"La cucina degli amori impossibili" di Roberto Perrone
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"La cucina degli amori impossibili" di Roberto Perrone

Due cuori e due cucine. Un libro gustoso su attrazioni e (dis)sapori tra i fornelli di due ristoranti d'eccellenza

Quando mi è stato proposto questo libro ho avuto una scossa, perché Roberto Perrone io lo porto nel cuore. Primo perché ligure, anzi per la precisione di Rapallo, meta da sempre dei milanesi come me. Secondo perché il primo romanzo che ho letto, Averti trovato ora, mi aveva lasciato con un sorriso per la bellezza e la leggerezza della storia.

Scrive di sport, gastronomia e viaggi. Chi meglio di lui dunque poteva confezionare un romanzo come La cucina degli amori impossibili (Mondadori ), in cui atleti insuperabili e cuochi sopraffini dal talento innato si mescolano in una vicenda profumata, saporita e piena di sensualità?  

Il romanzo di Perrone parte negli Stati Uniti dove incontriamo subito “the magic italian”, l'unico italiano non solo a potersi considerare arrivato nell’ambita NBA, ma anche ad esserci rimasto a lungo e come grande campione. Arrivato a 36 anni decide di smettere con un'ultima grande partita ed è proprio al termine di questa che gli arriva la notizia della morte del padre, avvenuta in Italia.

Augusto si era allontanato 16 anni prima dal piccolo borgo ligure per non seguire le orme del padre, Cesare Cavasso, chef stellato e pluripremiato (con un passato olimpionico da pallanuotista), ma di cui Augusto non voleva seguire la scia. Bensì fare la sua strada e le sue scelte.

La chiamata ad assolvere i doveri di figlio lo mette su un aereo diretto in Italia. Su questo stesso volo incontra una bellissima ragazza, con un inglese perfetto e un tono sarcastico che lo sbalordiscono. Ed è subito colpo di fulmine, lui che mai si era innamorato.

E come nella migliore tradizione, come in un moderno Montecchi vs. Capuleti, ecco che si scopre all’arrivo in Italia che la dolce Rossella altri non è che la figlia del più acerrimo nemico della famiglia Cavasso: Vittorio Maggiorasca, ex sous chef nel ristorante Cavasso prima di mettersi in proprio. Nonché ristorante altrettanto rinomato nello stesso piccolo borgo ligure.

Come a voler dire: “questo matrimonio non s’ha da fare”, i due giovani innamorati superano le barriere che ostacolano il loro amore e dividono le famiglie e iniziano a conoscersi. Il loro primo appuntamento: un must, il castello dei sogni di Rapallo, dove tutte noi abbiamo sognato di attendere il nostro amore arrivare su un veliero dall’orizzonte. Invece Augusto ricorda il posto segreto in cui sono conservate le chiavi di accesso e conduce la sua principessa all’interno. Rossella ricambia la magia dell’incontro con il suo rustico, ovviamente da mille e una notte, nell’incredibile paesaggio delle Cinque Terre.

E cosa accade qui? Che dopo le battaglie amorose i due, vinti dalla stanchezza, ma soprattutto dai morsi della fame, si avvicendano ai fornelli. Dove si scoprirà che Rossella è uno chef dall’incredibile talento in un ristorante americano, una vera donna che prepara manicaretti in Louboutin e culotte Eres senza minimamente scomporsi.
E Augusto? Mai messe le mani in cucina, lui che viveva solo per gli hamburger, apre il frigo e cosa trova? Un’intuizione. Da cui scaturisce la più meravigliosa e delicata tartare di king crab che Rossella abbia mai provato.
La creatività del padre è nel suo sangue. Nonostante i suoi tentativi di allontanarsene.  

Ma la storia non finisce qui…

Scandito con la grazia leggera di una favola e l’implacabile geometria di certe felicissime commedie, Roberto Perrone ci regala (ci serve, potremmo quasi dire) un racconto gustosissimo a base di amore e risentimento, alta cucina e umane bassezze, percorso da una vibrante sensualità, condito di humour tipicamente ligure. E nel tardivo apprendistato, culinario e amoroso, di Augusto, nella sua ascesa contrastata verso il cuore di Rossella, ogni lettore non potrà non riconoscere una parte di se stesso.

La cucina degli amori impossibili
di Roberto Perrone
Mondadori, 2013
200 pagg., 17 euro

@violablanca

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Valeria Merlini

Nasco ariete, cresco caparbia maturo risorgendo. “Ho capito che sei una fenice, rinata dalle tue stesse ceneri e per far questo ci vuole una grande forza d'animo, chapeau Vale”. Un’insospettabile (donna) mi ha scritto queste parole. E allora ho capito, una volta di più, che si può mollare tutto e ricominciare. Inizio allora a leggere. Poi a scrivere. Poi ancora a leggere e a scrivere. Via così. Mai fermarsi. Mai accontentarsi. Lamentarsi sempre. Una lettera mirata ha fatto sì che finissi nel posto giusto. Panorama.it. Questo. Una sfumatura (anzi tre, quelle del grigio, del nero e del rosso per la precisione) mi hanno relegata nel mondo del Sexy&Co., fatto di pizzi e mascherine, di frustini e di latex, di sex toys e sexy boys. Libri erotici? Il mio pane (e ho detto pane!) quotidiano.

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