Bicicletta batte auto: cosa c'è dietro (lo pseudo) boom delle due ruote
Economia

Bicicletta batte auto: cosa c'è dietro (lo pseudo) boom delle due ruote

Le vendite dopo 60 anni tornano a superare il numero di auto immatricolate, ma calano in un anno di oltre 100mila unità. E la produzione dal 1992 si è dimezzata

Non chiamatelo boom, anche se il termine abbonda sui titoli dei giornali. L'Italia, come ricorda l'Osservatorio sulla filiera autoveicolare della Camera di commercio di Torino, è sì tornata indietro di 60 anni, visto che nel 2012 le biciclette vendute hanno superato di numero le auto immatricolate; e ciò non succedeva appunto dal 1953.

Ma a ben guardare si tratta di una gara a chi fa meno peggio: l'industria nostrana della bici, infatti, pur rimanendo in vetta in Europa, non se la passa granché bene. E non da quest'anno.

Negli ultimi vent'anni la produzione si è pressoché dimezzata, passando da oltre 4 milioni e 100 mila unità nel 1992 a meno di 2 milioni e mezzo nel 2011, di cui 1,5 milioni vendute all'estero.

E oggi? Il mercato domestico manda segnali di sofferenza: lo scorso anno sono state vendute in Italia 1.606.014 biciclette, una cifra che in termini percentuali significa un -8,2% rispetto al 2011 che aveva raggiunto le 1.750.000 unità.

Il decremento, però, affermano i produttori riuniti sotto la sigla di Ancma – Confindustria è "di poco rilievo se inserito nel contesto più generale".

"Il settore delle due ruote a pedale resiste meglio di altri che contano perdite a due cifre", dicono. E non hanno del tutto torto: il confronto con l'industria dell'auto è confortante.

Per esempio, lo scorso anno il numero di vetture eliminate hanno superato per la prima volta di 38mila unità quello di nuovi esemplari immatricolati, un ulteriore segnale di quello che gli economisti chiamano processo di “de – motorizzazione” - si rottamano, insomma, più auto di quante se ne comprano. Fino al 2011 il saldo è sempre stato (e di gran lunga) di segno opposto.

Già, perché se la Fiat 500 era il simbolo del boom economico, quando tutte le famiglie sognavano di possedere almeno un'autovettura, la riscoperta della bicicletta sembra rappresentare invece l'attuale periodo di tanto auspicata (solo da alcuni) decrescita (infelice) .

Una tendenza, quest'ultima, che potrebbe avere pesantissime ripercussioni su tutta la filiera dell'auto italiana, ma che dovrebbe fare la gioia dell'industria nostrana delle due ruote, un settore che, tra bici, moto e scooter, dà lavoro a 90.000 persone per un giro di affari di oltre 4 miliardi di euro.

Per lo meno quelle a pedali, visto che le immatricolazioni di scooter e motorini a giugno hanno registrato una nuova flessione annuale del -17,7% (-15,4% le moto) dopo il tonfo di dodici mesi prima (-28%), senza considerare i volumi realizzati con gli scooter venduti alle Poste Italiane .

Ma quale bici preferiscono gli italiani? Nel conto totale delle vendite a conquistare il primo posto nel 2012 sono le trekking o city bike (32%), seguite dalle mountain bike (30%), le bici da bambino (18%), da corsa (7%), le classiche (10%) e le bici elettriche (3%), dotate di un motore elettrico che assiste il ciclista nella pedalata e che hanno segnato però un +9,5% rispetto al 2011, confermando di essere un fenomeno in espansione soprattutto nelle grandi città.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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