Economia

Dieselgate, il tribunale di Parigi apre un'inchiesta su Renault

Anche i test sulle emissioni delle auto a gasolio del gruppo francese avrebbero dato risultati "particolarmente controversi"

13 gennaio

Ore 13:15
- Uno dei manager di Vw denunciati negli Usa per il dieselgate rischia il carcere a vita. Lo scrive Bild on line, che parla addirittura di una pena che, nel peggiore dei casi, prescriverebbe 169 anni di prigione.

Per Oliver Schmidt, 48 anni, in un'udienza che si è tenuta ieri a Miami, il giudice ha rigettato la richiesta che fosse rilasciato in libertà su cauzione, paventando il rischio di fuga. Schmidt è accusato di aver partecipato alla frode e alle violazioni delle leggi americane sull'ambiente, e di aver tentato di nascondere le manipolazioni sui dati sulle emissioni e di indurre gli inquirenti in errore.

Ore 11:55
- Il dieselgate colpisce anche la Francia. Tre giudici del Tribunale di Parigi hanno aperto un'inchiesta sulla compagnia automobilistica Renault. Il gruppo è sospettato di aver barato sulle emissioni delle sue atuto diesel.

Il titolo Renault, dopo un buon avvio, perde oltre il 4% alla Borsa di Parigi dopo la notizia dell'inchiesta.

Nel novembre scorso il ministero dell'Industria francese aveva reso noto che la Dgccrf, la direzione generale per la concorrenza, i consumi e la repressione delle frodi, aveva trasmesso alla giustizia le sue inchieste su una possibile violazione da parte della compagnia automobilistica Renault delle norme sulle emissioni delle auto diesel.

Ora i tre giudici parigini hanno reso noto di aver avviato un'indagine per le "falsificazioni sulla qualità sostanziale e i controlli effettuati che hanno reso la commercializzazione delle auto pericolosa per la salute dell'uomo de degli animali".

Alla luce dello scandalo delle emissioni VW, il governo francese ha effettuato 11 mesi di indagini sulle emissioni di Renault e di altre case automobilistiche. I test sulle emissioni delle auto diesel Renault sono risultati particolarmente controversi e su questo i tre giudici hanno deciso di aprire un'inchiesta.


Ore 10:00
- Sul titolo Fca si posizionano in maniera differente i gestori. Fino ad oggi, su 30 analisti che seguono il titolo, 10 consigliavano di vendere e 14 di comprare. Equita alza il taget price a 9,8 (+6%) ma se prima consigliava buy ora più cautamente assegnano un hold.

I principali gestori considerano fondamentale la disponibilita di Fca a collaborare con l'Autority americana.

Kepler Cheuvreux e Mediobanca sottolineano le differenze con lo scandalo Volkswagen e un rischio più limitato con una multe che, considerando il numero delle auto coinvolte, potrebbe essere tra 450 milioni e 3,4 miliardi di dollari nel peggiore dei casi ma credono che l'Epa propenderà eventualmente per la pena minore.

Ore 8:25 - Sergio Marchionne non nasconde la sua rabbia per le accuse americane di violazione delle norme sulle emissioni diesel. Difende a spada tratta Fca e la sua etica e moralità. ''Che diano dell'immorale a me io posso sopravvivere'', ma non al gruppo che si è sempre comportato regolarmente, rispettando le regole: ''non c'è da parte nostra nessun interesse a frodare. Abbiamo la coscienza pulita''.

Non spaventa Marchionne neanche la possibile sanzione fino a 4,6 miliardi di dollari: ''sopravviveremo''. Rassicurando sul raggiungimento degli obiettivi al 2018 nonostante le accuse dell'Agenzia per la Protezione Ambientale americana, Marchionne si augura che Fca non sia finita in una ''guerra politica'' fra l'amministrazione uscente di Barack Obama e quella entrante di Donald Trump, dopo i ringraziamenti del presidente eletto per l'investimento da 1 miliardo di dollari negli Stati Uniti, con la creazione di 2.000 posti di lavoro.

''Spero'' che le accuse ''non siano una conseguenza'' del cambio di amministrazione, dice l'amministrazione delegato descrivendo il comportamento dell'Epa come quello di ''un'agenzia che perderà efficacia'', come previsto da Trump.

Marchionne però osserva la ''tempistica strana'' dell'annuncio ''fuori posto'', per una ''differenza di opinioni'' che poteva essere risolta in altro modo, senza mettere in dubbi i valori della società.

