Arte, il mito di Klimt compie 150 anni
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Arte, il mito di Klimt compie 150 anni

La sensualità talvolta esplicita di uno dei maestri dell'arte mondiale riassunta a 150 anni dalla nascita

Una donna, inginocchiata, si lascia cingere dall'abbraccio avvolgente di un uomo, che la bacia con passione. Il viso della femme fatale, lascia trasparire un espressione di abbandono, di cedimento verso il fuoco dell'eros.

Il velo dorato lascia trasparire le sue forme sensuali.

È il 1908, l'opera si chiama Il bacio e i due modelli dipinti sono Gustav Klimt e la sua compagna Emilie Flöge.

In questa tela, lo stile rivoluzionario dell'artista - del quale si celebrano in questi giorni i 150 anni dalla nascita - riassume un'intero periodo storico.

Vienna in piena Belle Epoque, rappresenta uno dei momenti più affascinanti della storia e della cultura; nella allora quarta città europea più popolata, si assiste ad una fioritura culturale senza precedenti.

È la città di Sigmund Freud, di Otto Wagner, Gustav Mahler.

La borghesia, non ancora in crisi, diventa catalizzatrice di tale processo.

Questa incubatrice è perfetta per l'arte di Klimt e delle sue visioni piene di vita, di passione e sensualità riassunte nella principale protagonista: la donna.

La bellezza femminile sarà per sempre la piacevole ossessione dell'artista. Egli stesso contribuirà alla evoluzione del concetto di femme fatale a partire dal suo soggetto preferito, Eva, la donna per eccellenza che viene ritratta in ogni posizione immaginabile.

L'erotismo è il tema più in voga del periodo: non c'è oggetto eretto che Freud non riconduca al simbolo fallico. La stessa arte di Klimt è pervasa di pollini, pistilli, semi e spermatozoi che appaiono ovunque.

Ma se da un lato la borghesia lo incoraggia ed esalta, l'imminente repressione vittoriana, gli presenta l'altra faccia della medaglia: ogni lavoro proposto e presentato diviene oggetto di discussioni e bollato come scandaloso.

Dopo che i dipinti realizzati su commissione per l'università di Vienna furono rimossi lo stesso Klimt dichiarerà:

Ne ho abbastanza della censura… Me ne voglio liberare… Rifiuto qualunque aiuto statale, rinuncio a tutto.

Il dedicarsi alla riproduzione di paesaggi e ritratti però non lo fermeranno da reprimere la natura della sua arte: ogni dipinto preserverà tutti gli elementi distintivi, sebbene sapientemente celati.

E qui ritorniamo all'opera di partenza: l'attenzione ricade su quel casto gesto di affetto, lasciando passare in secondo piano la sensualità della protagonista che si abbandona tra le braccia del suo uomo. Il tema tabù del bacio è sufficiente a raggirare il maglio della censura e Klimt, che mostra agli occhi dei puritani viennesi lo specchio della loro ipocrisia, viene ancora una volta celebrato ed osannato.

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Gustav Klimt - ritratto di Adele Bloch-Bauer I, 1907.

Klimt riscopre la superficie con una ornamentazione vagamente bizantina di cui aveva già fatto uso nei paesaggi. Segni esotici come l'occhio egiziano inscritto in un triangolo o la voluta micenea - motivo particolarmente amato da Klimt - appaiono alla vista solo dopo che lo spettatore vi ha dedicato uno sguardo più attento.

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Riccardo Fano

Grafico e illustratore con tante idee quanti difetti. Scrivo di Street art e di comunicazione. Perché l'idea è tutto e la curiosità fa il resto.

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