J. R. Moehringer, Pieno giorno: il ritorno dell'uomo che ha scritto l’autobiografia di Agassi
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J. R. Moehringer, Pieno giorno: il ritorno dell'uomo che ha scritto l’autobiografia di Agassi

Torna il premio Pulitzer, ghost writer di Open. Per raccontarci la vita straordinaria di un rapinatore di banche contrario alla violenza

Il New York Times sentenzia che nel suo genere "è il miglior autore di storie" al mondo. Secondo Baricco "è di una bravura mostruosa". Alessandro Piperno, entusiasta della biografia di Agassi, ha riconosciuto che dietro quella "scrittura incantevole" doveva per forza nascondersi un eccezionale ghost writer. E lo stesso Agassi, nella prefazione di Open(Einaudi), ammette che il suo libro non sarebbe mai potuto esistere senza la penna di J. R. Moehringer.

Ma dunque chi diavolo è J. R. Moehringer? Anche la sua vita  sembra un romanzo niente male. Il giovane J. R. si fa le ossa al New York Times. Poi, come corrispondente, viaggia per mezza America, sinché finisce al Los Angeles Times. Che un bel giorno lo spedisce in Alabama, in cerca di una bella storia da raccontare. Lui se ne torna a casa con il reportage da una sperduta comunità afroamericana asserragliata su un fiume dai tempi della fuga dalla schiavitù. Il pezzo è una meraviglia, e il trentacinquenne Moehringer si aggiudica il premio Pulitzer, nientemeno.

Il passo successivo, necessariamente, si compie in libreria: nel 2005 Moehringer pubblica il suo esordio, al confine tra memoir e narrativa di formazione. E’ Il bar delle grandi speranze(Piemme), ambientato fra i fumi e le chiacchiere del locale dove il bambino J. R. passa le giornate, a lezione dalla varia umanità di avventori per diventare adulto.

Il bar delle grandi speranze vende bene, e fulmina parecchi lettori. Compreso Andre Agassi. Sfogliando quelle pagine, il campione si innamora della scrittura. Anzi, resta persuaso di dover pure lui mettere nero su bianco la propria vita, di farne un libro. Ma ne sarà capace? Forse gli serve una mano da parte di qualcuno davvero bravo. Allora telefona al suo ispiratore, Moehringer.

Come sappiamo, Open di Agassi ha rappresentato un successo mondiale, specie qui in Italia grazie alle ottime recensioni dei già citati Baricco e Piperno e alla conseguente esplosione del passaparola. Ora Moehringer è tornato con Pieno giorno(Piemme), una nuova biografia. Stavolta ci racconta la vita di Willie Sutton, il rapinatore di banche contrario alla violenza. Il "Gandhi dei gangster", un ladro spericolato e colto, al lavoro fra il 1925 e il 1950. Un ostinato persecutore di banchieri, per di più. Secondo lui meritavano di essere derubati perché a loro si dovevano i guai della società contemporanea (parere opinabile ma quanto mai attuale).  Ma dopo aver svaligiato cento istituti di credito, sempre "in pieno giorno" e senza mai torcere un capello ai cassieri, Sutton finisce in galera, a Sing Sing. E trasforma la sua cella in una biblioteca traboccante di Shakespeare, Proust, Dante. Insomma, una vita che aspettava soltanto di essere raccontata da una penna straordinaria. Come quella di J. R. Moheringer. In libreria dal 26 febbraio.

J. R. Moheringer
Pieno giorno
Piemme
450 pp.
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