mclaren
Cook24v, Flickr
Economia

Apple su McLaren: ecco perché ha un senso

Il gigante hi-tech sarebbe in trattative per acquisire il produttore inglese. Da Londra smentiscono ma l’operazione converrebbe a tutti

La notizia si è abbattuta ieri come un fulmine sui mercati internazionali. A darla è stato il Financial Times che, citando alcune fonti, ha parlato di un investimento di 2 miliardi di dollari da parte di Apple, per mettere sotto il proprio cappello McLaren Technology Group, la casa britannica di auto sportive che gestisce anche il team di Formula 1. Nonostante da Londra abbiano frettolosamente smentito la vicenda, è chiaro che qualcosa sotto ci sia; accostare coì due nomi senza un minimo sospetto sarebbe stato troppo ridicolo, nonché azzardato. Vada per il tira e molla di rito, ma l’acquisizione di McLaren da parte di Cupertino avrebbe senso, eccome

Perché servirebbe ad Apple

Nelle settimane scorse, alcuni report divulgavano la notizia del licenziamento di decine di dipendenti di Apple, affidati al progetto dell’auto senza pilota. Quella che qualche giorno fa sembrava la morte prematura del veicolo intelligente, oggi assume contorni decisamente diversi, visto che le conoscenze casalinghe della multinazionale potrebbero essere sostituite da quelle di McLaren.

Non è plausibile gettare al vento mesi, forse anni, di lavoro perché manca quel guizzo finale a realizzare l’automobile. Non a caso la Mela aveva cominciato a tastare il terreno con il lancio di CarPlay, l’interfaccia integrata in diversi veicoli, un antipasto di ciò che potrebbe essere un ecosistema hardware e software connesso, simile a ciò che oggi sforna Tesla Motors. Più che altro c’è da capire che tipo di veicolo abbia in mente Apple. Abbiamo spiegato la differenza tra guida senza pilota e semi-autonoma in passato ed è qui che si concentrano i dubbi principali. La sensazione è che con McLaren si possa lavorare su entrambe le soluzioni, con il culmine di una Apple Car "accessibile" da lanciare entro breve.

Perché servirebbe a McLaren

Chi conosce il produttore sa che la sua storia è fatta principalmente di auto da corsa. Nel 1992 l’allora McLaren Cars, oggi McLaren Automotive, sussidiaria della McLaren Racing, realizzava il suo primo bolide da strada, la McLaren F1. Quel mezzo stabilì il record come veicolo più veloce della categoria commerciale, mantenuto per 13 anni. Il suo successore arrivò solo nel 2011 con la MP4-12C. Nel 2016 l’azienda è ancora estranea al mondo delle automobili consumer; il suo esemplare più “economico” è il 570S, che costa oltre 187.000 dollari.

Con l’ingresso di Apple, la britannica non si trasformerà certo in un produttore di macchine per la massa, ma potrà estendere il suo dominio dalla Formula 1 al panorama delle auto intelligenti, attualmente monopolizzato da Tesla, che con la Model S parte da circa 73.000 euro, non proprio spiccioli.

Un prezzo abbordabile

Come detto, i report americani parlano di circa 2 miliardi di dollari necessari all’operazione. Si tratta di una piccola goccia nel portafoglio di Apple, che in banca ha 200 miliardi di dollari da usare entro il 2017. Se le stime riportate dal Financial Times sono esatte, l’acquisizione di McLaren sarebbe minore di quella di Beats, pari a 3 miliardi di dollari. E avrebbe minor peso economico anche di quanto Apple era intenzionata a sborsare nel 2014 per Tesla Motors e nel 2015 per Fiat Chrysler, accostata poi a Google.

Un mix unico di tecnologie

Da un lato il know-how di Cupertino, votato al consumatore finale, dall’altro la divisione Applied Technologies di McLaren. Il risultato finale sarebbe un soggetto unico nel suo genere, una compagnia capace di produrre il top su quattro ruote, sia dal punto di vista dei consumi che dell’affidabilità e convergenza dei sistemi. Ma ancora più importante: acquisendo la costruttrice europea, Apple si assicurerebbe l’accesso all’archivio di brevetti già in possesso di McLaren, da poter applicare a propri progetti.

Anzi, a dirla tutta, la spesa di 2 miliardi varrebbe anche solo per questo. Il punto semmai è: non è forse tardi per lanciarsi adesso in un progetto di auto senza pilota o semi-automatica che pare non avere una base ben solida? Della Google Car conosciamo oramai tutto, Tesla è già per strada, Jaguar Land Rover è in procinto di farlo, così come Ford e Uber, che si appresta a sfornare la prima flotta di taxi autonomi. Dagli smartphone, ai tablet, passando per lettori mp3 e computer: Apple deve continuare a stupire per tenere il passo con la sua storia.

I più letti

avatar-icon

Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

Read More