Il futuro dell’auto secondo Marchionne
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Il futuro dell’auto secondo Marchionne

Il numero uno di Fca propone fusioni tra big, ma resta per ora inascoltato. E intanto va a scuola dai leader dell’hi-tech

Non si può certo affermare che a Sergio Marchionne manchino tenacia e caparbietà, come ampiamente dimostrato in questi anni, prima alla guida di Fiat, e poi della nuova Fca nata dalla fusione del Lingotto con Chrysler. L’ennesima conferma arriva dalle conseguenze che ha fatto seguire alle sue ultime affermazioni in tema di consolidamento dell’industria automobilistica. Qualche giorno fa infatti, in occasione della presentazione del bilancio trimestrale di Fca, il manager con pullover aveva parlato della necessità impellente, per i grandi player dell’auto mondiale, di unire le forze per evitare un crollo del settore sotto il peso di costi divenuti ormai insostenibili. Un allarme, che assomigliava molto ad una sorta di appello, che però, per ora, non sembra essere stato accolto da nessuno dei big dell’automotive.

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E allora Sergio Marchionne ha deciso di far seguire alle parole i fatti. Nella stessa occasione infatti, l’amministratore delegato di Fca, aveva affermato che in caso di mancate risposte dai leader dell’industria automobilistica tradizionale, si sarebbe rivolto ai grandi protagonisti dell’hi-tech che stanno attualmente lavorando a grandi novità nel campo dell’automazione. E così nei giorni scorsi il manager italo-canadese è stato in visita in California dove ha incontrato i numeri uno di Apple e Tesla, rispettivamente Tim Cook ed Elon Musk, e dove ha avuto anche la possibilità di fare un giro sull’auto senza guidatore di Google. Una sorta di atto dimostrativo, di provocazione in pieno stile Marchionne, che chiarisce però a quali tecnologie il numero uno di Fca stia guardando e pensando per il futuro dell’auto.

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Un futuro che dunque innanzitutto dovrà essere sempre più tecnologico, fino all’estremo dell’auto capace di circolare senza guidatori. Una prospettiva questa che negli Stati Uniti è considerata sempre meno utopistica. Basti pensare che nei pressi di Detroit sta per sorgere una città, battezzata M City dove 'M' sta per Michigan, interamente popolata da robot, dove potranno scorrazzare per dei test senza timore di incidenti proprio le vetture senza conducente su cui molte aziende automobilistiche e tecnologiche, tra cui Google appunto, stanno scommettendo sempre più insistentemente. Il tutto tra l’altro in vista di un approdo sul mercato entro pochi anni. Discorso analogo vale poi per quanto concerne l’eco-compatibilità delle autovetture del futuro. In questo senso Marchionne si è detto ''molto colpito'' di quanto fatto da Musk, il fondatore di Tesla, la casa che produce solo auto elettriche, anche sportive.

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E questo nonostante sia nota l’avversità che finora il numero uno di Fca aveva palesato per vetture di questo tipo. In passato infatti, Marchionne aveva annunciato l’intenzione, in campo ecologico, di puntare sulle auto al metano, e di lasciare in produzione un po’ di vetture elettriche negli Stati Uniti, solo per rispettare alcune norme locali. Ora invece, la ricerca di quel consolidamento e di quella razionalizzazione dei costi della propria industria, secondo lui assolutamente necessari, lo portano a guardare con interesse rinnovato anche le auto elettriche. D’altronde il manager italo-canadese è convinto di avere ragioni da vendere, e a chi ha ignorato finora le proposte di fusione tra big dei motori, ha risposto senza peli sulla lingua sostenendo che certi commenti negativi non lo tratterranno certo dai suoi obiettivi: “Ho una cosa da dirvi – ha chiosato inoltre rivolto proprio ai suoi interlocutori dell’automotive -: proprio quei commenti rinforzano solo la mia convinzione che debba essere fatto. Non ho trovato nessuno infatti che mi abbia detto che non sia vero. Neanche uno''. Parola di Marchionne.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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