Arte, LaChapelle distrugge l'arte contemporanea
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Arte, LaChapelle distrugge l'arte contemporanea

Il fotografo statunitense nella sua ultima opera si diverte a distruggere in un terremoto icone dell'arte Pop contemporanea

L'Asia come nuova frontiera dello sviluppo economico e culturale.

L'arte come uno dei più importanti simboli del benessere.

Durante la quinta edizione di Art HK- il cui premio di 25mila dollari è stato assegnato al giovane artista Lee Kit - i più famosi artisti contemporanei hanno esposto opere inedite, segno ancora più evidente che le regole del mercato dell'arte sono oramai dettate dall'Oriente.

Tra i molti nomi spicca senza dubbio quello di David LaChapelle che ha presentato al pubblico la nuova opera Seismic Shift.

Il fotografo che vede nel kitsch più sfrenato la vera bellezza, si è cimentato questa volta con il crollo dell'arte contemporanea.

La scena è la Paul Kasmin Gallery ritratta appena dopo una fortissima scossa di terremoto.

Gli occhi dello spettatore sono quelli della prima persona autorizzata ad entrare nella stanza ed assistere allo scempio: le principali icone dell'arte contemporanea giacciono accatastate e irrimediabilmente distrutte in un metro d'acqua.

Milioni di dollari e una fetta enorme di patrimonio artistico andato in fumo in pochissimi minuti.

Tra frammenti di vetro, pezzi di intonaco e il segno dell'umidità che ha marcito le tele alle pareti, anche gli occhi meno esperti riusciranno ad individuare immediatamente lo squalo di Damien Hirst, il Balloon Dog di Jeff Koons e il Tongari-Kun di Takashi Murakami, oltre a opere di Andy Warhol, Barbara Kruger e Andreas Gursky.

Un'opera nell'opera.

Il messaggio pop e decadente, proprio di LaChapelle, pone ulteriormente in evidenza l'enorme talento del fotografo statunitense nel giocare con gli elementi in uno spazio definito, al fine di stupire l'occhio dello spettatore con continui eccessi figurativi.

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Riccardo Fano

Grafico e illustratore con tante idee quanti difetti. Scrivo di Street art e di comunicazione. Perché l'idea è tutto e la curiosità fa il resto.

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