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Roberto Machado Noa/LightRocket via Getty Images
Economia

Fca, perché Marchionne torna a investire negli Usa

Pronto un miliardo di dollari per un nuovo stabilimento nel Michigan e 2mila dollari di bonus ai dipendenti: il tutto grazie alla riforma fiscale di Trump

Fca investirà un miliardo di dollari nell'impianto di Warren, in Michigan, per produrre la prossima generazione del Ram Heavy Duty. Inoltre distribuirà un bonus di 2.000 dollari ai circa 60mila dipendenti del Gruppo italo-americano impiegati negli Stati Uniti.

Ad annunciarlo in una nota ufficiale è la stessa società del Lingotto, che per bocca del suo amministratore delegato Sergio Marchionne, spiega anche le ragioni di questa nuova impennata degli investimenti negli Usa.

Il taglio delle tasse di Trump

Senza ombra di dubbio a spingere Fca a questo nuovo importante impegno finanziario Olteroceano è stata la recente riforma fiscale voluta dal presidente americano Donald Trump, che di fatto ha tagliato in maniera consistente le tasse alle imprese.

“È semplicemente corretto che i nostri dipendenti condividano i risparmi generati dalla riforma fiscale – ha affermato Marchionne - e che noi riconosciamo apertamente il miglioramento che ne deriva per il contesto del business Usa investendo di conseguenza nella nostra area di mercato".

Insomma, ancora un volta il binomio che vede da una parte l’abbattimento delle imposte alle aziende, e dall’altro il loro maggiore impegno finanziario, sembra funzionare, almeno in questa prima fase. Lo stesso ovviamente non può dirsi per il nostro Paese.

E in Italia?

Di tutt’altro tenore la situazione con cui si confronta Fca in Italia. Qui non solo, almeno per il momento e al netto delle prime promesse elettorali che cominciano a circolare, le tasse non accennano a calare, ma negli stabilimenti produttivi del Lingotto l’area si è fatta piuttosto pesante.

L’inizio dell’anno è stato caratterizzato infatti dalle chiusure prolungate di alcuni impianti dei modelli Alfa e Jeep, mentre per quelli Maserati il 2018 si è aperto con annunci di cassa integrazione. Inoltre, per gli stabilimenti di Mirafiori, Pomigliano d’Arco e Nola gli ammortizzatori sociali terminano in corso d’anno. Dunque uno scenario che al momento non è certo dei più rosei, altro che investimenti e bonus per i dipendenti.

Le prospettive

A fronte di queste innegabili difficoltà c’è chi chiede a Fca quindi un deciso cambio di marcia nel nostro Paese. Anche perché proprio nel 2018 scade il piano industriale e il contratto specifico di lavoro dell’azienda, ovvero l’occasione ideale per un bilancio e per la messa in campo di un rilancio.

“A questo proposito – ha annunciato Michele De Palma, segretario nazionale Fiom Cgil - chiediamo un confronto ad azienda e governo, un tavolo congiunto per mettere in atto tutte le iniziative utili alla realizzazione di un piano che si basi sull’innovazione e sull’occupazione. Nuovi modelli aggiuntivi a quelli in produzione, a partire dagli stabilimenti che terminano gli ammortizzatori sociali".

"È indispensabile un confronto per un programma di investimenti pubblici e privati – ha concluso il rappresentante sindacale - con l’obiettivo di produrre in Italia per il resto del mondo le auto ecologiche ibride ed elettriche". Il tutto sempre in attesa che qualcuno decida davvero di abbassare le tasse anche nel nostro Paese.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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