'Troppo non è mai abbastanza': gioie e dolori dell'indipendenza secondo Ulli Lust
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'Troppo non è mai abbastanza': gioie e dolori dell'indipendenza secondo Ulli Lust

Intervista alla fumettista: in viaggio, come se non ci fosse un domani

"Troppo non è mai abbastanza " è la prima opera tradotta in lingua italiana di Ulli Lust, fumettista e illustratrice austriaca trapiantata a Berlino. Prix révélation al Festival di Angoulême nel 2011, il volume, pubblicato da Coconino Press, è il racconto autobiografico del suo viaggio in Italia alla metà degli anni Ottanta quando, adolescente, parte insieme all'amica Edi.

Senza soldi, documenti, bagagli o mezzi di trasporto, senza neppure conoscere la lingua italiana, le due ragazze vanno letteralmente all'avventura valicando il confine e spostandosi di città in città. Vivere per strada non è facile, e Ulli è fiera di cavarsela da sola. Ogni giorno è "come se fosse l'ultimo", alla ricerca dell'intensità: viaggiare, mangiare qualcosa, conoscere gente, fare l'amore. Edi è sessualmente disinvolta e sicura di sé, mentre per Ulli le attenzioni degli uomini finiscono con l'essere ingombranti: all'inizio fanno piacere, poi si fanno sempre più insistenti e prepotenti, fino a diventare un'odiosa imposizione e una violenza.

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Il libro è ricco di eventi ed emozioni, disegnato in uno stile graffiante e sapiente, dalla resa fresca e immediata che ben incarna l'estetica punk della protagonista. Il racconto sa essere divertente, abrasivo e inquietante nella sua schiettezza.

Abbiamo incontrato l'autrice durante il Festival BilBOlBul a Bologna, in febbraio, e abbiamo parlato un po' di "Troppo non è mai abbastanza".

È stato difficile scrivere di quegli eventi?
No, perché era passato tanto tempo. Avevo quarant'anni e ridevo mentre disegnavo. "Mio dio, che ingenua che ero, che stupida, ma anche divertente." Mi piaceva quella follia, quell'essere il contrario di ciò a cui si è abituati. A livello personale può essere inquietante, ma per il libro funziona bene.

Hai omesso qualcosa?
Avrei voluto sorvolare sulla relazione con il tizio che mi ha violentata. Avrei voluto evitare di raccontarla perché... è imbarazzante. Ma mi sono detta che era interessante: la realtà non è mai così lineare. È una buona storia.
Ho omesso roba noiosa, che non aggiungeva nulla. Ho lasciato da parte tante scene di vita quotidiana: fare una selezione e costruire è il lavoro dell'autore.

Ci sono cose che hai inventato?
No, mi sono programmaticamente attenuta a quello che mi ricordavo. Magari non è tutto preciso, ma ho preferito non mettermi ad inventare per coprire fatti che mi davano fastidio, o per abbellirmi. Non ho voluto ingannare me stessa.

Nel libro ci sono parecchi problemi con la sessualità.
Non con la mia. [ride]

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Infatti: piuttosto con quella altrui imposta su di te. Nonostante le brutte esperienze, hai una visione positiva del sesso.
Sì, sono stata fortunata, poi ho avuto tanti buoni amici. Non è bello odiare gli uomini.

Ora fai anche fumetti erotici, e sono molto gioiosi.
Mi piace, trovo che l'erotismo sia un buon soggetto per dei disegni. È piacevole, felice, divertente. Penso che ce ne sia bisogno: ci sono tante storie fatte da uomini, ma anche le donne devono parlare dei loro bisogni.
Pensa alla mia amica Edi. Non avrei potuto fare come lei, ero un po' troppo giovane. Mi piacevano i baci, il resto non era così interessante. Ero davvero... troppo giovane! Ma rispettavo il fatto che si prendesse la sua libertà. La trovavo una cosa buona.

Nel libro praticamente non ci sono donne italiane.
Non ne abbiamo incontrate: non erano interessate a noi, al contrario degli uomini. Penso che nel Sud dell'Italia e in Sicilia le ragazze stessero molto attente: non volevano proprio entrare in contatto o essere viste con noi. Eravamo sporche. Non avevamo un bell'aspetto.

Eravate una cattiva influenza?
Probabilmente venivamo viste così.

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Anche a Roma?
A Roma stavamo con questo gruppo di freak, per la maggior parte uomini. C'era una ragazza francese, qualche tedesca, ma non ricordo alcuna italiana. Magari ce n'era qualcuna, ma il gruppo che viaggiava era tutto di uomini.
Non so dove fossero le ragazze italiane, mi sarebbe piaciuto avere delle amiche, ma non ce n'erano. E poi l'interesse degli uomini era così grande... non eravamo mai da sole, c'era sempre qualcuno che veniva a chiacchierare con noi.

La prima settimana di marzo andrai a Roma, Napoli e Palermo e, per il progetto Comic Transfer del Goethe Institut, disegnerai una serie di ritratti di uomini italiani.
È folle, lo so. Ma è coerente con il libro, e poi gli uomini mi piacciono. Li trovo belli, attraenti, ed è come se li mangiassi con gli occhi. E avranno l'opportunità di comportarsi bene con me.
E lo faranno, perché ora ho quarantasei anni e mi rispettano. Allora invece ero questa tipa alternativa con i capelli sporchi e i jeans strappati. Pensavano fossi una stupida da prendere e usare, senza rispettarmi.

Se tu fossi una punk diciassettenne oggi invece che negli anni Ottanta, pensi che si comporterebbero allo stesso modo?
Sì.

È bello vedere questo libro pubblicato in Italia: speriamo che ragazzi e ragazze lo leggano.
Mentre disegnavo questa storia pensavo spesso: ci sono tanti libri e tanti film in cui le ragazze di comportano da sceme. Se un ragazzo è rude con loro si mettono a piangere. Non è realistico. Mi è piaciuto disegnare una storia in cui le ragazze rispondono "Cosa vuoi da me? Vuoi offendermi? Devi rispettarmi!"; Spero sia un buon modello per le ragazze, dire "Ehi, sono un essere umano, non un animaletto carino."

"Troppo non è mai abbastanza" è un volume brossurato a due colori di 464 pagine. È pubblicato da Coconino Press che lo propone a 29 Euro.
I ritratti di Ulli Lust saranno in mostra presso il Goethe Institut di Roma dal 12 marzo al 27 aprile 2013.

Nota: tutte le immagini sono copyright di Ulli Lust e Coconino Press.

Si ringrazia Nicola D'Agostino per la collaborazione nella realizzazione dell'intervista. Si ringrazia inoltre Luca Baldazzi della Coconino Press, Francesca Santoro e l'organizzazione di Bilbolbul.

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Serena Di Virgilio

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Nicola D'Agostino