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EPA PHOTO/ANSA/DAVID CHESKIN
Economia

Alitalia, perché EasyJet vuole comprarla

Il vettore low cost ha rivelato di essere tra i candidati a rilevare la compagnia di bandiera italiana. Obiettivo: crescere ancora a Sud delle Alpi

Alla fine EasyJet ha scoperto (un po') le carte. Tra le 32 compagnie aeree interessate a rilevare Alitalia, c'è anche il noto vettore low cost britannico, già presente in forze a Sud delle Alpi, con decine di rotte e 27 velivoli che hanno la proprio base in diversi scali della Penisola. “Non possiamo aggiungere altro perché il governo italiano ci ha chiesto riservatezza”, ha detto Carolyn McCall, ceo di EasyJet, ammettendo però di essere tra gli aspiranti compratori della nostra compagnia di bandiera.



Ma perché una società come  EasyJet, con un dna così diverso da quello di Alitalia, dovrebbe essere interessata all'acquisto? La spiegazione è innanzitutto nei numeri. Per la compagnia britannica il Belpaese è infatti  un mercato ricco, su cui vale la pena di investire. Dopo Ryanair e la stessa Alitalia, infatti, EasyJet è il terzo vettore aereo nazionale con oltre 14 milioni di passeggeri all'anno. Inoltre, non va dimenticato che il numero di viaggiatori negli aeroporti italiani è in crescita: nel 2016 è salito a oltre 164 milioni (dati Enac), con un incremento del 4,8% su base annua, proseguito poi anche nel primo trimestre 2017 nonostante i timori per il terrorismo.


Lungo e corto raggio


Unendosi con Alitalia (che ha 22 milioni di passeggeri annui), Easyjet diventerebbe il primo player nazionale anche se McCall non ha svelato nel dettaglio quali siano i reali obiettivi della società britannica: vuole comprare tutta la compagnia di bandiera italiana o soltanto un pezzo? Come ha messo in evidenza l'economista Mario Sebastiani su Lavoce.info,le compagnie aeree low cost come Easyjet non sono certo interessate alle tratte di lungo raggio di Alitalia, bensì a quelle che la nostra compagnia di bandiera detiene sul medio-corto raggio, cioè nei collegamenti tra le varie città europee e della Penisola. E' su queste distanze che i voli a basso costo sono ormai padroni del mercato mentre Alitalia non riesce a fare profitti.

Low cost e compagnie di bandiera

Per contro, la compagnia di bandiera italiana conserva un'alta redditività  nelle tratte a lungo raggio, dove ha bisogno però di investire un bel po' di soldi per acquistare nuovi velivoli. Dunque, oggi sembra farsi strada un'ipotesi che qualche anno fa appariva impensabile. Meglio far sì che Alitalia si allei con un vettore low cost come appunto EasyJet piuttosto che con un'altra compagnia di bandiera nazionale come Lufthansa o Air France. Quest'ultime, infatti, sono interessate a mettere le mani sul Alitalia solo per farla diventare una società satellite e portare milioni di viaggiatori italiani negli hub aeroportuali francesi e tedeschi, per poi dirottarli sui loro voli internazionali. Unendo le forze con un vettore a basso costo, invece, Alitalia potrebbe concentrarsi sulla parte del suo business più redditizia, i voli a lungo raggio, lasciando agli operatori low cost un business che sanno fare indiscutilmente meglio: la gestione di molte tratte di breve distanza (anche attraverso gli slot negli aeroporti oggi riservati alla compagnia di bandiera che potrebbero essere finalmente liberati).

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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