Un inedito Arthur Conan Doyle in versione marinaio
Sarà presto pubblicato un diario del papà di Sherlock Holmes, il resoconto della sua esperienza su una baleniera a soli vent’anni
Domenica 4 aprile 1880, un ventenne studente di medicina imbarcato sulla baleniera inglese “Speranza” cade per l’ennesima volta nelle ghiacciate acque dell’Artico. Una volta ripescato, sul suo diario scrive: “Sono caduto nel Mar Glaciale Artico per tre volte oggi, ma per fortuna qualcuno è sempre stato vicino per tirarmi fuori”. Il ragazzo si chiamava Arthur Conan Doyle, e il quaderno manoscritto su cui annotò l’incidente sarà presto pubblicato dalla British Library (ancora non si conosce la data esatta) in formato fac-simile, per non perdere il fascino della calligrafia e delle illustrazioni originali dell’autore.
Il padre di Sherlock Holmes annotò su quel quaderno tutta la sua esperienza di viaggio come medico di bordo. Si imbarcò sulla baleniera a soli vent’anni, lasciando alle spalle gli studi di medicina. Descrisse il quotidiano lavoro di assistenza ai marinai feriti e brutali scene di caccia che lo impressionarono molto, come nel resoconto del massacro delle foche. Scriveva così il 3 aprile 1880: “è davvero un lavoro sanguinario far schizzare fuori il cervello di quelle povere creature mentre ti fissano con i loro occhioni scuri”.
Tra i racconti c’è anche quello del suo ventunesimo compleanno, festeggiato a circa 100 miglia dal Polo Nord.
Si tratta di un testo interessante, un feticcio da appassionati e curiosi che amano vedere come i grandi autori muovevano i primi passi. Anche solo per conoscerne il metodo di lavoro, un po’ come nel caso dei 39 finali di Addio alle armi di Hemingway o dell’originale rotolone da 36 metri del manoscritto di Sulla strada di Jack Kerouac (attualmente in una mostra dedicata al Musée des Lettres et Manuscrits di Parigi, fino al 19 agosto).