Roma, si gira: la città ritrovata
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Roma, si gira: la città ritrovata

Nel libro di Mauro D'Avino e Lorenzo Rumori gli scorci del cinema di ieri, paragonati con quelli di oggi, in immagini che ripercorrono la storia del grande schermo ambientato nella Capitale. E, in autunno, "Milano, si gira"

Tutti i colori, le atmosfere, gli angoli caratteristici della Roma immortalata nelle pellicole cinematografiche cult dal 1940 al 1960. Scorci perduti a causa del cambiamento urbanistico della Capitale, ritrovati uno per uno nelle immagini dei film e messi a confronto con quelli attuali. La precisa documentazione fotografica, fruibile anche in 3D, rappresenta il viaggio nella memoria senza perdere di vista il presente. Queste sono le linee guida di Roma, si gira (Edizioni Gremese) scritto da Mauro D'Avino e Lorenzo Rumori.
Il libro è il primo di una collezione, prevista dalla Gremese, che rivisita i luoghi principali delle più belle città italiane, scelti per fare da sfondo alle inquadrature dei più prestigiosi film dell'epoca. Il secondo, dal titolo Milano, si gira, interesserà gli scorci d'epoca della città lombarda e sarà nelle librerie il prossimo autunno con la prefazione e la guida di Carlo Lizzani che ha girato in loco buona parte dei suoi film.

Roma, si gira, invece, ha la prefazione di Enrico Vanzina che conduce il lettore attraverso una città singolare e unica nel suo genere. "La Capitale", dice il regista, "è l'unica città al mondo nella quale, nel corso dei secoli, le vestigia del passato non sono state distrutte, e vivono ancora oggi, accanto a moderne costruzioni. Un fatto positivo che non trova riscontri nelle altre capitali europee. La città, insomma, ha subito il normale sviluppo edilizio anche se una grande quantità di palazzinari ha costruito troppo nel periodo del boom economico. Mio padre Steno riteneva che la più bella inquadratura della sua carriera fosse quella del finale di Guardie e ladri, quando Totò si fa portare in prigione da Fabrizi. Sullo sfondo c'è un'immagine di San Pietro quasi irreale ripresa da un angolo inconsueto che mostra un città ancora avvolta nella campagna. Quella zona, via Gregorio VII, oggi, è pieno centro con moderni palazzi".
Vanzina, inoltre, si rammarica della sparizione di molti luoghi cult, come ad esempio il bar dove fu girato Febbre da cavallo. "È stato ristrutturato e ha cambiato proprietari, oggi vi lavorano giovani immigrati di seconda generazione non a conoscenza di quanto quel luogo ha rappresentato per il cinema. Una stretta al cuore", conclude.

Stesso destino per il bar dove bivaccavano I Vitelloni del notissimo film di Federico Fellini. In un susseguirsi di pagine, ecco i luoghi simbolo de La dolce vita, immortalati nel bianco e nero di ieri e nei colori di oggi. Poi le strade lungo le quali Audrey Hepburn e Gregory Peck correvano in vespa in Vacanze romane, le chiese di Roma città aperta con i vicoli, in molti dei quali, oggi, è cambiato il senso di marcia. E poi ancora gli scorci de I soliti ignoti, il ponte Milvio de La domenica della buona gente. Nel volume appare da una parte una città perduta, semplice e nostalgica, dall'altra una città moderna, caotica e sommersa dal traffico, nella quale è facile riconoscersi.

Nella primavera del 2013, Gremese porterà in libreria il secondo volume di Roma, si gira, che farà emergere dal passato, tutti gli scorci cinematografici compresi dagli anni '70 ad oggi. E questi sono proprio gli anni durante i quali la Capitale ha fatto da sfondo a pellicole cult di grandi interpreti romani tra cui Carlo Verdone e Gigi Proietti.

Per il volume dedicato a Milano, Panorama.it ne anticipa in esclusiva la copertina (qui sotto, nella foto a sinistra). Il lungo viaggio ideale nella memoria di Milano e del cinema che l'ha rappresentata, attraversa la città dagli anni '30 ad oggi percorrendo 130 luoghi cult tra cui i Navigli e piazza Duomo e molti angoli dimenticati dell'immediata provincia. Ne riparleremo ad ottobre.

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Marida Caterini.