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Auto elettrica o a metano: Fiat sceglie la seconda

La Nuova Panda a metano è stata vincente anche nel 2012. E Marchionne vuole puntarci ancora

Sergio Marchionne, è risaputo, è un manager che parla sempre fuori dai denti e non le manda certo a dire. E l’ennesimo esempio di franchezza e chiarezza è arrivato in queste ore sul tema delle auto ecologiche, siano esse elettriche o a metano . Un fronte sul quale la Fiat è impegnata da tempo rappresentando una delle case costruttrici più agguerrite nel ricercare prodotti sempre più evoluti. Di sicuro però uno dei terreni di maggiore successo non saranno i motori elettrici, insistere sui quali, ha detto Marchionne in maniera molto schietta, e non poteva essere altrimenti, “è un affare al limite del masochismo”.  L’auto elettrica infatti, su cui la Fiat sta comunque lavorando negli Stati Uniti con Chrysler, presenta margini di perdita che sono inammissibili per un’azienda che intende fare profitti. “Per ogni Fiat 500 elettrica che vendiamo – ha spiegato senza mezzi termini Marchionne – perdiamo qualcosa come 10mila dollari”.

La vera manna dal cielo potrebbe arrivare invece dall’auto al metano, il cui esempio più vincente in casa Fiat in questo momento è rappresentato dalla Nuova Panda . Una vettura che nell’ultimo anno in Italia ha venduto 25.858 modelli, ossia circa la metà di tutte le auto a metano immatricolate nel nostro Paese nel 2012,  che sono state complessivamente 53.727 unità.  “Quella del metano, in cui l'Italia detiene un indiscutibile primato - ha spiegato Marchionne - si è rivelato una strategia di successo, anche in un anno nero come il 2012”. E a confermarlo ci sono i numeri che dicono che l’anno scorso l’aumento complessivo di vendite è stato del 40%, considerando infatti i 38.351 modelli a metano immatricolati nel 2011. Il tutto senza contare che proprio il metano rappresenta per il numero uno di Fiat “l'unica scelta in grado di garantire da subito effetti positivi sull'ambiente ed essere, allo stesso tempo, accessibile ai clienti”.

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A dimostrarlo, come accennato, c’è proprio la Nuova Panda a metano che con un prezzo di listino vicino ai 14mila euro, ha rappresentato una vera attrazione per migliaia di italiani alla ricerca prima che di un auto ecologica, di una vettura capace di far risparmiare sul pieno, in un periodo i cui i prezzi di benzina e gasolio sono schizzati in alcuni momenti anche fino a quota 2 euro. E in questo trend positivo, buoni risultati hanno conseguito allora anche la Punto a metano, della quale ne sono state vendute  nel 2012 circa 14mila unità, oppure ancora la Fiat Qubo con 6.171 modelli immatricolati, fino al quarto posto della Opel Zafira, che con 3.777 vetture vendute è la prima auto straniera ad inserirsi in questa classifica dominata dalla Fiat.

Ovvio dunque che Marchionne canti vittoria, anche perché la Nuova Panda a metano è stata da tempo identificata anche come possibile punta di diamante per sfondare nel mercato tedesco . La Germania infatti con le sue 1.000 stazioni di servizio in cui viene venduto metano ha, dopo l’Italia che vanta 1.200 distributori di metano, la seconda rete più diffusa in Europa. I modelli Fiat, soprattutto quelli che presentano importanti novità di motore come la Nuova Panda, per la quale grazie al turbocompressore sono state notevolmente migliorate le prestazioni, potrebbero dunque rappresentare una valida alternativa per futuri acquirenti tedeschi.

D’altronde, la conferma che il futuro dell’auto ecologica è rappresentato dal metano e non certo dal motore elettrico si è avuta anche in Italia in questo 2012. Per quanto riguarda infatti i motori ibridi, quelli cioè con un’alimentazione elettrica abbinata ad una convenzionale, sono stati 6.774 i modelli venduti. Ma se si considerano le vetture alimentate unicamente con batterie elettriche allora c’è un crollo vertiginoso a quota 520 unità vendute in un anno. Insomma, come dire che vendere auto elettriche,  se non proprio masochistico, come direbbe Marchionne, resta comunque al momento ancora quanto mai pretenzioso. Ed è bene che le case automobilistiche forse ne prendano atto.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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