Conti Fca: migliorano, ma l'Europa perde ancora
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Conti Fca: migliorano, ma l'Europa perde ancora

A un anno dalla fusione Fiat-Chrysler, Marchionne è soddisfatto dei numeri e ai dipendenti dice: “Let’s continue to dream big”

Esattamente un anno fa, il 29 gennaio del 2014, nasceva Fca, frutto della fusione tra la Fiat e la Chrysler. Da allora i conti della Fiat sono costantemente migliorati, ma non in modo omogeneo.

Nel quarto trimestre del 2014 l’utile netto è sceso a 420 milioni di euro rispetto ai 1.296 milioni del corrispondente periodo del 2013. I ricavi sono, però, aumentati a 27 miliardi dai 23,9 con un aumento dei debiti di 700 milioni arrivati a 7,7 mentre gli analisti si aspettavano un peso molto maggiore. Il risultato di 7,7 miliardi è stato raggiunto grazie al collocamento di un bond convertibile (bond Ferrari) di 2,9 miliardi e al collocamento sui mercati di 100 milioni di azioni.

Grazie a questi numeri si possono tirare le somme dell’intero 2014: i ricavi sono arrivati a sfiorare i 100 miliardi (96,1) ben oltre, quindi, il budget che aveva preventivato 93 miliardi di ricavi. La crescita del fatturato è stata del 12% a parità di cambio. L’utile netto è stato di 632 milioni di euro ma senza gli eventi eccezionali sarebbe stato di 955, lievemente superiore rispetto ai 943 del 2013. Sui profitti netti hanno pesato le cosiddette componenti atipiche come, ad esempio i 495 milioni di oneri che Fca si è accollata per ottenere l’ok dei sindacati americani al nuovo contratto di lavoro e i 98 milioni dovuti agli oneri derivanti dalla svalutazione della moneta venezuelana. I profitti operativi sono stati pari a 3,6 miliardi e sono attesi in crescita oltre la soglia dei 4 miliardi nel 2015 mentre le vendite attese per il 2015 si collocano tra i 4,8 milioni e i 5 milioni di auto. Nel piano industriale del 6 maggio 2014, Marchionne ha comunque previsto una crescita delle vendite fino a 7 milioni di vetture nel 2018.

Se si "spacchettano” i ricavi del gruppo a seconda dell’area geografica sis copre che il Nord America è cresciuto del 15%, l’Asia del 34% e l’Europa del 4% e America Latina in calo del 13%. Questi numeri dicono che a trainare Fca è soprattutto il Nord America e, per quanto riguarda i marchi, soprattutto la Jeep. In effetti, anche se i conti sono decisamente in miglioramento, i numeri dicono che nel 2014 Fca ha perso in Europa 109 milioni di euro rispetto ai 520 dell’anno precedente e ai 737 del 2012 anche se il quarto trimestre mostra un dato positivo per 32 milioni. Metà dei profitti operativi sono, infatti, merito del Nord America che ha anche assicurato al gruppo il 55% dei ricavi nel 2014 grazie ad un aumento delle vendite Fca pari al 16% rispetto ad un mercato complessivo salito di solo il 6%.

Ovvia la soddisfazione di Sergio Marchionne che, in una lettera a tutti i dipendenti del gruppo, li ha incitati con queste parole: “Let’s continue to dream big”. 

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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