Deutsche Bank e le banche tedesche in difficoltà
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Economia

Deutsche Bank e le banche tedesche in difficoltà

In Germania a situazione degli istituti di credito è più fragile di quanto si immagini. E l'aumento di capitale da 8 miliardi di DB potrebbe essere solo il primo di una serie

Oltre a Deutsche Bank c'è di più. C'è molto di più dietro al maxi aumento di capitale - 8 miliardi di euro - annunciato ieri dal colosso bancario tedesco a sorpresa. Il sistema del credito della Germania, dietro a una facciata di solidità, nasconde gli stessi fardelli che si fanno sentire sulle spalle delle banche italiane. Dai Non-performing loan (crediti dubbi, o Npl) alle opacità di bilancio, bacchettate anche dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) nell'ultimo rapporto sul Paese.

Nessuna esitazione, nessuna attesa. Deutsche Bank ha fatto ciò che molti altri istituti di credito dell'eurozona hanno fatto dall'inizio dell'anno a oggi. Meglio 8 miliardi di euro ora che le condizioni di mercato sono favorevoli, piuttosto che dopo l'estate, quando l'operazione trasparenza della Banca Centrale Europea (BCE) volgerà al termine. È proprio il live assessment dell'istituzione guidata da Mario Draghi - che comprende una verifica di bilancio (l'Asset Quality Review, o AQR), uno stress test e lo stoccaggio dei dati - a esser il principale motivo degli aumenti di capitale in corso. Al fine di evitare brutte sorprese quando sarà terminato questo processo, a fine anno, i 128 istituti di credito dell'euro area coinvolti stanno sfruttando l'attuale momento di mercato. I flussi di capitale verso l'eurozona continuano e continueranno, come spiega oggi in una nota Bank of America-Merrill Lynch. Ma non è possibile calcolare quando termineranno. Meglio approfittarne prima che il vento cambi direzione. Resta però elevata la sorpresa del mercato, che non si immaginava un intervento così sostanzioso. E infatti il titolo di Deutsche Bank è andato subito sotto pressione sul Dax di Francoforte, il principale indice azionario tedesco.

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Sotto il profilo bancario, la situazione della Germania è più fragile di quello che si può immaginare. Non è una novità assoluta. Un sondaggio condotto da Goldman Sachs fra gli investitori istituzionali nello scorso ottobre ha rivelato quali erano le aspettative di mercato dall'AQR. Se l'86% dei partecipanti al questionario riteneva che le banche italiane avrebbero avuto bisogno di nuovi capitali al termine dell'AQR, il 57% riteneva che ad aver esigenze di ricapitalizzazioni sarebbero stati gli istituti di credito tedeschi. Una sorpresa a metà.

Sul sistema bancario della Germania, infatti, pesano quasi 200 miliardi di euro di crediti dubbi, secondo le ultime stime di Ernst & Young. Un fardello che è “sotto controllo”, dicono le lobby finanziarie del Paese come la Bundesverband deutscher Banken (BdB), l'associazione delle banche tedesche. Gli operatori di mercato non sono però tranquilli. E lo testimonia il fatto che nel sondaggio di Goldman Sachs il 47% dei partecipanti ipotizzava un aumento di capitale per Commerzbank e il 40% per Deutsche Bank. Una percentuale più alta, il 74% per la precisione, è stata toccata solo da Banca Monte dei Paschi di Siena.

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L'annuncio di Deutsche Bank, che ha aperto le porte all'ingresso dei capitali della famiglia reale del Qatar, sta facendo discutere. “Che ci fosse un'esigenza di nuove risorse era noto, ma in pochi si sarebbero attesi un aumento di capitale di questa entità”, nota Capital Economics, che non ha timore a definire la mossa di Deutsche Bank come “il preludio a una fase di stress delle banche tedesche”. Sarà compito di Berlino cercare di arginare i rumor sulla stabilità del sistema bancario nazionale che usciranno man mano che l'AQR entrerà nel vivo.

Ora gli occhi sono puntati sugli altri istituti di credito della Germania. Non tanto Commerzbank, i cui problemi sono noti, quanto gli altri due pilastri del sistema bancario, ovvero Landesbank e Sparkasse. Le banche regionali e le casse di risparmio infatti sono considerate dagli operatori come l'anello più debole (e opaco) di tutta la catena. Complice un cavillo normativo che pone la vigilanza di queste banche sotto l'ala della Bundesanstalt für Finanzdienstleistungsaufsicht (BaFin), l'autorità finanziaria nazionale, per la BCE sarà possibile guardare all'interno dei loro bilanci solo su richiesta. Se si prende come parametro il livello nazionale, la percentuale di crediti dubbi in pancia alle Sparkasse si avvicina al 5% degli prestiti complessivi, circa 1.700 miliardi di euro. Vale a dire 85 miliardi di euro. Per il sistema bancario tedesco, nuove possibili ricapitalizzazioni sono all'orizzonte.

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Fabrizio Goria

Nato a Torino nel 1984, Fabrizio Goria è direttore editoriale del sito di East, la rivista di geopolitica. Scrive anche su Il Corriere della Sera e Panorama. In passato, è stato a Il Riformista e Linkiesta e ha scritto anche per Die Zeit, El Mundo, Il Sole 24 Ore e Rivista Studio. È stato nominato, unico italiano, nella Twitterati List dei migliori account Twitter 2012 da Foreign Policy.

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