L'amministratore delegato di Fca tiene a tracciare una netta differenza fra il caso Fca e quello Volkswagen, centrata sui defeat device. ''I dispositivi usati da Volkswagen erano in grado di distinguere fra i test e quando l'auto era in strada.

"Riteniamo che la nostra strategia sia accettabile, concedendosi il vantaggio di rivedere anche le vetture'' nel mirino e modificarle con eventuali soluzioni che spazzino via ogni dubbio.

12 gennaio

L'Epa, Environmental Protection Agency, l'agenzia del governo Usa per la protezione ambientale, sta per aprire un procedimento contro Fca per violazione delle norme sulle emissioni inquinanti. È quanto riferisce la Reuters citando fonti ben informate. La vicenda, secondo l'agenzia, sarebbe simile al caso Dieselgate che ha colpito Volkswagen.

- LEGGI ANCHE: Ricordate il caso Volkswagen?

Fiat Chrysler Automobiles avrebbe inserito nei motori di 104 mila vetture diesel vendute in Usa un software che consentiva di denunciare livelli di emissioni inquinanti inferiori a quelli reali.

L'indiscrezione ha fatto crollare del 18,4% (alle 17) il titolo Fca sui listini di Wall Street dove è stato più volte sospeso per eccesso di ribasso.

La notifica di violazione
Fca è stata raggiunta quindi da una notifica di violazione del "Clean Air Act". Nel mirino ci sarebbero i modelli di Jeep Grand Cherokee e di pickup Dodge Ram 1500 con motori diesel da 3 litri prodotti negli anni dal 2014 al 2016.

L'indagine dell'Epa si affianca a una analoga, e giunta alle stesse conclusioni, del California Air Resources Board (Carb). "Continuiamo a investigare la natura e l'impatto di questi dispositivi", dichiara Cynthia Giles dell'ufficio compliance dell'Epa, "tutti i costruttori devono giocare secondo le stesse regole e continueremo a ritenere responsabili le compagnie che guadagnano un iniquo e illegale vantaggio competitivo".

"Ancora una volta, una grande compagnia automobilistica ha preso la decisione imprenditoriale di eludere le regole e venir colta sul fatto", afferma invece la presidente del Carb, Mary Nichols, "il Carb e l'Epa hanno preso l'impegno di aumentare i controlli in seguito agli sviluppi del caso Volkswagen e questo è il risultato di questa collaborazione".

L'Epa sostiene di aver rilevato nei motori delle vetture in oggetto almeno otto elementi software non dichiarati che potrebbero aver portato alla rilevazione di livelli di emissione inferiori a quelli reali durante i test per il rilascio della certificazione di conformità degli autoveicoli alle norme ambientali. È però ancora da stabilire se i "dispositivi ausiliari di controllo delle emissioni" riscontrati nei motori possano essere considerati "defeat devices" illegali, ovvero se siano stati inseriti con l'apposito intento di frodare le autorità, come quelli presenti nei motori delle auto Volkswagen.

La difesa di FCA
In una nota, FCA spiega che "i motori diesel di FCA US sono equipaggiati con hardware di controllo delle emissioni all'avanguardia, ivi incluso la tecnologia selective catalytic reduction (SCR). Ogni costruttore automobilistico deve utilizzare varie strategie per controllare le emissioni al fine di realizzare un equilibrio tra le prescrizioni di EPA relative al controllo delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) e le prescrizioni relative alla durata, prestazioni, sicurezza e contenimento dei consumi. FCA US ritiene che i propri sistemi di controllo delle emissioni rispettino le normative applicabili".

FCA US, si legge ancora nella nota, "ha speso mesi nel fornire una mole di informazioni all'EPA e ad altre autorità governative e in diverse occasioni ha cercato di spiegare le proprie tecnologie di controllo delle emissioni ai rappresentanti dell'EPA. FCA US ha proposto diverse iniziative per risolvere le preoccupazioni dell'EPA, incluso lo sviluppo di estese modifiche del software delle proprie strategie di controllo, che potrebbero essere immediatamente applicate nei veicoli in questione, per ulteriormente migliorarne le prestazioni in termini di emissioni. FCA US auspica fortemente di poter avere quanto prima la possibilità di incontrare l'enforcement division dell'EPA e rappresentanti della nuova amministrazione, per dimostrare che le strategie di controllo di FCA sono giustificate e pertanto non costituiscono "defeat devices" in base alla normativa applicabile e risolvere prontamente la questione".

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Getty Images
Belvidere, Illinois. La linea di montaggio delle Jeep, marchio acquisito da FIAT Chrysler

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