Allarme deflazione in 10 città
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Economia

Allarme deflazione in 10 città

I dati Istat di oggi: l'inflazione su base nazionale scende allo 0,1% ma da Torino a Bari, in 10 città, il costo della vita è già negativo da tempo

L'inflazione è scesa a 0,1% su base annua a luglio dallo 0,3% di giugno. Siamo a un passo dallo 0% e dalla spirale negativa che segnerebbe ufficialmente un periodo di deflazione (crescita negativa dei prezzi) per il Paese, sebbene l'inflazione acquisita per il 2014 resti stabile allo 0,3%.

Tuttavia i dati vedono 10 grandi città registrare già da tempo un'inflazione negativa (deflazione): in particolare, il costo della vita scende a -0,4% a Torino, a -0,3% a Bari e Firenze, a -0,2% a Roma e Trieste e a -0,1% a Potenza. Per quanto riguarda i centri con più di 150.000 abitanti non capoluoghi di regione, Livorno registra una flessione su base annua dei prezzi dello 0,7% (più ampia di quella rilevata a giugno quando era pari a -0,5%) mentre Verona segna, per la seconda volta consecutiva un calo tendenziale dello 0,5%. In diminuzione su base annua anche i prezzi a Reggio Emilia e Ravenna (per entrambe -0,1%).

Per quanto riguarda i capoluoghi delle regioni e delle province autonome, Bolzano (+1,1%) è invece la città in cui i prezzi registrano gli incrementi tendenziali più elevati. Seguono Cagliari (+0,8%), Palermo, L'Aquila e Aosta (per tutte +0,6%). A Genova e Milano i prezzi sono fermi rispetto a luglio 2013. Tra i grandi comuni, il tasso di inflazione più elevato interessa Messina (+1,1%).

Questi dati "sono lo specchio della 
grave crisi dei consumi". Così il presidente del Codacons, Carlo
 Rienzi, in una nota. "Siamo in pieno allarme deflazione, e 
l'economia italiana sta rischiando un vero e proprio infarto",
 sottolinea. Per l'associazione a tutela del consumatore ora "il Governo
 deve correre ai ripari incentivando i consumi e riducendo la
 pressione fiscale specie per le famiglie a reddito medio-basso".

Stesso allarme viene da Federconsumatori e Adusbef: "È un segnale chiaro di come, a causa della crisi, le abitudini delle famiglie italiane stiano cambiando in maniera drastica e inevitabile, vista la forte contrazione del potere di acquisto di oltre il 13,4% dal 2008 a oggi" scrivono Rosario Trafiletti e Elio Lannutti presidenti delle due associazioni.


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Redazione