Travel blogger, è boom: in viaggio si va consultando i diari sul web
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Travel blogger, è boom: in viaggio si va consultando i diari sul web

Trasmettono consigli, emozioni, ma soprattutto danno un punto di vista sempre originale. A Genova va in scena la prima convention

di Christian Benna

Caro ufficio, addio. Dopo 18 anni in trincea, prima in banca e poi in un’agenzia di relazioni pubbliche, Simon Falvo ha salutato tutti, fatto le valigie ed è salita a bordo del suo blog, Wild About Travel . Destinazione? Il mondo. In Venezuela in cima alle cascate più alte del mondo, attraversando i deserti di Libia e Algeria in jeep e tenda, e poi alla scoperta di Perù, Yemen, Sud Africa. Questo tanto per cominciare. Simon annota tutto sul suo taccuino virtuale: esperienze ed emozioni, che si trasformano in consigli e dritte per turisti e tour operator, scatta fotografie e mette a frutto le competenze in social marketing avviando una società (mobile) di consulenza. Le sue avventure a spasso per il globo vengono premiate tra i migliori blog della rete. Gli enti del turismo la invitano a saggiare alberghi e luoghi. E oggi viaggiare è il suo nuovo ufficio itinerante.

In tempi di recessione, dove sono la banca o l’azienda a dirti addio, storie come quelle di Simon Falvo fanno sognare. Per ascoltarne simili alla sua, dal 19 al 20 ottobre, Genova ospita Travel Blogger Elevator, la prima grande conferenza dei viaggiatori della rete. "Iniziare un blog è la cosa più semplice del mondo, ma trasformarlo in una professione e guadagnare abbastanza da vivere è un percorso lungo e tortuoso, dove solo pochi hanno successo" mette subito in guardia Simon Falvo, che ci scrive via email grazie a collegamenti wifi di fortuna da un paesino della Costa Brava. "La pubblicità rende poco, ma se il blog è seguito, può trasformarsi in una piattaforma di personal branding". Insomma il diario di bordo è il mezzo, la zattera su cui navigare, il fine, ovvero il business, sta nei porti in cui si approda.

Simon oggi fa consulenza a 360 gradi, per tour operator, agenzie di viaggio, catene alberghiere. E scrive in inglese rivolgendosi principalmente al mercato anglosassone. "Scelta coraggiosa, ma conveniente visto che il 40 per cento dei suoi lettori sono americani" dice Michele Aggiato, organizzatore del meeting genovese, perché in Italia il travel blogging è appena agli albori. "Ed evidentemente si rivolge a un pubblico ancora ristretto". Certo ci sono esempi come quelli di Andrea Petroni, che si è inventato una piattaforma sui voli low cost, Vologratis.org, o Rachele Maggiolini, che alterna l’attività di traduttrice e giornalista con il blog-rivista No Borders magazine. Ma tutti ammettono che campare solo di viaggi in Italia non è ancora possibile.

Per sognare ancora un po’ bisogna andare all’estero. E bussare alla porta di Johnny Jet, nome d’arte di John DiScala, l’italoamericano che è diventato il massimo esempio di blogger di successo. Perché Johnny Jet non solo vive dei propri viaggi. Ma è anche diventato discretamente ricco e famoso. Il suo sito, Johnnyjet.com , è un’impresa commerciale; Johnny prova per voi nuovi collegamenti aerei, spa, alberghi, spiagge e musei e spesso è intervistato dai grandi network internazionali come esperto di viaggi. Il blogger statunitense non è l’unico a volare alto.

Tra i personaggi che hanno sfondato oltrefrontiera c’è Melvin Boecher, ex manager bancario, convertito alla libertà del viaggio grazie al suo sito Traveldudes.org , considerato la bibbia dei viaggiatori online, che si alimenta dei commenti della tribù zaino in spalla. La sua esperienza, come per molti, è nata per caso, lasciando in rete i suoi appunti di viaggio. "Molta gente è affascinata dalla mia nuova professione" racconta Melvin. "Ma è più dura di quanto si pensi. Viaggio in continuazione e visito posti meravigliosi, questo è vero. Ma per rendere competitivo il mio blog nel mare magnum della rete, devo alternare all’avventura tante ore di lavoro dal desk. E non bastano gli orari d’ufficio. Bisogna essere sempre connessi". Ora Melvin e Keith Jenkins, di VelvetEscape.com, altro guru del settore, stanno per lanciare una piattaforma che punta a rivoluzionare il mondo dei travel blogger, perché promette di misurare il ritorno dell’investimento pubblicitario turistico nei blog. "Speriamo così di diventare sempre più appetibili per le aziende di settore".

Ana Silva O’Reilly, portoghese, alias "Mrs O around the world" (Mrsoaroundtheworld.com ), ha costruito la sua fortuna descrivendo le proprie peripezie intorno al mondo e oggi ha 200 mila visitatori unici al mese. Lei ora è direttore marketing di AngloInfo.com, una media company che fornisce informazioni agli inglesi che vanno a vivere all’estero. Accanto ai siti "generalisti" cominciano a spuntare blog dedicati a viaggi speciali. È il caso di Jools Stone , lo "zar delle ferrovie". Il ragazzo scozzese si occupa esclusivamente di turismo su rotaie, dagli antichi percorsi a vapore nei Paesi Bassi e in Germania, al rinnovato Orient Express. Oppure Familyonbikes.org , i racconti di viaggio in bicicletta, rigorosamente in famiglia, mentre Kash Bhattacharya di Budget Travellerha creato una guida agli ostelli di lusso e design.

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