Debiti Pa, ecco cosa rischia chi non paga
Economia

Debiti Pa, ecco cosa rischia chi non paga

Le amministrazioni inadempienti potranno subire tagli sui bonus del Patto di stabilità e sanzioni per i dirigenti

Esclusione dall’attribuzione di bonus sul Patto di stabilità e degli assegni della Cassa depositi e prestiti, e sanzioni pecuniarie per i dirigenti. Sono queste le due spade di Damocle poste sulla testa delle amministrazioni locali che non rispetteranno a dovere le nuove disposizioni sui pagamenti pubblici nei confronti degli imprenditori privati . Mentre proprio in questo ore sta per essere approvato nell’Aula di Montecitorio il provvedimento definitivo che stabilisce i nuovi paletti sui tempi e sui modi con cui in futuro dovranno essere evasi i crediti dei privati imprenditori, c’è infatti interesse per capire proprio quali provvedimenti verranno adottati nei confronti di chi non dovesse rispettare le nuove disposizioni che arrivano direttamente dall’Europa. E se in effetti la discussione in Parlamento si è concentrata più sulle coperture finanziare da dare al provvedimento, tra le novità più attese ci sono proprio le contromisure da utilizzare per gli inadempienti.

E allora la legge prevede che innanzitutto Comuni, Regioni e più in generale amministrazioni pubbliche che non dovessero rispettare i termini di pagamento, subiranno tagli nelle proprie dotazioni economiche. Ci sarà infatti innanzitutto una riduzione dei bonus concessi rispetto al Patto di stabilità. Infatti è proprio da un parziale allentamento dei vincoli del Patto che molte amministrazioni trarranno le  nuove risorse per far fronte ai pagamenti. La cinghia però tornerà a stringersi per chi non dovesse rispettare le norme. Altro fattore deterrente sarà poi il blocco degli anticipi che la Cassa depositi e prestiti potrà concedere a molte amministrazioni che necessiteranno di liquidità. Chi dovesse essere meno ligio nel rispetto dei pagamenti, si vedrà dunque bloccare gli assegni della Cassa.

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Ma se non dovessero bastare queste misure a convincere sindaci, presidenti di Regione o comunque responsabili di enti pubblici a pagare in maniera corretta, scatteranno altre sanzioni, questa volta più personali a carico di quei dirigenti che, per ragioni illegittime, dovessero frenare il saldo di eventuali fatture. Non è stata ancora quantificata l’entità di tali multe ma si potrebbe arrivare fino all’80% della cosiddetta retribuzione di risultato, la parte di stipendio legata cioè agli obiettivi raggiunti. Dunque misure di deterrenza che dovrebbero convince i tanti uffici pubblici che si occupano di pagamenti a smaltire le fatture nei tempi  e nei modi prescritti.

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Anche perché un esempio di quello che materialmente potrebbe accadere si è già avuto in questi giorni. Infatti i responsabili finanziari degli enti locali e i direttori generali delle aziende sanitarie che non sono riusciti ad accreditare entro la mezzanotte del 29 aprile scorso il proprio ente alla piattaforma elettronica del ministero dell’Economia per la certificazione dei debiti nei confronti dei fornitori, hanno subito una sanzione di 100 euro per ogni giorno di ritardo accumulato. Ancora non ci sono dati ufficiali sugli esiti di questa misura, ma risulta chiaro già da qualche giorno che sono state molte le amministrazioni che sono arrivate fuori tempo massimo. Alle viste dunque ci sono una serie di multe che dovrebbero scattare. Sempre però che non arrivi qualche sanatoria, che prolunghi a posteriori la data di presentazione salvando capre e cavoli. Staremo a vedere.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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