Fiat-Fiom, lo sciopero e le partite aperte
Economia

Fiat-Fiom, lo sciopero e le partite aperte

Nuovo appuntamento delle tute blu della Cgil in attesa di capire cosa Marchionne ha in mente per il futuro

Riprende, ma in realtà non è mai finito, il braccio di ferro tra Fiom e Fiat. Oggi, la nuova puntata di uno scontro che ormai dura da tempo, prevede uno sciopero generale delle tute blu della Cgil attive nel comparto auto, con una manifestazione a Roma e in mezzo anche un incontro del loro leader Maurizio Landini prima con il presidente della Camera Laura Boldrini e poi con il ministro della Sviluppo economico Flavio Zanonato. L’oggetto del contendere non cambia. La Fiom continua ad accusare la Fiat di non rispettare gli impegni riguardanti gli investimenti in Italia e soprattutto di adottare misure al limite dell’antisindacale verso i proprio rappresentanti nelle fabbriche, in particolare a Pomigliano.

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Ma accuse pesanti i metalmeccanici della Cgil le rivolgono anche al governo, colpevole di aver rinunciato a mettere in campo politiche industriali attive, con il risultato che l’intera filiera dell’automotive, compreso il settore della componentistica e dei servizi connessi, rischia di andare a gamba all’aria. E per capire il dramma che l’intero comparto sta vivendo basta dare un’occhiata ai numeri forniti dallo stesso sindacato, e che fotografano la variazione dei dati sulla produzione di veicoli dal 2007 al 2012 in Italia: -56% nell'auto, -25% per i veicoli commerciali, - 35% per gli autocarri, - 66% per gli autobus e – 60% per rimorchi e semirimorchi. In questo senso dunque le vertenze e le procedure per l’attivazione di ammortizzatori sociali che ogni giorno si susseguono sono secondo la Fiom la dimostrazione più evidente che ormai dietro l’angolo  potrebbe paventarsi la chiusura di interi stabilimenti.

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Queste le accuse della Fiom, a cui però Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, continua a rispondere ribadendo i propri impegni. Nessun stabilimento italiano verrà chiuso, le produzioni, una volta eseguiti i lavori infrastrutturali necessari ad ammodernare una serie di linee di produzione, riprenderanno a pieno regime, anche con alcune novità produttive. L’unica incognita resta però il mercato europeo dell’auto, che continua inesorabile a far segnare dati negativi, con la Fiat che fa anche peggio della media. Ultimi dati allarmanti in questo senso quelli di maggio, con un calo di immatricolazioni nei Paesi comunitari pari al 5,9% e con il Lingotto che ha fatto segnare addirittura un -11%.

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Contro Marchionne, tra l’altro, si devono anche registrare le critiche di chi dice che ormai le sue attenzioni sono rivolte quasi esclusivamente agli Stati Uniti e al processo di fusione con la Chrysler. Un’accusa che il manager in pullover proverà a rimandare al mittente il prossimo 9 luglio. Per quella data infatti è prevista una sua visita allo stabilimento della Sevel di Atessa in provincia di Chieti, dove lavorano circa 6.200 operai e dove la Fiat realizza veicoli commerciali grazie ad una joint venture con Psa (Peugeot Citroen). Ebbene, nell’occasione, è stato annunciato che il numero uno del Lingotto presenterà i propri piani di sviluppo per il futuro, e tutti si attendono dunque importanti novità.

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E se le attendono in particolare le altre sigle sindacali dei metalmeccanici, in testa Uilm-Uil e Fim-Cisl, che ancora una volta prendono le distanze da iniziative che vedono la Fiom agire in perfetto isolamento. In questo senso l’unione di intenti del fronte sindacale metalmeccanico, nel settore dell’auto, resta una semplice chimera. E l’ostacolo maggiore, secondo Cisl e Uil, è rappresentato proprio dall’atteggiamento di cronica ostilità messo in campo dalla Fiom nei confronti della Fiat. “Vedono le intese a senso unico, alle loro esclusive condizioni, infischiandosene degli altri sindacati” attacca Rocco Palombella della Uilm, secondo il quale bisogna guardare invece con interesse a quanto Marchionne avrà da proporre.

Intanto per oggi a vincere saranno ancora le divisioni sindacali, e in piazza a Roma a sventolare ci saranno ovviamente solo bandiere della Fiom.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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