Da Lady D a Wallis Simpson fino ad Anna Bolena: le spose maledette dei reali britannici amate dal cinema

Da Lady D a Wallis Simpson fino ad Anna Bolena: le spose maledette dei reali britannici amate dal cinema

SENZA TRUCCO – A sgranare una a una le attrici di Hollywood, per fisionomia – viso delicato incorniciato da capelli di un biondo etereo – effettivamente non c’è forse diva migliore di Naomi Watts per interpretare la principessa gentile, Lady …Leggi tutto

SENZA TRUCCO – A sgranare una a una le attrici di Hollywood, per fisionomia – viso delicato incorniciato da capelli di un biondo etereo – effettivamente non c’è forse diva migliore di Naomi Watts per interpretare la principessa gentile, Lady D.
Sarà lei a rievocare gli ultimi due anni di vita dell’ex consorte del principe Carlo del Galles, con cui ebbe un matrimonio doloroso, nell’atteso film Diana, diretto da Oliver Hirschbiegel. Le riprese sono iniziate da qualche giorno e ora fanno tappa in Italia, a Trieste, dove l’Hotel Savoia sostituisce l’Hotel Ritz di Parigi della tragica notte in cui morì insieme a Dodi Al-Fayed.

“Sono eccitata e onorata di interpretare il ruolo di una donna veramente straordinaria, che ha avuto un impatto positivo e profondo sulla vita delle persone”, ha detto la Watts.

Del resto le donne che hanno toccato o stravolto la vita degli uomini di Windsor e delle dinastie reali britanniche hanno spesso avuto un carisma particolare, tanto da cambiare le sorti della Monarchia e da avvincere il cinema.

Eclatante è il caso di Wallis Simpson, nata come Warfield in Pennsylvania nel 1896. Per amore di lei re Edoardo VIII preferì abdicare al trono, visto che gli era impedito sposarla, e tornare a essere “semplicemente” Edoardo di Windsor. Se oggi il Regno Unito si trova come “regnanti” Elisabetta II e gli eredi di  re Giorgio VI (il re balbuziente del film Il discorso del re) lo deve a questa scelta di Edoardo che al potere preferì il cuore, generando una vera crisi costituzionale e lasciando la Corona al fratello.

Wallis del resto era una donna invisa a corte, in quanto americana pluridivorziata (Simpson è il cognome del secondo marito). Ma il suo fascino e la sua libertà avevano stregato il principe che le diceva di essere “la donna più indipendente che avesse mai conosciuto”.

Questa donna da scandalo non poteva che ispirare la vena registica di una delle pop star che più ama far parlare di sé, Madonna, di cui poche settimane fa è uscito in sala il film W.E.(Wallis & Edoardo). Wallis non è solo una donna che ha portato a grandi rinunce – tra l’altro lei non voleva che il suo amato rinunciasse a diventare re, tanto che a un certo punto fuggì in Francia disposta a rinunciare al rapporto -. Anche lei ha dovuto affrontare sacrifici, tant’è che dopo che i due si sposarono nel 1937, trascorsero gran parte della loro vita coniugale in Francia in una sorta di esilio, lontani dalla vita di feste e incontri sociali che ne aveva fatto una delle coppie più glamour. Dopo la morte di lui nel 1972, visse gli ultimi anni da reclusa, sempre più fragile e affetta da demenza. Nel 1980 perse l’uso della parola e negli ultimi tempi fu costretta a letto e non ricevette visite se non dal suo medico e dal personale infermieristico.

Ripercorrendo le turbolente vicende amorose della casa reale britannica, lasciando i Windsor e risalendo qualche dinastia fino ai Tudor, non si dimentichi che fu proprio un sovrano, Enrico VIII a ricorrere a un divorzio forzato, all’”annullamento” del matrimonio precedente da Caterina d’Aragona, per sposare Anna Bolena, anche lei figura femminile tante volte raccontata al cinema, l’ultima in L’altra donna del re (2008) di Justin Chadwick. La passione del re nei suoi confronti, o il suo desiderio di avere un figlio maschio che la regina non gli dava, fu causa di considerevoli sconvolgimenti politici e religiosi. Il sovrano giunse a proclarmarsi “unico Capo Supremo della Chiesa d’Inghilterra” fino all’inevitabile scisma religioso.

Dopo solo tre anni Enrico VIII fece decapitare la nuova giovane consorte. L’accusa: stregoneria, incesto, tradimento e tutto quel che si può immaginare. La “colpa” vera di Anna, probabilmente, non avergli dato il tanto desiderato erede maschio.

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