanti a cominciare da quelle legate al settore dell'acciaio.

Ilva

Dopo i guasti dei Riva e 18 mesi di gestione commissariale, a sanare il secondo piu' importante sito siderurgico d'Europa arriva lo Stato. Sara' una "nazionalizzazione" a termine (da 18 a 36 medi) per realizzare il risanamento ambientale, preparare il rilancio produttivo e garantire i livelli occupazionali (15.000 dipendenti di cui 11.500 solo a Taranto). Per preparare l'intervento pubblico da gennaio l'Ilva andra' in amministrazione straordinaria con uno o tre commissari. Fra i primi obiettivi della nuova gestione ci sara' quello di riuscire a mettere le mani sul miliardo e 200 mila euro sequestrati ai Riva e destinati dal tribunale di Milano alla realizzazione degli adempimenti previsti dall'Autorizzazione Integrata Ambientale.   

Lucchini-Piombino

All'inizio di dicembre va in porto la cessione del gruppo Lucchini, proprietaria dell'acciaieria di Piombino, al gruppo algerino Cevital. Alla firma del contratto preliminare il presidente del gruppo Cevital conferma l'impegno a aumentare i livelli occupazionali. L'acquisizione dovrebbe chiudersi nel marzo 2015. Cevital ha promesso investimenti per 400 milioni di euro e la realizzazione di due forni elettrici capaci di portare la produzione a 2 milioni di tonnellate di acciaio l'anno. Fin da subito saranno assunti 1.860 lavoratori. Il gruppo algerino ha acquisito i rami di azienda Lucchini Piombino, Lucchini Servizi e Vertek Piombino oltre alle azioni (69,27%) di Gsi Lucchini.     

Lucchini-Servola

A fine novembre il commissario straordinario della Lucchini Piero Nardi vende la Ferriera di Servola (Trieste) al gruppo cremonese Arvedi. L'azienda italiana si è impegnata a investire 170 milioni di euro di cui 10 per la messa in sicurezza dei suoli e 15 per il risanamento ambientale degli impianti, 145 milioni garantiranno l'ammodernamento degli impianti. L'accordo prevede il riassorbimento di 410 lavoratori di cui 380 già reimpiegato e altri 30 a fine anno.   

Ast Terni

Alla fine di quattro mesi di trattative segnate anche da momenti di forte tensione, il 3 dicembre si chiude la vertenza sull'acciaieria di Terni di proprietà della ThyssenKrupp. L'accordo si chiude con 140 milioni di investimenti e 290 esodi incentivati (l'azienda ne aveva chiesti 550).   

Termini Imerese

Dopo anni di cassa integrazione e tante illusioni l'ex stabilimento siciliano della Fiat torna a produrre auto. Non ci sarà la Fiat ma la Blutec, una newco del gruppo Metec/Stola dell'imprenditore Roberto Ginatta. L'accordo siglato il 23 dicembre scorso al Mise prevede un piano industriale per la produzione di componentistica per auto e la progettazione e realizzazione di due auto ibride. Il piano prevede il riassorbimento entro il 2018 dei 760 lavoratori dello stabilimento siciliano. Tutto questo a fronte di un investimento programmato di 96,5 milioni. La Regione Siciliana dovrebbe intervenire con 140 milioni.       

Electrolux

È stato il primo successo del governo Renzi messo a punto lo scorso maggio. Dopo nove mesi di trattative l'azienda svedese che voleva delocalizzare parte della produzione in Polonia decide di tenere aperti tutti e quattro gli stabilimenti italiani, Porcia (Pordenone), Susegana (Treviso), Solaro (Milano) e Forlì e di investire 150 milioni. In cambio ottiene decontribuzione dei contratti di solidarietà, sostegno per l'innovazione, più flessibilità e aumenti della produzione.

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